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La gratuità della parola non è carta

Creato il 11 aprile 2010 da Antonio Maccioni

La questione editoriale del momento manco a dirlo – affrontata in lungo e in largo tra la carta stampata e la Rete – è  il paventato avvento del libro digitale e gli scenari possibili del prossimo futuro. Ne ha parlato di recente Giuseppe Granieri e già a gennaio Antonio Dini affrontava la questione della dissoluzione su Nova del Sole24Ore.

Secondo il breve percorso di Antonio Dini tale rivoluzione più o meno annunciata non rischierebbe tanto di far scomparire il libro fisico, quanto di trasformare più o meno radicalmente le dinamiche di consumo del testo dei libri. Mp3 ed iPod, modificando comunque i relativi modelli di business, avrebbero allo stesso modo cambiato il modo in cui si consumava la musica, la televisione avrebbe cambiato il modo in cui si guardavano un tempo i film.

L’immobilismo attuale del mercato italiano – secondo lo stesso percorso – sarebbe l’unica alternativa del presente ad alcune questioni irrisolte. La prima: sarebbe alternativa alla pirateria delle digitalizzazioni non autorizzate, in un contesto dove la quota dei diritti (d’autore) andrebbe altrimenti completamente ricalcolata. Se il libro fisico poteva portarla fino all’8%, con il libro digitale – spiegano alcuni esperti – si potrebbe arrivare fino al 40%. Nel pezzo di Antonio Dini parlano al riguardo Marco Ferrario e Giuseppe Granieri.

Questione sostanziale e di fondo sarebbe inoltre la formula del pagamento. Tra gli scenari possibili, si inizia a riflettere sulla possibilità di fare micropagamenti, unica chiave che potrebbe permettere – secondo gli esperti di settore – un reale decollo del mercato. Ma se il libro – si domandava piuttosto Dini – volesse ritrovarsi come l’informazione davvero più libero e gratuito?


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