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La principessa sul pisello

Creato il 05 ottobre 2011 da Miwako
Io, qui, in questo posto, non parlo mai di politica. Non parlo di malasanità, di insulti quotidiani alla Costituzione, di bieche realtà lavorative, di contratti (anche se sarebbe più lecito chiamarli estorti, a questo punto) che offrono una raggiera di garanzie che vanno dall'assenza di ferie e permessi, alla mancanza totale di assicurazione in caso d'infortuni, passando per il salario che è molto più vicino a quello di un bambino cambogiano che lavora alla Nike*, piuttosto che a quello di una persona adulta, membra di uno stato dell'Unione Europea. *il tutto, ovviamente, in circostanze assolutamente legali, il che la dice lunga sullo stato in cui versa la legislazione italiana.Ma io, un'opinione su tutto questo, ce l'ho.  E' solo che questo è un blog parziale ed egocentricamente introspettivo. Al massimo, mi lancio in trattati interminabili che finiscono per sfociare nell'ambito sociologico, psicologico, comportamentale della realtà, da cui a volte si può leggere tra le righe quali siano le linee generali del mio pensiero. Ma per il resto, la dimensione di questo posto, rimane prettamente slegata dalla realtà.Riflettendo su queste cose, finisco per domandarmi quale idea si costruiscano, di me, le persone che mi leggono senza conoscermi di persona (eccola che ritorna sul personale). Non sono così concentrata su me stessa da non accorgermi di cosa mi succede intorno. Ma visto che non sono brava a parlare di me al di fuori di qui, (a differenza dei fatti quotidiani, su cui ho sempre mooolto da dire), questo è sempre stato un posto consacrato all'interiorità, in cui medito sui fatti, uso gli avvenimenti come spunti per riflessioni che porteranno altrove, in cui lascio che venga fuori tutto o quasi.
Poi però, ogni tanto, mi capita di leggere certe cose, e proprio non ce la faccio, a non venire qui e parlarne. Nel caso specifico, sono incappata in un articolo che cerca di gettare luce sugli eventi relativi all'11 settembre. Già da un pezzo, la mia opinione a riguardo, era controversa; sapevo che le cose non tornavano, solamente mi sembrava abominevole l'ipotesi di un auto-attentato. Avevo paura di ammettere la possibilità che, nonostante tutto, siamo ancora in grado di fare cose terribili, oscene, impensabili. Ma cosa di c'è più tremendo di un gigantesco attentato terroristico che causa quasi 3000 morti? Un FINTO E AUTOINFLITTO attentato terroristico che causa quasi 3000 morti, ecco cosa c'è. E così, senza mai aver messo insieme quelle informazioni che intuivo tornare alla perfezione, mi limitavo a sapere che le cose non fossero andate com'erano state dipinte, senza però riuscire a fronteggiare la verità completa. Fino ad oggi. Leggetelo. Leggetelo e ditemi che pensate che questo sia solo il parto di una mente veramente contorta e fantasiosa. Per chi non avesse voglia di leggerlo (cosa comprensibile vista la lunghezza superiore a quella di miei post), cito solo una frase " Ma proprio nessuno ha fatto caso a queste coincidenze? Non esattamente: parecchi hanno rilevato, ad esempio, la stranezza del fatto che per l’inchiesta sull’affaire Clinton-Lewinsky vennero spesi complessivamente 62 milioni di dollari, mentre per l’inchiesta sui fatti dell’11 Settembre se ne spesero 3". No, dico, SESSANTADUEMILIONIDIDOLLARI.
SESSANTADUEMILIONIDIDOLLARI  per una fellatio e TREMILIONI per un attentato che ha raso al suolo due colossi di 110 piani ciascuno uccidendo 3000 persone??? Vi sembra qualcosa che abbia minimamente senso nell'ottica di un effettivo attacco terroristico islamico? A me, no.
