Magazine Società

La maternità invisibile. Partorire all’improvviso senza sapere di essere incinte

Creato il 21 giugno 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

La maternità invisibile. Partorire all’improvviso senza sapere di essere incinte

“Lui vive in te, si muove in te(…)E’ in te, respira in te” cantava Nek  nell’ormai lontano 1993, riferendosi alla miracolosa esperienza della gravidanza per una donna. La sua canzone in realtà voleva parlare ad una ragazza incinta che rifiutava la possibilità di diventare madre, andando contro a quello che viene comunemente chiamato “l’istinto materno”. In realtà questa “ribellione” femminile verso la natura, non è più un fenomeno così raro e scandaloso. In alcuni casi le donne manifestano apertamente il proprio rifiuto verso la maternità, sostenute dalla legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, in vigore dal 1978. In altri casi invece, il potere dell’inconscio sprigiona tutta la propria forza: è il caso del cosiddetto diniego di gravidanza. A differenza delle gravidanze nervose, che sono rarissime e ben conosciute (in questi casi la donna non è incinta ma manifesta sintomi della gravidanza), il diniego è un fenomeno poco noto e spesso confuso con quello delle gravidanze tenute volontariamente nascoste dalle future madri. La verità è che l’irrazionalità del diniego di gravidanza fa davvero paura: a livello medico, esso viene spiegato come “lo spostamento dell’utero della donna verso l’alto, lungo la colonna vertebrale o nelle regioni addominali, invece che in avanti, come avviene normalmente”.  Nessun pancione da accarezzare, dolori pressochè nulli per gran parte della gestazione, nessun aumento significativo di peso: il tutto finchè il diniego viene svelato e allora è proprio l’inconscio che restituisce al corpo della madre i sintomi che in precedenza aveva dissimulato. In psicanalisi il diniego viene descritto come “un meccanismo di difesa che l’individuo mette in opera per proteggersi da una sofferenza insopportabile”. Ed è proprio questo il nodo centrale attorno al quale ruota l’intero problema: gli esperti parlano, per le donne affette da questa “malattia”, di cattivo rapporto con il proprio corpo e di disturbi dell’alimentazione (bulimia e anoressia) a loro volta originati da un rapporto difficile con la propria madre. Una sorta di “malfunzionamento nel processo di trasmissione della femminilità dalla madre alla figlia”. Resta da chiedersi quali effetti possa avere sul neonato ”negato”, il fatto di non essere stati accettati durante la gravidanza: non serve essere psicanalisti per capire che l’aspetto affettivo/relazionale è una componente fondamentale per la vita di ogni essere umano. Ognuno tragga le proprie conclusioni.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine