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"La caduta dei giganti" di Ken Follett

Creato il 14 gennaio 2011 da Sulromanzo

La caduta dei giganti“La caduta dei giganti” di Ken Follett (Mondadori, tradotto da Adriana Colombo, Paola Frezza Paves, Nicoletta Lamberti e Roberta Scarabelli)

 

Dopo aver raccontato intrighi internazionali di spie ed assassini tra nazisti e guerra fredda, ed aver portato i suoi lettori nel medioevo durante la costruzione di due cattedrali svelando la società tra signori e nascente classe di lavoratori, Ken Follett sembra interessato a voler proseguire i suoi viaggi nella storia, raccontando l'epopea del secolo appena concluso, soprannominato da molti storiografi il secolo breve, racchiuso tra due guerre e vari sconvolgimenti sociali. Per sua ammissione, era stanco del medioevo, comprensibilmente, e voleva cercare un'altra epoca altrettanto affascinante e ricca di spunti, e l'ha trovata nel mondo dell'altro ieri.

E anche questa volta, complice comunque la scelta di raccontare vicende vicine, che hanno riguardato i nonni di chi oggi legge La caduta dei giganti, il risultato è interessante e appassionante, ma senza dimenticare il rigore e il realismo nel restituire un'epoca da cui deriva, che piaccia o meno, la società contemporanea.

Tra le miniere del Galles e la prima guerra mondiale, la rivoluzione d'ottobre e le lotte sindacali, il proibizionismo e le battaglie per il diritto di voto alle donne, si snoda la prima parte di una saga, la Century Trilogy, che coprirà nei libri successivi il periodo dell'avvento dei totalitarismi insieme alla seconda guerra mondiale, per poi arrivare al secondo dopoguerra, alla guerra fredda e alla caduta del muro di Berlino.

Le storie dei personaggi, provenienti dai singoli paesi coinvolti nella prima guerra mondiale, dall'aristocratica famiglia inglese Fitzherbert al tedesco Walter von Urich, dallo statunitense Gus Dewar ai fratelli russi Grigorj e Lev Pevkov, dai destini opposti, fino ai gallesi figli di minatori Billy ed Ethel Williams, si intersecano tra di loro in maniera efficace, e, sia pure con qualche concessione inevitabile al romanzo di consumo, sanno parlare di fatti ed eventi spesso dimenticati: il ruolo della prima guerra mondiale fu essenziale nello scatenare forze nuove, da quelle sindacali a quelle femministe che portarono sconvolgimenti in società con regole ancora di stampo ottocentesco (quando non feudale, come in Russia), ma scatenarono anche i bacilli dei totalitarismi, anticipati nelle ultime battute del libro, e l'arricchimento di nuovi ceti di fuorilegge, complici alcune leggi come quelle del proibizionismo.

La caduta dei giganti appassiona chi ama la storia e le storie individuali, con al centro uomini e donne appartenenti al mondo del lavoro e della società nuova, ma anche alla tormentata aristocrazia, in cerca di una nuova via, come dimostrano Maud e Fitz: curioso che in questo romanzo di Follett, per la prima volta, non ci siano cattivi assoluti, quanto piuttosto scelte anche sbagliate che poi possono essere corrette, tanto che non mancano alcuni riscatti e cambiamenti.

La storia e le storie, ma anche il parlare di realtà meno note, dal massacro della guerra di trincea ai sindacati alla condizione femminile, in un affresco godibile come evasione, ma che può essere letto anche giustamente con pretese più intellettuali. Da vedere come Follett svilupperà le vicende dei suoi personaggi, dei loro figli e nipoti, nei prossimi romanzi, avvicinandosi all'epoca contemporanea, ai suoi drammi, alle sue contraddizioni e alla generazione dei suoi attuali lettori.


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