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La positiva esperienza Norvegese della Mediazione Familiare Obbligatoria

Da Psychomer
La positiva esperienza Norvegese della Mediazione Familiare Obbligatoria Il 1 gennaio del 1993 è entrata in vigore la legge della Mediazione Obbligatoria per le coppie, sposate o conviventi, che intendono separarsi e che hanno figli minori di sedici anni. E’ utilizzata altresì per l’osservazione di coppie che non vivono insieme, ma per cui, uno dei due genitori, intenta una causa legale per l’ottenimento della custodia e della residenza esclusiva del figlio. Il proposito della Mediazione è di porsi in relazione alla responsabilità parentale per comprendere il contesto nel quale il bambino risiede in modo da aiutare a trovare la via migliore per esso; questo è esplicitato chiaramente nella sezione ventisei dell’articolo Norvegese sul matrimonio: “the purpose of the mediation is to reach an agreement concerning parental responsability, right of access or where the child or children shall permanently reside, with due emphasis on what will be the best arrangement for the child\children”. La Mediazione è un aiuto sia per i genitori sia per i figli , a differenza dell’Italia dove la si ritiene quasi sempre una pratica solo per i coniugi.
In Norvegia la Mediazione serve soprattutto per aiutare i figli ad elaborare il cambiamento familiare. Le ricerche hanno dimostrato che dopo sette ore di Mediazione è possibile individuare una cooperazione efficace e produttiva sia per i bambini sia per gli adulti. E’ opportuno sottolineare che solo la presenza alle sedute di Mediazione sono obbligatorie: le parti non sono obbligate a raggiungere un accordo. Con la Mediazione Obbligatoria vengono anche valutate le capacità genitoriali, in questo modo il governo potrà decidere in che luogo dare la residenza stabile al bambino. Dal 1995 se l’accordo viene trovato volontariamente è possibile avere l’affido congiunto.
La Norvegia si caratterizza inoltre per essere, insieme ad Andorra, un Paese che ha messo in atto un valido programma di informazione riguardo alla mediazione familiare attraverso materiale scritto e l’utilizzo dei media.
In conclusione, seppure la mediazione obbligatoria possa risultare ancora discutibile, l’intera comunità Europea si è trovata concorde, nella terza conferenza Europea sulle leggi familiari avente come soggetto “Leggi familiari nel futuro” (Cadiz, Spagna, 20-21 aprile 1995), nel considerare l’importanza della mediazione e di altri processi utili alla risoluzione delle dispute familiari e nell’esame di una possibile preparazione di uno strumento internazionale contenti i principi relativi ad essi.
Ciò che viene raccomandato rispetto ai servizi riguardanti le dispute familiari, con una particolare attenzione alla separazione e al divorzio sono in sintesi:
• Promuovere l’approccio consensuale.
• Proteggere gli interessi del bambino, in particolare quelli legati alla custodia;
• Minimizzare le conseguenze emotive-affettive.
• Supportare la continuità della relazione con entrambi i genitori.
• Ridurre i costi economici e sociali delle separazione e del divorzio sia per le famiglie che per lo Stato.
L'esperienza positiva della Norvegia dovrebbe portarci a concentrarci sulla tutela dell'interesse del bambino, piuttosto che combattere per il carattere imprescindibile della non obbligatorietà (....come se la Mediazione Familiare fosse l'unico servizio educativo non obbligatorio.... ).

Bibliografia

J.WALKER, Introduction to family mediation in Europe and its special characteristics and advantages, in Family mediation. Europe 4th European Conference on family law. Strasburgo 1-2 ottobre 1998, Germany, Council of Europe publishing, 2000, p.26
S. 26 Marriage act; http://www2.law.uu.nl/priv/cefl/Reports/pdf/NorwayApp02.pdf
C. CERRAI, S. CIOCCHETTI, P. LA VECCHIA, I. PIPPONZI, E. VARGIU, Manuale pratico di separazione e divorzio, Santamarcangelo di Romagna, Maggiole Editore,2009, p.233
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COUNCILE OF EUROPE, Family mediation, Strasbourg, Council of Europe Publishing, march 1999, p.13.
J.L.RENCHON, Espace-rencontre nella comunità francese del belgio, in in C. MARZOTTO e P. DALLANEGRA, (a cura di) Continuità genitoriale e servizi per il diritto di visita. Esperienze straniere e sperimentazione in Italia, Milano, Vita e Pensiero, 1998, p.8

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