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La crisi è nella testa e nei comportamenti di chi lavora male. Che si merita tutti i propri guai

Da Robertopesce

Avrei potuto intitolare questo post “Segnali di un paese in declino” ma poi ho preferito dargli un titolo e un significato più positivo visto che di profeti di sventura e negativi di professione in Italia ultimamente tutto siamo tranne che sprovvisti.

Certo, tutto ciò che ci dicono i media e buona parte di quanto si riesce ad osservare personalmente non è che inducano molta allegria tra incubi di default e facili profezie di aumento di inflazione da un lato, diminuzione vistosa del nostro potere d’acquisto e recessione nazionale dall’altro ma oggi vorrei utilizzare questo spazio per raccontare una serie di episodi reali che mi sono capitati personalmente negli ultimi mesi e dai quali vorrei poter trarre e condividere delle conclusioni positive e rosee speranze per tutti coloro che, armati di buona volontà e sano ingegno italico, hanno l’intenzione di scuotersi di dosso l’apatia e il pessimismo dilaganti e approfittare della situazione per dare una decisa sterzata verso il meglio alla propria condizione professionale e finanziaria.

Parto con il descrivere in super sintesi 5 eventi realmente accaduti nella mia sfera familiare durante quest’ultimo anno e poi condivido le mie conclusioni in fondo all’articolo.

