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La Borsa americana scende, ma non troppo Si salvano Unite...

Da Pukos
La Borsa americana scende, ma non troppo Si salvano Unite...

La Borsa americana scende, ma non troppo

Si salvano Unitedhealth, Intel e Walt Disney. In calo United Tech e HP. Sul Nasdaq tiene ancora il comparto biotech mentre crolla Micron Tech

Un ribasso, prevedibilissimo, anzi di più, scontato e ovvio, ma la seduta ha lasciato comunque parecchi dubbi, ancora una volta è parsa “teleguidata”.

Prendiamo ad esempio lo S&P500, partenza in negativo, l’indice di riferimento della Borsa americana scende anche sotto quota 2080, un livello che aveva tenuto tre volte negli ultimi tre mesi (il 17 aprile, il 6 maggio e l’8 giugno), si poteva pensare quindi ad un aggravamento dell’ondata ribassista mentre invece arriva l’immediato rimbalzo, dopo venti minuti dall’inizio delle contrattazioni, quindi, avevamo già visto il minimo di seduta.

Ma fin qui ancora nulla di anomalo, il fatto è che il rimbalzo porta ben presto lo S&P500 su quota 2085 ed qui si ferma, rimanendo per tutto il resto della seduta a cavallo di questo livello ed anche il fixing arrivava al di sopra dell’ormai fatidica quota di 2.080 punti.

Dal momento che, come detto, quanto visto negli ultimi giorni non è proprio una novità, ossia si è ripetuto diverse altre volte, sembra quasi che Wall Street  abbia voluto dire: “Calma, tranquilli, sono cose già viste … e voi sapete come sono andate a finire. Sarà così anche questa volta”.

Sarà … ma, come spesso dico, è meglio andare con i piedi di piombo.

Intanto il Dow Jones è tornato ad avere una performance negativa nel bilancio da inizio anno, lo S&P500 è appena positivo, rimane solo il Nasdaq a far segnare un guadagno (+6,21%) che, pur non risultando stratosferico è comunque significativo.

Ribadisco però che il mercato americano, nel medio periodo, sarà destinato, con ogni probabilità, ad una fase ribassista, quindi non si sa quanto possa durare ancora questo periodo che, per il momento, possiamo ancora definire “laterale”, ma sarà destinato a cedere.

Ovviamente viene spontaneo chiedersi quanto possa essere profonda la fase ribassista, ed ultimamente non sono pochi coloro che prevedono un ritorno sui massimi di pre-crisi, quindi un calo che si aggirerebbe intorno al 25%.

Personalmente sono meno pessimista, ma ritengo che si possano rivedere i minimi dello scorso ottobre, quindi una discesa dai livelli attuali che possa aggirarsi intorno ai 12/13 punti percentuali.

Al momento non si sono visti segni inequivocabili di cedimento, ma naturalmente ciò potrebbe accadere da un momento all’altro, con la seduta odierna pare che il mercato abbia voluto mandare un messaggio non allarmante, staremo a vedere.

Dow Jones (-0,60%) tre soltanto  i titoli che non hanno terminato la seduta con un ribasso, la solita Unitedhealth (+1,13%), il rimbalzino di Intel (+0,22%) ed ancora Walt Disney (+0,21%)

Forti vendite sul comparto manifatturiero, quindi scende United Technologies (-2,54%), in calo anche 3M Comp. (-1,37%) e Merck (-1,30%).

S&P500 (-0,46%) svetta Target (+1,23%) dopo la cessione delle attività farmaceutiche, non si ferma AIG (+1,10%) e rimane incredibilmente su livelli stratosferici il biotecnologico Gilead Sciences (+0,42%)

Scende nuovamente Hewlett Packard (-2,16%), in calo Emerson Electric (-1,56%), scende, mantenendosi, però, almeno per ora, all’interno di una fase laterale Amazon (-1,45%).

Nasdaq (-0,42%) è il settore biotech a sostenere l’indice dei titoli tecnologici, svetta Alexion Pharma (+2,47%) seguita da Avago Technologies (+1,89%), quindi ancora Regeneron Pharma (+1,38%)

Crolla Micron Tech (-3,54%) dopo il downgrade di Morgan Stanley, deve cedere alle vendite anche Activision Blizzard (-3,39%), e torna a scendere Sandisk (-2,90%).

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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