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La nobile Arte del difendere un uomo, ovvero un avvocato in cerca d’identità…

Da Avvluanaelia

La filosofia per un Avvocato è importante. Ma la filosofia nel senso nobile del termine, non nel senso di mero sofismo, atto a rendere digeribile la difesa dell’indifendibile.
Non so oggi l’organizzazione della didattica delle facoltà di giurisprudenza, ma ai miei tempi c’era “Filosofia del Diritto”, materia stupenda, incentrata sul “Valore” e sui “valori” del Diritto, sui principi naturali del diritto, sullo scopo della norma.
Si trovavano dentro i grandi pensatori, i nobili scopi dell’Arte del difendere, i nobili scopi della norma giuridica, concetti che una volta scaraventati nella giungla dei Tribunali, vanno a farsi benedire.
Ma un po’ per predisposizione, un po’ per cultura, io me li ricordo bene, così bene che mi pongo sempre la stessa domanda: possibile che sia tutto qui?
La nobile Arte del difendere un uomo, ovvero un avvocato in cerca d’identità…Possibile che dopo Grozio, S. Agostino e, più tardi, per curiosità personale, Gandhi, non ci sia altro modo per ridare dignità a questa professione? Ma la nobile Arte del difendere un uomo e i suoi interessi esiste ancora? O ci stiamo semplicemente arrabattando nella giungla normativa, cercando disperatamente di tenere in piedi una lite, che finché esiste lei esistiamo anche noi come avvocati? La nostra importanza è dovuta solo a questo dunque?

Io credo di no, credo che sia così per quanti si lasciano sedurre da un sistema giuridico, che sempre più identico a una farsa, promette onori e ricchezze.
Ma c’è anche chi non si lascia sedurre, chi non ha bisogno d’identificarsi con la giungla normativa, per trovare la sua identità. Se la professione oggi attraversa una crisi profonda d’identità è a causa del fatto che, da troppo tempo ormai, è diventata la “sedotta” per eccellenza.
Ma esiste anche altro, la filosofia ce l’ha insegnato…esiste la disobbedienza alla norma giuridica.

La nobile Arte del difendere un uomo, ovvero un avvocato in cerca d’identità…
Ogni norma ha in sè un quid di ingiusto ed è in questi casi, affinché si possa tornare a parlare di etica, in una professione oggi in profonda crisi d’identità, che si deve tornare alla nobile Arte del difendere un uomo e i suoi interessi, rinunciando a creare prolungamenti dei suoi problemi in Tribunale. Ci rendiamo conto? Che siamo diventati dei moltiplicatori dei problemi umani?
L’Avvocato deve allora creare, come un’artista, mantenendosi nei confini del diritto naturale, per arrivare a soluzioni concrete, senza dover ricorrere, per forza al Giudice, dove la norma ingiusta è sempre in agguato.
Così facendo, funge da deterrente ai conflitti e non si lascia sedurre dal sistema giuridico e la norma diviene solo l’extrema ratio da applicare, non un dogma da seguire, da applicare solo nel caso in cui le parti non abbiano trovato da sè, o con l’aiuto dell’esperto Avvocato il modo di autoregolamentarsi.
Ecco, così altro che azzeccagarbugli! Sarebbe una professione con funzione deflattiva del contenzioso e non un moltiplicatore delle liti e quanto romantica, quanto creativa e rivoluzionaria sarebbe…questa è la Professione che mi piace!


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