  1. La crisi è nella testa e nei comportamenti di chi lavora male. Che si merita tutti i propri guai
    Primi mesi del 2011 -
    Mia moglie ed io ci facciamo convincere da un commerciale telefonico Vodafone a cambiare la connessione adsl di casa nostra passando dal servizio “Alice” di Telecom Italia all’utilizzo della loro “Vodafone Station” di cui ci descrivono mirabilie. Io spiego a chiare lettere al venditore che del risparmio economico non potrebbe avrebbe fregarmene meno (strano a dirsi per un genovese ma nel caso specifico era così!), ero piuttosto interessato a migliorare le funzionalità del nostro impianto poichè, lavorando molto dallo Studio presso la mia abitazione, avremmo potuto trarne un notevole beneficio. In ogni caso, ho insistito parecchio sul punto con la persona con cui mi stavo relazionando, non avrei potuto permettermi interruzioni di servizio nemmeno di un giorno perchè la cosa mi avrebbe arrecato gravi disagi e danni economici non indifferenti. Mal me ne incolse nel fidarmi delle rassicurazioni del venditore in questione visto che mi accorsi in breve tempo che il tizio mi aveva rifilato almeno 4 o 5 panzane grosse come una casa, che il servizio effettivo non era nemmeno parente di quanto mi era stato promesso e che la conseguenza di tutto ciò era che il mio lavoro ne risultava gravemente compromesso e rallentato. Nel parlare di questo episodio con amici e conoscenti ho scoperto che la stessa Vodafone aveva tirato bidonate simili o combinato altri pasticci a molti tra loro, tanto che alcuni erano addirittura passati per vie legali. Un mio cliente che opera nel mondo della telefonia (ciao Alessio!) mi avrebbe raccontato alcuni mesi dopo che: “In questo settore lavorano più o meno tutti così, e che è la prassi che i commerciali telefonici mentano spudoratamente su parecchi punti pur di strappare un contratto su cui ottenere uno straccio di provvigione”. Posto che per me è inconcepibile che una multinazionale della dimensione e della portata della Vodafone permetta o incoraggi i propri commerciali a raccontare palle clamorose pur di sottoscrivere qualche abbonamento in più, dopo aver protestato ed essermi lamentato più volte in maniera veemente contro gli sfortunati addetti del loro reparto clienti (che mi dicono: “Lei non è l’unico a dirci queste cose, le sentiamo tutti i giorni, purtroppo i commerciali fanno così …”), decido naturalmente di interrompere subito il contratto e tornarmene a gambe levate alla Telecom, riuscendo a riottenere una linea funzionante solo 4 mesi più tardi … Ci sarebbero tutti gli estremi per far causa alla Vodafone ma visto che sono una persona pratica e so come (non) funziona il sistema giudiziario in Italia decido di lasciar perdere. Quello che invece non lascio perdere è di fare una pubblicità negativa spietata a chiunque incontri cercando di dissuaderlo dal fare il mio stesso errore. Mi chiedo: “Ma la Vodafone avrà fatto davvero un buon affare a comportarsi come si è comportata?”
  2. Luglio 20
    La crisi è nella testa e nei comportamenti di chi lavora male. Che si merita tutti i propri guai
    11 – Avendo acquistato un immobile in Puglia in corso di ristrutturazione, veniamo sollecitati dal costruttore nel: “Portarci avanti con la richiesta di allaccio delle utenze per acqua, luce e gas”. Mi sembra francamente un pò prematuro visto che mancano ancora almeno 5 mesi alla data di fine lavori ma mia moglie che è del posto decide di seguire il consiglio che si rivela in effetti fin tardivo visto che scopriamo che pur essendo all’interno di un centro abitato in provincia di Foggia per allacciare l’acqua ad un’abitazione ci vogliono di media almeno … 8 mesi !!! A stretto giro, confrontandomi con gente del posto, scopro che un amico che doveva spostare un contatore del gas è ancora in attesa dopo più di sei mesi e sta cercando di mettere di mezzo un onorevole (!) per sollecitare le pratiche. Gli dico che mi sembra una cosa assurda e lui mi spiega che invece lì è prassi raccontandomi che ha dovuto aspettare quasi due anni per aprire una piccola pizzeria da asporto a Manfredonia a causa di una serie di stupidissimi inghippi burocratici di quel tipo. Mi spiegano anche che il problema è che per la storia dell’acqua non essendoci concorrenza sul territorio i tizi dell’acquedotto fanno un pò quello che gli pare. Mi chiedo: “Ma visto che la disoccupazione al Sud è un problema sentito, le Amministrazioni pubbliche non dovrebbero cercare di aiutare chi vuole aprire una nuova attività e creare nuovi posti di lavoro, pagare nuove tasse etc.? E l’acquedotto non dovrebbe avere interesse a evadere le pratiche in fretta visto che prima avremo l’utenza allacciata e prima inizieremo a produrre profitto per loro?”
    La crisi è nella testa e nei comportamenti di chi lavora male. Che si merita tutti i propri guai
  3. Settembre 2011 – Mia moglie decide di esplorare la possibilità di aprire un negozio di abbigliamento per bambini qui a Reggio Emilia e inizia ad informarsi dai vari franchising sulle rispettive condizioni commerciali inviando una dozzina di richieste di informazioni e manifestazioni di interesse attraverso i vari moduli predisposti proprio per tale scopo sui siti internet delle varie aziende di abbigliamento. Ad oggi, pur essendo passati già tre mesi di tempo, ha ricevuto solo una risposta rispetto alle 12 aziende contattate, dalle altre non è giunta nemmeno una classica risposta automatizzata del tipo: “Grazie per averci contattato …”. Mi chiedo: “Ma queste aziende di abbigliamento se la passano davvero così bene da potersi permettere di snobbare in modo così cialtronesco dei loro potenziali affiliati commerciali?”
