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“La banda degli invisibili” di Fabio Bartolomei

Creato il 22 giugno 2012 da Sulromanzo

“La banda degli invisibili ” di Fabio BartolomeiAngelo, ottantenne invecchiato da solo per i casi della vita, ma non solitario sia pure con qualche rimpianto, è un ex partigiano, che vive nella periferia di Roma e frequenta il locale centro anziani, dove ha alcuni amici suoi coetanei e un amore mai espresso fino in fondo ma che ancora gli scalda il cuore e lo fa sognare. Durante le sue giornate vissute tra rimpianti, ricordi, piccole gioie, acciacchi, code per la pensione e all'ASL fa considerazioni su un mondo che non è certo quello per cui lui si era battuto, anche se per caso e con una certa dose di follia a vent'anni, decide con i suoi amici Ettore, Filippo ed Osvaldo, storie analoghe ma non identiche alla sua, di rapire Silvio Berlusconi, che vede responsabile del degrado sociale e umano italiano, e fargli chiedere scusa agli italiani in un filmato diffuso con le nuove tecnologie di Internet.

Forse questo libro è arrivato fuori tempo massimo, visto che Berlusconi non è più al governo (e c'è chi dice che non ci tornerà più, ma forse non è il caso di sbilanciarsi, se non altro per scaramanzia) e siamo in era di recessione sotto il tecnico Mario Monti, e certe situazioni del libro forse sono ormai datate. Forse, ma La banda degli invisibili, titolo da libro per ragazzi per una storia adulta per ricordare la non visibilità di persone fondamentali per il nostro wellfare e la nostra società, è un libro da leggere, e non solo perché in certe pagine Fabio Bartolomei, già autore di storie ironiche ma incentrate su altre fasce d'età, è capace di farti rotolare dalle risate, come il migliore Monicelli dei film Amici miei ai quali questi quattro pensionati ricordano per qualcosa.

La banda degli invisibiliaffronta, in uno dei Paesi dove è più alta la percentuale di anziani, il tabù della terza età, dove i suoi protagonisti non sono visti come nonnini rimbambiti o come rompiscatole, ma come ragazzi con le rughe, che poche migliaia di giorni fa hanno affrontato il nazifascismo e oggi si sentono defraudati di tutto quello che hanno fatto e vedono le persone che allora non c'erano ma per le quali si sono battute senza prospettive e soprattutto senza la loro voglia di reagire.

E se si diverte con questi amici miei di borgata, che riusciranno nel loro intento, e se ci si intenerisce per i loro amori senili ma mai squallidi e volgari, non si può non uscire da queste pagine senza un groppo in gola, senza una sensazione di amarezza, senza una certa angoscia per come questi ragazzi che comunque hanno fatto molto per il nostro Paese sono stati trattati dal wellfare e da tutti i truffatori furbetti del quartierino, da Berlusconi a chi ti telefona per turlupinarti con l'ultima offerta con inganno celato.

Un ritratto del nostro Paese mai noioso, spassoso ma impietoso, e anche se l'idea di fare di un gruppo di anziani gli eroi della storia non è poi così nuova (ma poco praticata), Fabio Bartolomei, da sempre attirato dal mondo degli anziani, restituisce un quadro di una parte della società oltre gli stereotipi, mai grottesco, realistico senza essere patetico e buonista.

E dopo aver letto La banda degli invisibili forse si può provare a guardare in maniera diversa il mondo dei ragazzi e ragazze di ieri e dell'altro ieri, che hanno avuto opportunità e sogni, che hanno fatto sacrifici e follie, e che forse hanno ancora voglia di provare a cambiare il mondo, come Angelo e i suoi amici, anche solo con un atto dimostrativo.

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