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L’uovo del serpente

Creato il 02 maggio 2015 da Malvino

Più o meno un anno e mezzo fa ho scritto che sarebbe , ma che purtroppo questo . Eccomi, dunque, a prendere in considerazione gli ritiene destituiscano di fondamento la mia convinzione che Matteo Renzi costituisca un grave pericolo per la democrazia, non prima però di confessare di essere lieto che argomenti che abbia voluto che questo scambio di opinioni sia pubblico, per darmi modo di ricalibrare meglio il giudizio estremamente duro che ho espresso su chi la pensa come lui, e che mi ha procurato alcuni severi rimproveri. Qualche giorno fa, infatti, ho scritto che considero un di Matteo Renzi chiunque minimizzi la gravità delle sue scelleratezze, soprattutto poi se col sarcasmo nei confronti di chi le ritenga articolate in un processo di deriva autoritaria teso a fare della democrazia formale un guscio vuoto di ogni sostanza, né sono riuscito a trovare attenuanti alla buona fede che concedevo possa pure motivare questa complicità di fatto, perché l ho definita, seppur con sofficissime perifrasi, da fessi: quei fessi che non sono mai mancati a sottovalutare i prodromi di ogni catastrofe, pensando che bastasse toccarsi le palle per scongiurare i pericoli segnalati da una Cassandra.

E dico subito che sono d 'accordo: al momento, Renzi non ha avversari in grado di opporglisi efficacemente. D accordo, ma questo in cosa costituirebbe argomento ad escludere che la sua forza possa essere impiegata per renderne irreversibile la preponderanza? Se io sono fisicamente assai più forte di , questo renderà possibile o meno che io lo massacri di botte, tutt è vedere se lo faccio, se minaccio di farlo o se semplicemente abuso della possibilità di farlo per impedirgli in qualche modo di acquistare forza pari o superiore alla mia. È sulle azioni di Renzi, dunque, che va valutato l uso che egli intenda fare della sua forza e a me pare che nel metodo e nel merito sia indiscutibile che le intenzioni non siano delle migliori. armamentario caratteriale, attitudinale e comportamentale è quello del despota cinico, spregiudicato, vendicativo, smisuratamente ambizioso, con una irrefrenabile smania di accentramento del potere nella sua persona, cui non manca neanche uno dei tratti che sono distintivi della personalità pesantemente disturbata dalle caratteristiche pulsioni del mentitore abituale, del manipolatore, del narcisista, del sadico, che costituiscono la configurazione psicopatologica costante in ogni dittatore. Se posso esprimermi con un immagine, direi che Renzi sia l uovo del serpente. Posso concordare anche sul fatto che a covarlo possano essere state le circostanze storiche - certo, accade così per ogni tiranno, non è che dipenda dal segno zodiacale - ma questo in cosa lo rende meno pericoloso? Dovremmo trattarlo da epifenomeno e tollerarlo come sintomo di un febbrone che deve fare il suo naturale decorso? Non escludo che qualcuno possa obiettare che le suddette caratteristiche siano in vario grado riscontrabili in ogni professionista della politica e in ogni amministratore della cosa pubblica, per cui trovarle così marcatamente rappresentate in Renzi sarebbe prova dell ' eccezionalità di doti che sono necessarie e intrinseche al ruolo. Bene, penso che questo sia il sintomo più grave della malattia sociale che per prognosi si dà lo stato organico, la coincidenza tra partito e stato, la proiezione di una nazione in un solo uomo. Più che Renzi, disprezzo chi lo ammira come politico. E il disprezzo diventa immenso se lo ammira pure come uomo.

Più complessa è la risposta alla domanda con la quale chiude il suo post. Qui, dicevo, sarebbe necessario molto tempo, ma mi rendo conto di aver tediato già abbastanza i nostri lettori, perciò, con tutti i rischi del caso, mi limito a dire che per me la democrazia è la condizione nella quale si realizzi la piena rappresentatività di ogni cittadino nell esercizio della sovranità popolare, le cui linee direttrici devono fedelmente riprodurre le proporzioni di volontà che concorrono a determinarle. Tanto più la forma della democrazia si riempie di sostanza quanto meno la rappresentatività venga sacrificata alla governabilità. In altri termini: quanto meno ciò che la democrazia affida a tutti e a ciascuno venga requisito da uno o da pochi - o a pochi o ad uno ceduto - nella sospensione o nella illimitata dilazione della funzione di controllo. Ma qui è assai probabile che la voglia di stringere mi abbia fatto incorrere in qualche ambiguità di formula. Ci ritornerò sopra.


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