  4. La crisi è nella testa e nei comportamenti di chi lavora male. Che si merita tutti i propri guai
    Ottobre 2011
    - Dall’inverno scorso la pompa di ricircolo della caldaia di casa nostra si è guastata il che non ne pregiudica il funzionamento ma produce un rumore abbastanza fastidioso. La cosa ci torna in mente non appena accendiamo l’impianto e chiamiamo l‘assistenza Buderus per dirgli di venire a cambiare il pezzo (una riparazione dal costo di qualche centinaia di euro a mio carico). Ad oggi sono passati due mesi ed abbiamo già dovuto richiamare l’assistenza 3 volte perchè il famoso tecnico che avrebbe dovuto chiamarci per prendere un appuntamento ancora non si è fatto sentireMi chiedo: “Ma questi dell’Assistenza Buderus sono così pieni di lavoro da potersi permettere di sputare in questo modo sugli incarichi che gli vengono offerti e da non preoccuparsi del fatto che se un cliente aspetta un contatto da 3 mesi e non lo riceve probabilmente poi li manderà a stendere e gli farà cattiva pubblicità?”
  5. Novembre 2011 - Le mie vicissitudini con le compagnie telefoniche e internet non sono terminate (sigh…). Riattivata l’adsl con Telecom a settembre, inizia a non funzionare più a novembre. Ci metto 6 telefonate e 7 giorni per convincere l’assistenza Telecom a mandarmi un tecnico che in effetti arriva e dopo 30 minuti di lavoro un pò confuso mi dice: “E’ vero, il problema non era nel suo computer ma nella linea, aveva ragione (grazie tante penso io, è la prima cosa che v
    La crisi è nella testa e nei comportamenti di chi lavora male. Che si merita tutti i propri guai
    i ho detto una settimana fa!) ma ho trovato il guasto e ho risolto”. Il tecnico se ne va e lo stesso problema si rimanifesta 3 ore più tardi. Per farla breve: sono ormai passate 4 settimane dalla prima segnalazione del guasto da parte mia, ho chiamato almeno 20-25 volte il call center del 187, sono venuti tre tecnici diversi a casa e ancora il problema non è stato risolto. La cosa clamorosa che faccio presente all’ultimo tecnico che è venuto a trovarmi e che mi sembra il più dedito e competente visto sin qua è che ogni volta devo rispiegare tutto da capo e sentirmi dire le stesse cose standard che mi hanno già detto tutti gli altri!!! Gli dico che mi sembra senza senso un modo di lavorare così impostato che fa irritare me, fa fare brutte figure a loro e fa perdere tempo a tutti quanti. Gli dico testualmente: “Ma è possibile che non teniate almeno una scheda cliente che ogni tecnico o telefonista aggiorna di volta in volta di modo che non si debba sempre ripartire da zero?” Il tizio si prende le labbra, fa il segno di chiuderle con una cerniera immaginaria e mi chiede per cortesia di non farlo parlare sull’argomento. Mi racconta comunque alcune cosette sul declino della più grande azienda italiana di telefonia e mi dice quanto sia stato umiliante per lui sentirsi lamentare da un sacerdote brasiliano appena giunto in Italia le lentezze nell’attivazione e nel funzionamento di internet rispetto a come funziona nel suo paese. Non so più cosa chiedermi ma mi torna in mente una cosa che avevo letto tempo fa sul fatto che in Estonia (non in California…) hanno il collegamento wireless gratuito sugli autobus pubblici …
  6. Pochi giorni fa - Sono in un centro commerciale in un negozio di casalinghi per comprare i primi regali di Natale e manifesto il mio interesse per degli oggetti della nota ditta Alessi. Ho praticamente deciso di comprarne due per una spesa non indifferente quando mi cade l’occhio su un adesivo in vetrina che dice che: “Se compri due oggetti Alessi, sul secondo c’è uno sconto del 50%”. Tutto felice lo faccio notare al commerciante che quasi mi aggredisce dicendomi che: “Non è così, lo sconto non è sugli oggetti che stavo guardando che sono già
    La crisi è nella testa e nei comportamenti di chi lavora male. Che si merita tutti i propri guai
    in promozione… “ e così via su questo tono. A darmi fastidio non è tanto la sostanza del discorso quanto i suoi modi e visto che non penso sia una buona cosa premiare chi mi tratta in maniera scortese e arrogante saluto e me ne vado senza acquistare niente. Ho poi comprato un oggetto pressochè identico il mattino dopo in Centro Storico, scovando un’alternativa più bella e meno costosa ma soprattutto ho acquistato da una persona gentile e che ha usato i modi giusti che deve utilizzare un commerciante. I suoi modi e i suoi prezzi sono poi stati premiati dal fatto che mia moglie ha deciso di estendere lo stesso regalo anche ad altri familiari, ragion per cui la spesa si è moltiplicata e così i suoi guadagni. Già mi sembra di sentire il primo negoziante (quello scortese) lamentarsi con i suoi conoscenti del fatto che: “C’è la crisi, non ci sono soldi in giro, questo Natale va da schifo …” Sorrido in maniera un pò perfida e penso che la vita ripaga ognuno di noi in relazione ai propri meriti.

