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La Meglio Juventus – Uffa, però

Creato il 30 marzo 2013 da Vivalafifa @WlaFifa

Giocare Inter-Juve il Sabato Santo è una vera passione. Calcistica.

Non è una partita normale, non può esserlo dopo quello che è successo all’andata. La Juventus veniva da 50 partite senza sconfitte e non sospettava minimamente di perdere proprio quella partita. Anzi ne pregustava la vittoria magari di quelle da ricordare.

A dare realtà a questi pensieri anche il gol di Vidal al 18° secondo (in fuorigioco). Ma l’Inter nel secondo tempo diventò squadra, a sua insaputa avrebbe detto Scajola, e le cose cambiarono. Con la complicità di Conte che non intuì il pericolo e non modificò atteggiamento, come Bersani alle primarie del partito. Finì 3 a 1 per i bauscia.

La cosa si ripeté qualche partita più avanti con la Sampdoria di Delio Rossi che, addirittura in 10, espugnò l’Olimpico in rimonta con 2 gol di Icardi, che sembrò uno venuto da chissà dove, come Matteo Renzi nel PD.

Giocoforza, la dirigenza bianconera prese dei provvedimenti e mandò il Conte a scuola serale dall’allenatore in seconda Angelo Alessio che lo costretto a scrivere ogni giorno 100 pagine di quaderno a righe di seconda elementare in bella scrittura con la frase: “Quando sei in vantaggio, togli una punta e rinforza la difesa”.

L’Inter decise di ripartire da quella serata trionfante e dallo schema 4-3-3 che nel secondo tempo tanto aveva incantato. Moratti, in un momento di estasi, confessò: Murigno gli fa una pippa a Stramaccioni. Il sempre accondiscendente allenatore portoghese se ne ricordò, 19 partite dopo, quando fu chiamato dal presidente nerazzurro: “Non sono mica un pirla, io”.

A differenza della dirigenza bianconera, Moratti non capì una fava e così l’Inter ha inanellato una serie di prestazioni che hanno portato tanta gioia nei suoi tifosi che si sono goduti le giocate di Ricky Alvarez, di Gargano e soprattutto di Pereira.

Moratti, consigliato dal bel Branca, capisce che così non può andare avanti e minaccia interventi duri nei confronti della squadra. La pensa così anche Cassano che manda affanculo Stramaccioni. A Nagamoto hanno dovuto spiegare la storia d’Italia a cominciare dalla lotta tra gli Orazi e Curiazi.

La partita di ritorno si presenta sotto gli stessi auspici di quella di andata, ma Conte non lo vuol dare a vedere e cerca di sviare l’attenzione cambiando la tinta dei capelli utilizzando un pennello Cinghiale: “Grande testa, grande pennello”.

Per maggior sicurezza, non esita a dichiarare in conferenza stampa che non avrebbe problemi a diventare l’allenatore dell’Inter. “Se ciò dovesse accadere, sarei il primo tifoso dell’Inter”. Marotta sta ancora ridendo con la lacrima all’unico occhio.

A questo punto non gli rimane altro che evitare di ripetere gli stessi errori della partita di andata. Infatti, al 2° minuto è già in vantaggio con un tiro da 25 metri di Quagliarella che a fine partita dirà: “Questi gol non mi riescono mai, oggi sono stato molto fortunato”.

Qualcuno nota che Conte in panchina tira fuori una bottiglietta di acqua benedetta che funziona in due occasioni dove l’Inter sfiora il gol del pareggio con un tiro di Cassano deviato sia da un difensore e da Buffon elegantemente vestito in fucsia. Nel secondo tentativo il portierone smanaccia sulla linea di porta un colpo di treccina di Palacio.

La Juve risponde alla grande con Padoin e Asamoah sulle fasce laterali. Ad un certo punto si legge il labiale di Conte che chiede al suo secondo in panchina: “Ma chi li ha messi in formazione? Chiamatemi subito Peluso”. Pirlo, intuendo il disastro chiama Pogba e lo manda a scaldarsi mentre, come fece Vidal nell’occasione del secondo gol interista all’andata, perde il pallone a centrocampo.

Rapido contropiede e Cassano fa imbucare Palacio che infila Buffon con un preciso rasoterra a fin di palo. Conte la prende con filosofia e calma insultando tutti gli ottantamila tifosi per nome. La squadra capisce che potrebbe andare a letto senza cena e soprattutto che sarebbe vittima degli sfottò di Vucinic.

La reazione è veemente e 5 minuti dopo, Quagliarella si avventa su un pallone che tutti avevano giudicato troppo lungo e destinato ad uscire. Ma il nostro eroe inserisce il turbo, raggiunge il pallone, lo lancia in area a Matri che uccella Handanovich con un tunnel. Matri ringrazia Quagliarella per il passaggio e Ranocchia per non aver interferito.

La partita finisce 1 a 2, come le ultime 5 volte che la Juventus ha vinto a San Siro. Uffa, però.

Nonostante la posta in palio, le squadre si sono affrontate in maniera cavalleresca e sempre pronti a scusarsi con l’avversario dopo ogni fallo. Così come ha fatto Cambiasso dopo aver capito che Giovinco non avrebbe terminato oggi la sua carriera di calciatore grazie ad un su intervento sulla tibia determinante per il risultato finale della partita.

Conte è intervenuto prontamente per sedare gli animi prendendo a braccetto proprio Cambiasso. Dal labiale si è intuito che Conte gli abbia detto: “Questi interventi non si devono fare, almeno finchè io non sarò allenatore dell’Inter”.

Con questa vittoria la Juve mantiene il vantaggio sulle inseguitrici e potrà preparare la partita di martedì in Scempion Lig contro il Bayern di Monaco. L’Inter con questa sconfitta potrà preparare il prossimo campionato visto che non giocherà in Scempion Lig.

Migliore in campo: Il futuro allenatore dell’Inter.

 


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