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La correità delle donne

Creato il 17 ottobre 2010 da Silvanascricci @silvanascricci

Oggi voglio parlare dell’omicidio della quindicenne di Avetrana, Sarah Scazzi.

Ho evitato fino ad oggi perchè il fatto di cronaca, in sè, non mi interessa più di tanto.

Non condivido l’opinione generale del mostro, non lo sono affatto, sono sempre esistiti e sono persone normali, le stesse che incontriamo per le strade, li chiamiamo così per renderceli distanti, per creare un solco tra noi e loro, per non riconoscerli come parte del sociale; non condivido il coro generale del “a morte, a morte”; non condivido la spettacolarizzazione del dolore sparato dal tubo catodico, ingigantito dai media e, alla fin fine, vilipeso e reso meschino.

Ne voglio parlare nella visione della correità delle donne nella violenza domestica; nel malinteso senso di famiglia e di onore.

In questa storia esiste l’esempio dell’omertà mafiosa, della mafia delle donne nel mantenere la faccia pubblica della famiglia per bene, del sacro focolare domestico da preservare nell’immaginario collettivo a costo di sacrificare qualunque cosa.

Sacrificare la pietas, la vittima, la dignità, la verità.

E’ questo che mi ha colpito nella storia della figlia che aiuta ad uccidere un’altra donna per preservare tutto ciò che viene considerato sacrale.

Non ci potremo mai più salvare dalla violenza della famiglia se le altre donne continueranno a tenerci ferme perchè il maschio dominante possa abusare di noi più facilmente, con impunità, con la doppia soddisfazione di usare il corpo dell’una e controllare le coscienze delle altre.

Sarah è dovuta morire perchè se avesse raccontato avrebbe dovuto parlare anche delle altre storie, avrebbe dovuto stracciare il velo del comportamento di tutta la famiglia; e certe storie non si devono raccontare perchè ad infangarsi non deve essere il parente ma, al massimo, la vittima.

Perchè chi racconta le cose sporche di famiglia è, come nella mafia, un infame.



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