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La doppia morale del Giornale

Creato il 30 gennaio 2011 da Demopazzia
La doppia morale del Giornale
“Resta intatto il nostro diritto di cittadini a poter disporre di responsabili della res publica che non siano nemmeno lontanamente sfiorati dal sospetto di una qualche contiguità col mondo della prostituzione. Perché andare a puttane non è affatto una cosa normale. Anzi, è la scorciatoia per mandare a puttane prima i governi e poi le nazioni”
Questa frase non la troverete su Repubblica o su Il Fatto. È la conclusione di un articolo di Stefano Lorenzetto che nel 2008 scrive a proposito della foto scattata a Sircana sorpreso per strada con un trans.
Ma non basta. Lorenzetto giustifica anche la gogna mediatica e quindi pure i postriboli televisivi.
la gogna mediatica per chiunque dimostri un qualche interesse verso coloro che si vendono per strada è ampiamente accettata come deterrente a tutte le latitudini. Il motivo lo capisce anche un bambino: sono clienti e guardoni i primi responsabili dello sfruttamento e della riduzione in schiavitù di migliaia di esseri umani”
“In ogni caso non si capisce perché il portaparola dell’esecutivo debba godere d’un trattamento di favore rispetto agli altri cittadini, moralmente riprovevoli, che si mettono nelle sue stesse condizioni”
In apertuta Lorenzetto spiegava bene però quello che rendeva diverso un portaparola dell’esecutivo da un comune cittadino.
“Io penso invece che vi siano reati etici peggiori di quelli sanzionati dal codice penale. Se il portavoce unico del Consiglio dei ministri, nonché braccio destro di Romano Prodi, nonché deputato, nonché componente della commissione cultura, scienza e istruzione della Camera, va in giro di notte ad abbordare transessuali, anche solo per scambiarci quattro chiacchiere o sbirciare come sono agghindati, non è per niente affar suo, ma di tutti. Un uomo pubblico che si rende ricattabile espone lo Stato a gravi rischi, al cui confronto l’estorsione diventa una bazzecola”
Per Lorenzetto ed Il Giornale che mai si è dissociato da quella scuola di pensiero se non in occasione del caso Berlusconi, è molto più grave che a prostitute ci vada un uomo delle istituzioni che un cittadino qualcunque.
Io tenderei ad essere d’accordo, anche perché se ci andassi io, non credo che sarebbero in molti ad avere interesse a ricattarmi, visto che oltre a non avere un soldo non ho neanche un briciolo di potere da spendere per eventuali candidature, “nomine, sui disegni di legge, sui finanziamenti, sulle mille decisioni che passano da Palazzo Chigi”. 
Gli unici ad averne interesse sarebbero stati appunto i sindaci di ogni colore e partito che a macchia di leopardo e a stagioni alterne si inventano ordinanze anti prostituzione con lo scopo di incassare multe e non far abbassare troppo il valore delle case di cittadini che creano appositi comitati, o i politici che hanno a cuore l’appoggio del vaticano, salvo poi invocare lo “scagli la prima pietra” nel caso in cui qualcuno del loro schieramento venga colto con le mani nel sacco. O meglio, nel pacco.


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