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La comunicazione nella vita di coppia

Creato il 30 ottobre 2012 da Informasalus @informasalus

coppia
Quella di coppia è forse la più difficile delle relazioni

In Italia, nel 2009 potevamo contare su circa 21 milioni di famiglie di cui 4,5 milioni di vedove o vedovi, 831 mila separati e 700 mila divorziati. Nel 1971 i separati erano 248 mila e i divorziati 24 mila.
Dal 1974 al 2009 il numero dei matrimoni annui è sceso da circa 400 mila a 230 mila (- 44%); in compenso nel 1971 il 96% dei matrimoni celebrati erano di tipo religioso contro il 4% di civili, mentre, nel 2009 il numero di matrimoni religiosi è sceso al 63% e quelli civili sono saliti al 37%.
Il tipo di unione familiare è passato dal 93% di matrimoni regolari (civili e religiosi insieme) del 1983 al 69,8% del 2001: il rimanente 30,2% è ripartito in 6,6% di coppie di fatto, 5,9 di famiglie ricostruite (dopo separazione o divorzio) e 17,7% di nuclei con un solo genitore (dopo separazione o divorzio).
Infine, dal 1971 al 2011 le separazioni annue sono passate da 11.796 a 85.945 mentre i divorzi sono passati da 17.134 a 54.456. Segnaliamo anche che l’età media degli sposi si sta progressivamente innalzando (30 anni), la durata media dei matrimoni che terminano con il fallimento si attesta sui 15-18 anni (a 44 anni per le donne e 47 anni per gli uomini) e che aumenta il fenomeno di separazioni tra ultrasessantenni.
La comunicazione nella vita di coppia
La comunicazione nella vita di coppia
Fonte: www.causadiseparazione.it
Tutto questo testimonia il profondo mutamento che sta attraversando la famiglia in Italia, sempre meno ancorata a modelli tradizionali e, soprattutto, sempre meno supportata da strutture culturali e sociali che ne garantivano la stabilità nel tempo. Si deve anche aggiungere che il progressivo allungamento della durata della vita porta con sé anche l’allungamento della durata dei matrimoni (si celebrano sempre più nozze di diamante, 60 anni), fenomeno anch’esso nuovo, quando nel 1800 era di appena 10 anni a causa dell’alta mortalità femminile per parto e maschile per guerre o, per tutti, di epidemie.
Veniamo da un modello familiare rigido su cui veniva esercitato un forte controllo sociale ed etico in cui “l’autorità prevaleva sulla libertà, il controllo sulla spontaneità, la formalità sulla creatività” (Cheli E, Le relazioni interpersonali, Xenia, 2008). Anche le immagini di ruolo e di identità erano rigide: alcuni comportamenti o espressioni dei sentimenti erano ammessi e approvati dalla famiglia e dalla società, ma molti altri dovevano essere rinnegati, repressi o rimossi.
Il comportamento era controllato dai rigidi precetti della morale, i ruoli erano ben definiti, il cuore del matrimonio era la fedeltà. Poco importa che gli sposi non si conoscessero a fondo, o che costruissero un’intimità affettiva e un dialogo sincero e profondo. Non che non ci fossero conflitti nelle famiglie di 40 anni fa ma raramente si esprimevano e spesso scivolavano nel rancore, nella rassegnazione e nel conflitto sotterraneo.
Nella società attuale invece l’obiettivo primario di ciascun individuo è la realizzazione personale; sempre meno si è disposti ad accettare sacrifici in nome della famiglia, della patria, della religione, soprattutto se incompatibili con gli obiettivi individuali. Si è dunque più svincolati da legami culturali, sociali, religiosi e di appartenenza in genere.
Come risultato di questo mutamento culturale, emerge il dato sintomatico evidente dell’aumento della conflittualità nella coppia e in famiglia.
In realtà, siamo più liberi nelle relazioni rispetto ai nostri genitori o nonni, ma non abbiamo acquisito alcuna abilità specifica nella gestione dei conflitti o della comunicazione e soprattutto, non disponiamo di strumenti per gestire questa nuova libertà di cui godiamo rischiando di farci travolgere da problemi, conflitti, fraintendimenti sempre presenti in ogni relazione e massimamente nella relazione di coppia.
Quella di coppia infatti è forse la più difficile delle relazioni, sia per la diversità di genere (uomo e donna sono due mondi emotivi e affettivi diversissimi tra loro) sia perché sono implicati aspetti profondi della dimensione affettiva ed esistenziale.
Eppure, si continua a procedere a vista.
Quello che sappiamo della comunicazione nella coppia l’abbiamo imparato dai nostri genitori, che però avevano riferimenti culturali e valoriali molto diversi dai nostri, o dai mezzi di comunicazione di massa che propongono modelli funzionali a obiettivi commerciali e perciò di stampo utilitaristico e spesso incoerenti tra loro.
Forse è il momento di riflettere su cosa succede nella comunicazione interpersonale alla luce delle attuali acquisizioni culturali. Non c’è solo il dominio della comunicazione finalizzata al marketing, ma si sono affinati gli strumenti per gestire il rapporto paritario, il rispetto delle soggettività, la qualità della comunicazione e per alimentare la condivisione.
In mancanza di supporti esterni, sociali e culturali, la coppia deve ricercare in se stessa gli strumenti per tenere nel tempo e affrontare efficacemente i sempre maggiori compiti che le vengono affidati dal corpo sociale sempre più disgregato.
La coppia è uno strumento delicato che richiede “manutenzione” e supporto nei numerosi momenti legati al ciclo di vita della famiglia stessa, o a possibili eventi imprevisti. L’obiettivo è il buon funzionamento e la possibilità di realizzare gli obiettivi di crescita individuale e sociale di ciascuno.
E’ per questo che, in collaborazione con il Movimento Sereno, si è pensato di offrire uno spazio di riflessione e approfondimento sulla comunicazione nella vita di coppia. Da questo punto di vista è assolutamente indifferente se la coppia ha celebrato un rito civile o religioso o è convivente o semplicemente sta iniziando un percorso, perché le dinamiche relazionali sono le stesse per tutti.
Presenteremo l’iniziativa VENERDI’ 16 NOVEMBRE 2012 presso la Sede del Movimento Sereno in Via Gorizia, 1, a  Capriccio di Vigenza (sulla statale SS11 PD-VE, poco prima di Stra, ingresso sul lato destro dello stabile della birreria-pizzeria Dakota) alle ore 21.00. L’ingresso è libero e non è richiesta prenotazione.
Per informazioni ulteriori contattare il n. 340 8030660 o inviare una  mail a [email protected] .


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