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"La moglie del poliziotto" di Philip Gröning esce in Italia il 25 Novembre, distribuito da Satine Film‏

Creato il 12 novembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
IL FILM 
Una giovane coppia, una tenera bambina bionda, una casa accogliente, una bellissima campagna che li circonda. Sembrerebbe la rappresentazione idilliaca della famiglia felice: amore e complicità, serenità e armonia.
Eppure, dietro i volti puliti e gli sguardi sorridenti e apparentemente sereni di questa giovane famiglia, si nasconde il segreto più terribile e aberrante. Quello della violenza che si annida nel focolare domestico, della sofferenza che non si può gridare al mondo ma che si è costretti a nascondere per proteggere ciò che al mondo si ha di più caro: i propri affetti.
E' questa violenza travestita da amore che il regista Philip Gröning vuole rappresentare in 175 minuti di film, strutturati in 59 capitoli di durata diversa, momenti emblematici della quotidianità dei protagonisti.
Senza spettacolarizzazione, ma con la delicatezza che contraddistingue tutta la sua opera cinematografica, Philip Groning proietta lo spettatore in una realtà tanto terribile quanto credibile, percepita e riprodotta con tempi cinematografici personali che ricordano quelli della vita, lenta e inspiegabilmente dolorosa, dei suoi protagonisti.
Come già nel suo film capolavoro (Il Grande Silenzio) dove ritraeva con attenzione e riserbo la quotidianità dei Monaci della Grande Chartreuse, cosi ne «La moglie del Poliziotto» il regista osserva l’amore e la violenza che si alternano, talora intrecciandosi e fondendosi, tra le mura domestiche, realizzando un’opera di dilaniante e sconcertante attualità.
Un'opera cinematografica che la giuria del 70esimo Festival di Venezia, presieduta da Bernardo Bertolucci, ha voluto premiare con il prestigioso Premio Speciale alla Giuria 
LA TRAMA 
Uwe e Christine sono una giovane coppia tedesca che abita in una casetta di periferia insieme a Clara, la loro bambina di cinque anni. Uwe fa il poliziotto, Christine trascorre le giornate a casa, dedicandosi interamente alla cura della piccola.
Christine nutre Clara di un amore smisurato. Cerca di insegnarle a cogliere la bellezza della natura che la circonda: i fiori, gli animali sono un’occasione di complicità con la piccola e un modo per farla crescere in un ambiente sereno, lontano dai pericoli.
Ma lo sguardo amorevole di Christine e l’apparente armonia che cerca di creare intorno alla sua creatura vorrebbero arginare una terribile realtà e un pericolo tanto più atroce quanto imprevedibile: quel giovane biondo, marito innamorato, che diventa a tratti ossessivo e violento, quel padre affettuoso che diventa improvvisamente lontano e distaccato.
Irrazionale e possessivo, Uwe lascia sul corpo di Christine i segni di una violenza di cui nemmeno egli stesso è davvero consapevole. Una violenza che, oltre ad umiliarla, mina profondamente le sue certezze e il suo amore.
Christine si aggrappa alla piccola come a una boa di salvataggio. Non vuole arrendersi all’evidente malessere di un uomo che, a suo parere, non è cattivo. Ma la sofferenza e l’isolamento finiranno per trascinarla in un vortice profondo: un tunnel senza ritorno.

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