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La carità pelosa su Pistorius

Creato il 05 luglio 2012 da Symbel

La carità pelosa su Pistorius

Cosa differenzia Oscar Pistorius da un comune atleta?
A questa domanda sciocca, che non vuole essere ribalda, verrebbe da rispondere le gambe, o meglio quei punti interrogativi rovesciati in fibra di carbonio che consentono all’atleta di Johannesburg il giusto grip e slancio nella pista d’atletica.
Quei punti interrogativi rovesciati che nella grammatica spagnola precedono le domande, ci mettono sull’attenti, per poi ingabbiarle coi punti di domanda tradizionali. Non è un caso che la domanda nel caso di Pistorius rimanga inespressa, perché Pistorius è anche diventato suo malgrado un caso.

L’atleta infatti parteciperà a Londra 2012 nella staffetta 4×400, ma non nelle paraolimpiadi, bensì tra i normodotati, termine di rara bruttezza per indicare le olimpiadi tradizionali. Questo è stato possibile perché la federazione sportiva sudafricana e il Comitato Olimpico ha ritenuto che l’atleta andasse premiato per meriti sportivi, nonostante nonostante non fosse riuscito a scendere sotto i tempi minimi richiesti entro il 30 giugno.
Ancora dubbi quindi, ancora quel punto interrogativo che aleggia nell’aria, quella domanda inespressa che puzza di pietismo lontano un miglio, di politicamente corretto, di morbosità da freak show che va saziata, la favola col lieto fine già scritto per la gioia degli sponsor e per i giornalisti al seguito che potranno esercitarsi in acrobazie retoriche a corpo libero.

Molti esperti in passato si sono espressi a sfavore delle protesi, perché fornirebbero uno slancio eccessivo non paragonabile a quella tendinea muscolosa, in più il fatto di non avere una parte del corpo permetterebbe al suo cuore di lavorare meglio sotto sforzo, con battiti accelerati e una ossigenazione ai muscoli più efficiente. Nonostante questi vantaggi Pistorius non è competitivo coi migliori, ne segue giusto la scia, se fosse etichettato col termine orribile “normodotato” si parlerebbe di un atleta generoso si, ma mediocre in quanto sotto la media. E non ci sarebbe nulla di male in questo. Essere competitivi è un pregio, non essere tra i migliori non è mai una colpa.
Di tutto questo meccanismo l’unica vittima inconsapevole è proprio Pistorius, che andrebbe ammirato per la forza di volontà, la tenacia, lo spirito pugnace, e che potrebbe essere un esempio vivente di come si possano superare i propri limiti, senza però essere commiserati, senza essere trattato come dei panda. Perché Pistorius merita di essere trattato con rispetto, il che a volte significa semplicemente essere trattato come gli altri, senza sconti, favoritismi o quote mutilati.
Cosa differenzia quindi Oscar Pistorius da un comune atleta?
Quando si risponderà con “niente”, o meglio ancora non ci si porrà nemmeno la domanda, per Oscar Pistorius sarà la vittoria più grande.

(redattore)


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