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La cucina di New York: ricetta dell’American Pie di Nonna Papera

Da Lilimadeleine

american pieChi di noi non ha sognato di avere per nonna una papera, con una fattoria e un davanzale dove far raffreddare torte fatte in casa?

Io, per esempio, da bambina ogni mercoledì aspettavo il momento in cui avrei avuto tra le mani il nuovo numero di Topolino, sperando che ci fosse una di quelle storie dove Zio Paperone, Paperino, Qui, Quo e Qua si ritrovano alla fattoria di Nonna Papera. Dove immancabilmente c’era qualche manicaretto ad aspettarli.

Di solito era una torta appena sfornata e messa a raffreddare sul davanzale (pericolosamente, visto che Ciccio poteva allungare le mani in qualunque momento).

La ricetta era custodita all’interno delle pagine del Manuale di Nonna Papera, il mio primo ricettario (e credo di tanti altri), da poco riproposto in formato digitale. Certi classici non muoiono mai…

E allora siete pronti per la terza puntata della rubrica La Cucina di New York?

American pie the making of

Di solito lascio a Lino la parola, ma la ricetta è a firma di Paola, che gentilmente ha impastato, mescolato e infornato.

Io ho sempre creduto che Paperopoli esistesse davvero, o che si potesse riprodurre, vivente, in miniatura nella mia camera. Beh, sognavo di nuotare nel deposito e guidare la macchina di Paperino. E sognavo una volta di riuscire a trovare anch’io sul davanzale di Nonna Papera la crostata pronta e ancora calda. Non una qualunque, quella alta, gonfia e piena di mirtilli. O di mele. Ma a me piaceva quella di mirtilli, da difendere dalle grinfie di Cip e Ciop finché non arrivavano Qui, Quo e Qua. 
Io, cresciuto a torte e crostate di ogni genere grazie a mamma Fiore che ne sfornava una dietro l’altra, sognavo quella lì. Chissà perché. E non avevo il coraggio di chiederle di farne una uguale. È che temevo che così come la mia idea che Paperopoli esistesse o potessi riprodurla, vivente, in miniatura nella mia camera facesse ridere (quanto ha riso mia moglie quando pochi anni fa l’ho confessato per la prima volta…), anche lei ridesse di me. Che sciocco pensare che una torta simile esistesse veramente. 
Il tempo passa e modifica e cancella le cosa, oppure semplicemente le ripone nel cassetto in attesa che qualcuno, dopo tanto tempo le riscopra. E così nei miei viaggi in America, a New York, non l’ho cercata. Stavo scoprendo così tante cose, anche nei dolci, fresco innamorato di Pancakes, Donuts, Muffins e Waffles. 
E allora, solita sorpresa improvvisa che la vita sa regalarti, è stata lei a cercare me. Mi ha aspettato in un angolo di Pennsylvania, sperduto. Non avrei idea minima di dove si trovi quel luogo. Una sosta nel viaggio in macchina direzione Contea Amish. Quello che potrebbe essere uno dei nostri chioschi delle angurie dove ci si ferma per fare una pausa. Legna, lamiera, panche, scaffali. Non davanzali, ma scaffali. 
Ed eccola lì. Chiusa sotto e sopra e piena all’inverosimile dentro. Di mirtilli. Non marmellata, mirtilli. Neri da sporcarti per l’eternità. Miracolosamente rinchiusi dalla friabilità della pasta. 
Chissà se Nonna Papera mi stava guardando mentre mangiavo la mia fetta enorme. Cip e Ciop sicuramente sì. Sono ovunque, da quelle parti…

American Blueberry Pie: la ricetta 

di Paola Pistone – Nonna Papera per un giorno? Indossate il tradizionale grembiule, prendetevi un po’ di tempo e via. L’American blueberry pie l’abbiamo preparata così.

Intanto abbondante pasta frolla (ogni famiglia ha la propria ricetta, quindi tirate fuori la vostra!) per realizzare un primo cerchio da 30-32 cm e un secondo da 22 circa, entrambi di 3 cm di spessore.

Utilizzate una teglia da 22 cm imburrata e infarinata: con il cerchio di frolla più grande create la base e il lato della torta, che sarà così pronta ad ospitare il ripieno. Prima però lasciate il tutto per almeno mezz’ora in frigo.

american pie pronta
Nel frattempo preparate il ripieno: l’ideale sono i mirtilli freschi (mezzo chilo), da unire a un limone spremuto, scorza grattugiata, cannella, fecola (utile per addensare) e un paio di cucchiai di zucchero (mescolate il tutto e versatelo nella torta).

Se come noi siete fuori stagione, utilizzate una composta densa e con pezzi interi (sempre mezzo chilo): in questo caso, unite solo limone e cannella.

Versate il tutto nella torta, non abbiate timore di abbondare, e coprite con il secondo strato di frolla.

Fate 4 tagli nella parte superiore per fare in modo che non rischi di esplodere e lasciate riposare in frigo per un’altra mezz’ora.

Accendete il forno a 220° e lasciate cuocere per 20 minuti: quindi abbassate a 180° e proseguite la cottura per altri 30-40 minuti.

Lasciate poi raffreddare a lungo, il ripieno impiega molto tempo. Se avete a disposizione un bel davanzale è perfetto…

american pie fetta
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