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Guglielmo Epifani è il nuovo segretario del Pd.
Segretario senza altri aggettivi, ha sentenziato FrateLetta, così come senza altri aggettivi è il governo con la destra. Un segretario "politico" alla guida di un partito di sinistra (così dicono...) che sostiene un governo "politico" con la destra di Silvio Berlusconi.
E non stiamo a sottilizzare che non è tempo per gli schizzinosi, anche se gli schizzi di fango (e non solo di fango) continuano a volare imperterriti.
L'assemblea del Pd che ha scelto il nuovo segretario è quella eletta nel 2009, in base agli equilibri politici di allora.
Hanno preso parte all'assemblea circa la metà degli aventi diritto ed Epifani ha ottenuto il voto dell'85% dei presenti. Quindi l'85% del 50% che fa qualcosa in più del 40% reale e che comunque sta al di sotto del 50% degli aventi diritto.
Il voto è stato come sempre democratico e il problema semmai è di quelli che non ci sono andati e non di quelli che hanno votato andandoci.
Epifani è una bravissima persona (come Bersani).
Epifani è di sinistra (come Bersani).
Epifani è costretto ad appoggiare un governo "con" la destra (come Bersani).
Anzi, Epifani deve sostenere un governo "con dentro" la destra, la peggiore destra, quella eversiva e populista, quella che manifesta contro i giudici che condannano il capo di quella stessa destra per frode fiscale, concussione e prostituzione minorile.
E se è vero che il Pd non ha vinto le elezioni perché Bersani non è apparso abbastanza alternativo alla (teorica) controparte, dato che insieme a quella stessa controparte sosteneva il governo del tecnico Monti, non osiamo immaginare cosa accadrà al prossimo giro se ci arriverà a braccetto proprio del compagno Silvio.
Ora speriamo almeno che il congresso di Ottobre si svolga con le stesse regole dell'ultimo congresso: un primo turno in cui votano solo gli iscritti per comporre le assemblee e selezionare i pretendenti alla segreteria e un secondo turno in cui il segretario viene scelto con le primarie aperte.
Perché è vero che il Pd è degli iscritti, ma è altrettanto vero che gli iscritti sono ormai meno del 10% degli elettori (ad Arcore per esempio ci sono meno, molto meno, di 100 iscritti su un totale di 3000 elettori, in pratica qualcosa meno del 3%).
Se Epifani si farà garante di tutte le opzioni in campo (ma se si candida è un po' dura...), se le primarie saranno aperte e se il Pd ascolterà la voce (e le urla) dei propri elettori, allora magari si potrà svoltare e sperare. Ma se il Pd invece deciderà di ripiegarsi ancora su se stesso e sulle vecchie logiche, se deciderà di rinchiudersi nel proprio fortino, allora sarà magari il caso di dare una mano a chiudere quella porta e buttare via la chiave.
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