Ora, nell’invitarti a LASCIARE UN COMMENTO all’articolo raccontando i tuoi aneddoti o commentando le mie conclusioni, potrei sicuramente desumere da tutti questi episodi che siamo una nazione davvero in profonda crisi se questi sono i comportamenti che un pò tutti, dalle multinazionali ai piccoli commercianti, dalle amministrazioni alle società di pubblici servizi alle aziende commerciali tendono a mettere in atto.

Scelgo però di vedere le cose da un punto di vista diverso ricordandomi che, come diceva sempre Dan Peterson, nella vita esistono: “Bugie, grandi bugie e statistiche!”

Le statistiche ci dicono che siamo in crisi ma non ci dicono che in mezzo alla crisi molti continuano a crescere e a progredire.

Chi? A mio modesto parere tutti coloro che si sforzano di lavorare come Dio comanda, impegnandosi nel fornire un servizio di qualità al proprio prossimo indipendentemente dal fatto che agiscano in qualità di lavoratori dipendenti, autonomi o imprenditori e sia che lo facciano personalmente o per interposta persona affidando ai propri dipendenti e collaboratori il compito di rappresentarli sul mercato.

Andremo in recessione nel 2012?

Probabile.

Ma “recessione” significa soltanto che il PIL (Prodotto Interno Lordo) calerà per due trimestri consecutivi e così torniamo nel discorso delle statistiche. Sarò limitato ma non vedo tutta questa differenza tra un PIL che cresce dello 0,2% all’anno come avviene ormai da più di 10 anni a questa parte e uno che invece cala dello 0,5% … decimale in più, decimale in meno stiamo descrivendo la stessa situazione.

Il lato positivo della situazione è che in mezzo a tutta questa mediocrità e depressione è facile distinguersi ed emergere, non serve nemmeno fare cose eccezionali, già il normale diventa straordinario.

A livello personale, parlando di business, vado verso il terzo anno consecutivo di crescita record e la stessa cosa la vedo accadere per molte persone e aziende di mia conoscenza che, indipendentemente dall’ambiente che le circonda, continuano a macinare lavoro con onestà, competenza e dedizione, magari facendo lo sforzo di aggiornare i propri approcci e le proprie proposte ad un mondo che cambia ogni giorno di fronte ai nostri occhi.

Nel prossimo futuro continuerò, sia tramite questo blog che attraverso le mie proposte formative, a fornire idee, spunti e strumenti sul come gestire e moltiplicare al meglio le proprie risorse finanziarie ma, rispetto al passato, darò spazio crescente anche a tematiche e strumenti relativi al lavoro, al business e alla creazione di ricchezza.

Penso ce ne sia un grandissimo bisogno.

Fuor di statistica e di ipocrisia, la crisi è nella testa e nei comportamenti di chi lavora male.

Che si merita tutti i propri guai.

Roberto Pesce


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COMMENTI (1)

Da Mariano
Inviato il 16 dicembre a 20:21
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Quindi cari licenziati, cassa integrati, precari, tartassati, non più pensionati, giovani settantenni, padri di famiglia che non sapete più come sfamare i vostri figli, andate dallo psicologo!

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Non è che per caso vende contratti Enel energia???