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La carriera è il cavallo sbagliato

Creato il 09 luglio 2011 da Taccodieci @Taccodieci
La carriera è il cavallo sbagliatoQuesta settimana al lavoro è stata pesantissima.
Ore di sfogo a colpi di tweet per cercare di non portare a casa tutta quella stupida tensione. E dico "stupida" con cognizione di causa, avendo scoperto, purtroppo quasi alla fine di una interminabile maratona di tira e molla, di litigi, di ansia e frustrazioni varie, che il tutto si sarebbe potuto benissimo risolvere nel tempo netto di due nanosecondi, come una gigantesca e stupida bolla di sapone. Sarebbe bastato volerlo e parlar chiaro.
Se per tutta la settimana sono stata ad un passo dallo scoppiare a gridare isterica, mandare a fanculo tutti, prendere la borsa ed andarmene, nel momento in cui ho scoperto tutto questo mi sono anche scoperta troppo esausta per arrabbiarmi. Il mio stomaco si è chiuso istantaneamente in una morsa d'acciaio e tutto quello che sono stata in grado di fare è stato vomitare. Come una pischella sbarbata.
Per me il lavoro è sempre stato un mezzo per alimentare una vita vera, che però inizia nel monento in cui metto piede fuori dall'ufficio. E' chiaro che il lavoro deve piacere (trascorro più tempo con la mia vicina di scrivania che non con FF, soprattutto ultimamente), ed è altrettanto chiaro che, per questioni di coscienza, cerco di svolgere il mio compito al meglio.
Per molte persone, invece, il lavoro è un fine. Ma ho scoperto che per molte persone il lavoro è uno strumento non solo per una questione di realizzazione personale, diritto imprescindibile scritto nella carta dei diritti umani, ma anche per sfogare freudiane frustrazioni, manie malsane di comando. A certa gente, per un motivo o per un altro, fa schifo vivere tranquilla.
Ognuno, sia chiaro, decide di mettere la propria vita dove vuole, fuori o dentro il lavoro. Tuttavia la scelta di metterla dentro mi sembra tra le più stupide al mondo. Durante la settimana, rimuginavo su quanto mi facciano in[@##@re le persone che utilizzano il lavoro come mezzo per mortificare gli altri (anche se, a prescindere, è da persone piccole cercare di innalzarsi abbassando gli altri. Se uno è grande di suo, non ha certo bisogno di mortificare). Secondo me, puntare sul lavoro e non su una sana vita di relazioni, significa puntare sul cavallo sbagliato, per una serie di motivi, dei quali mi limiterò ad elencare i primi venutimi in mente durante questa settimana d'inferno:
- La carriera non ti scalda il letto d'inverno e non trascorrerà le giornate con te quando sarai vecchio e decrepito.
- Come disse la mia prima capa, "tutti sono indispensabili, ma nessuno è insostituibile". Quando arriverà qualcuno più bravo di te, non sarà certo per questioni affettive che tu verrai preferito. Una pacca sulla spalla è tutto quello che potrai aspettarti.
- E' da malati avere delle volontà di rivalsa nei confronti del mondo, godere nella competizione estrema, voler mortificare gli altri e dimostrare di essere più bravo di loro.
- Cercare di fare le scarpe ad un collega solo per metterti in una buona luce mi sembra proprio la guerra dei poveri (questo è stato anche un mio tweet molto ritweettato questa settimana).
- Tu invecchierai e ci saranno sempre nuove leve infinitamente più sveglie di te con le quali non potrai competere.
- E' impossibile pensare di essere sempre sulla cresta dell'onda al lavoro. Quando al lavoro andrà male che farai? Ti incattivirai come Crudelia De Mon e cercherai di farla pagare a tutti quanti? Non sarebbe più semplice avere un abbraccio ristoratore rientrando a casa?
- Al termine della tua carriera, per quanto brillante sarà stata, al massimo avrai una medaglia, un riconoscimento, perfino una bicchierata. Ti faranno tanti sorrisi e, se sarai stato davvero eccezionale (ovvero avrai fatto guadagnare a chi conta un mucchio di quattrini), in tanti ti prometteranno che verranno a trovarti. Poi però saranno sempre troppo impegnati, dovranno lavorare tantissimo e non avranno tempo per te.
- Al lavoro la metà della gente che ti sorride magari nemmeno ti sopporta. Che ne sai? Magari il 50% dei tuoi colleghi non sopporta come parli o il tuo assurdo modo di vestire. Solo che nessuno ha il coraggio di dirtelo. E' molto più divertente criticarti in pausa pranzo.
- Puoi essere te stesso al lavoro al 100%? Se lo fai, o sei un kamikaze senza cervello, o sei un sadico.
- A meno che tu non lavori per Emergency, che senso ha investire la propria vita nella mission di far guadagnare soldi a palate a qualcuno?
Secondo me, l'unico cavallo vincente su cui puntare sono le persone. E la voglia di essere se stessi, sempre.
La Redazione

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