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La poesia eleva lo spirito

Creato il 11 aprile 2011 da Presidenziali @Presidenziali
La poesia eleva lo spiritoIn una cittadina della Corea del Sud vive Yang Mija, donna dal piacevole aspetto che si avvia alla vecchiaia dignitosamente, dalle scarse risorse economiche, lavora saltuariamente come badante di un anziano rimasto disabile in seguito ad un ictus, ed abita in un piccolo appartamento con a carico il nipote adolescente (lasciatole da una figlia che vive e lavora in un’altra città) con il quale ha un normale rapporto di confronto-scontro generazionale. Mija vive comunque felice, indossa sempre simpatiche camicie floreali, frequenta un corso di poesia, poiché quando era bambina il suo maestro le disse che sarebbe diventata una grande poetessa, ma non è ancora riuscita a scrivere il suo componimento. Il suo mondo è gentile e colorato, fino a quando non viene risucchiata da un vortice di complicanze e oscurità, un turbine di eventi nefasti riempie la sua semplice esistenza. Lee Chang-Dong racconta (tema presente anche nel suo precedente lavoro Secret Sunshine) la forza della protagonista dalla personalità volutamente enigmatica, anche a causa della sua malattia, che prende coscienza gradatamente dei drammi della vita, e ci mostra un pò alla volta la meschinità e la brutalità dell'uomo in eterno contrasto con lo splendore e la grandezza della natura. La realtà umana è cruda, spietata, c'è morte, dolore, violenza, e non c'è compassione, Lee Chang-Dong evidenzia la piena scissione tra uomo e natura che si avvicinano e si comprendono solo grazie alla poesia, che è esperienza visiva e uditiva, e soprattutto una sfida emotiva, solo il poeta è vicino alla redenzione. Un dramma delicato, sensibile e lineare, ma mai scontato, di un'ambiguità deliberata, vince meritatamente il premio per la miglior sceneggiatura a Cannes 2010. Da evitare comunque la visione al secondo spettacolo, sono pur sempre 140 minuti di pellicola, ricchi di campi lunghi e poetici silenzi.
voto: 6.5

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