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La particella di Dio: in nomen est omen?

Creato il 07 luglio 2012 da Ilnazionale @ilNazionale
La particella di Dio: in nomen est omen?

Bosone di Higgs

7 LUGLIO – La notizia della scoperta della cosiddetta “Particella di Dio” è ancora abbastanza recente, ma ha già fatto il giro del mondo. Dal punto di vista scientifico è impossibile giudicare quanto essa meriti di essere diffusa, visto che solamente gli “iniziati” a tale conoscenza, la scienza Astrofisica appunto, possono comprendere effettivamente quale peso questo evento abbia nel mondo scientifico. E così anche la filosofia, intesa nel suo senso più generale, sarà modificata da questo tassello, sebbene sia difficile definire in quale misura. Il Bosone di Higgs è certamente una novità importante, ma pensare, per gli scopritori, di poter spiegarne i meccanismi e l’utilità al grande pubblico, è assurdo, vista la complessità dell’argomento. C’è però un fatto di particolare rilevanza, dal punto di vista culturale, vale a dire il nome che questa particella ha assunto. Il termine “Particella di Dio” è nata nel 1993, quando il Premio Nobel Leon Lederman scrisse il volume The God Particle. If the universe is the answer, what is the question?, dove il Bosone di Higgs veniva chiamato dall’autore The Goddamn Particle, cioè “la Particella Maledetta”, così definita per la difficoltà che si riscontrava nel trovarla. Il termine fu poi modificato dall’editore, che lo mutò in The God Particle, probabilmente per ragioni pubblicitarie. Il libro, visto il titolo così audace, ebbe molto successo anche fra i non specialisti, ed investì in breve tempo il vocabolario parascientifico occidentale. Molte furono le critiche a questo termine, e le voci religiose si fecero sicuramente sentire. Di certo, l’editore manifestò grande audacia e scaltrezza, visto che, come ormai si sa, la critica su larga scala è la migliore forma di pubblicità, soprattutto se il testo tocca elementi sacri e religiosi (si pensi semplicemente a Il Codice Da Vinci o Angeli e Demoni di Dan Brown) e ancora oggi assistiamo, con questa pubblicità, agli effetti di tale decisione. La scoperta ha forse ricevuto danno da questa scelta editoriale, per il fatto che rischia di essere sopravvalutata, e quindi di diventare un elemento di cronaca quotidiana, allontanandosi dall’effettiva importanza scientifica che ha, ma anche di essere sminuita e condannata. La Santa Sede non sembra ancora aver fatto sentire la sua voce, ma certamente i teologi vaticani e cattolici più in generale non mancheranno di valutare quanto questo termine sia appropriato. La Teologia e la Scienza sono correlate fra loro, e il dialogo fra queste due discipline è costante, ma talvolta pare che il mondo scientifico voglia sfidare quello cattolico e religioso con questi desideri di verità, che potrebbero essere bollati come “superbi”, dettati dalla “vanam curiositatem”.

La particella di Dio: in nomen est omen?

Leon Lederman

Altra questione sarebbe poi comprendere se il termine “Particella di Dio” sia effettivamente accettato e usato nel mondo scientifico, o se invece gli scienziati, in nome della loro disciplina, lo rifiutino e sia quindi solamente uno strumento della stampa e dell’informazione. Il mondo scientifico, che si è mostrato giustamente fiero di questa scoperta, potrebbe avere quindi serio danno da queste nomenclature mediatiche. In una simile scelta c’è, effettivamente, una strumentalizzazione culturale, che prende come strumento di pubblicità la divinità, attirando gli sguardi verso di sé. Il dialogo fra Scienza e Religione è arduo, ma portato avanti con forza, soprattutto in questo secolo in cui la Scienza sembra avere sempre maggior peso, e vorrebbe talvolta elevarsi e religione, a strumento onnicomprensivo della realtà. Ma quando, come stiamo constatando, le due posizioni non sono rispettate, quando vengono presentate al mondo scoperte in modo errato, come è appena accaduto, allora il dialogo si fa ancora più arduo. Simili libertà sono segno di alcuni cambiamenti culturali che stanno investendo anche l’immaginario popolare, visto che, sempre più spesso, nella letteratura semiscientifica o fantastica contemporanea, si sviluppa l’idea di poter raggiungere una Verità attraverso l’intelletto, cercando di coniugare la Scienza con la Religione, la Teologia con l’Astronomia, la Fisica e la Metafisica. Ma il risultato è uno stato di con-fusione, in cui diventa impossibile distinguere, nella cultura popolare, le varie discipline. Questo atteggiamento rischia, infine, di sminuire le discipline che vengono mostrate attraverso queste opere in modo molto superficiale, si potrebbe dire addirittura irreale. Tuttavia la passione per il mistero permane. La speranza è che i vari mondi accademici sappiano reagire con prudenza e saggezza alla scoperta della Particella di Dio.

Enrico Cipriani


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