Credo si possano dire molte cose di me. Ma non si può certo dire che io sia una complottista. Non vedo complotti dove non ci sono e non ne organizzo di miei, non sono proprio il tipo. Ma qui, non si tratta di semplici paranoie, o di idee varie ed eventuali su quanto siano opinabili i fatti. Qui si parla dell'integrità dell'informazione, che (semmai c'è stata) è venuta a mancare. In realtà, in dosi variabili, è sempre stato così. Limitandoci ad un paio di fonti informative generiche, scelte a caso tra quelle offerte dai vari palinsesti o dalle diverse testate, non c'è modo di venire a conoscenza de soli fatti, puri, integri e scevri da squallide logiche politiche.
Ricordo che, tempo fa, una mia amica di San Pietroburgo, mi disse di aver scoperto tanti fatti storici solo una volta uscita dalla Russia; e non credo che l'atmosfera negli sperduti villaggi cinesi sia molto diversa.
Ma, forse, non lo è neppure qui, nel Bel Paese; anche noi, con tutto il nostro patrimonio artistico, la nostra tanto conclamata libertà, cultura,  leggerezza, siamo vittime inconsapevoli di queste omissioni.Me ne resi conto quando, per la prima volta, realizzai cosa fosse l'Apartheid. Me ne resi conto perchè ciò non avvenne tra i banchi di scuola. MAI. Perciò iniziai a riflettere sul fatto che, probabilmente, erano milioni di milioni le ingiustizie taciute dai media, le guerre invisibili ai libri di storia, le vittime mute accanto a noi. Cose che accadevano senza che nessuno ne facesse parola. E in un mondo in cui la gente, la massa, ha una fiducia considerevole nei mezzi di comunicazione, se una cosa non viene menzionata, o non è successa o non è importante. L'opinione pubblica, ormai corotta ed interdipendente dai mass media, non ha più una sua coscienza. Un gregge di pecoroni, gretti, incolti, ignoranti, ottusi e fieri di esserlo. E pure insolenti. Così insolenti da prendere per buona un'opinione già bell'e confezionata dal pensiero comune e dai tiggì, senza nemmeno prendersi la briga di contro-informarsi, verificare i fatti, cercare sotto quello che viene mostrato. E gli esempi, solo i più lampanti, sarebbero centinaia, oltre a questo. Come il panico indotto per l'H1N1, la paura dello straniero somministrata in generosi dosi quotidiane, il glissaggio, poco elegante, sul comma 29 dell'odierno DDL sulle intercettazioni, tanto per citarne una fresca di... Fresca di che? Di stampa? No, non si può. Omertà, è la parola d'ordine. Proprio un bell'esempio di democrazia moderna. Cosa fare quando le cose negative di cui discutere diventano troppe e troppo ingombranti? Si manda a spasso chi ha commesso gli illegittimi? Naaah, troppo onesto, qui c'è la mafia, se si può sedere su una poltrona di pelle umana che si è rubata, perchè alzarsi? Si rinuncia a dei privilegi immeritati per favorire la rinascita di un paese che potrebbe ancora farlo? Macchè scherziamo? Mica siamo scemi da queste parti. Ladri si, scemi no! Si prova a risolvere la situazione con impegno, umiltà e collaborazione? Risate. Qui, solo chi comanda può avere un'opinione. E quella di chi comanda, è che noi non possiamo dissentire. Pena, censura e conseguente rettifica. Zi Badrone.
Tutto, quadra spaventosamente. La massa si affida ai mass media per sapere da che parte schierarsi. I mass media, non fanno più informazione, fanno i lacchè, i lucidascarpe, gli specchietti per allodole, a seconda di ciò che viene loro richiesto. Quindi, ciò che dovremmo pensare, ci viene suggerito subdolamente giorno dopo giorno, noi non dobbiamo più preoccuparci di pensare e crearci una cultura indipendente. Un vero sollievo. E questa, non è la mia personale opinione, non è IL MIO modo di vedere le cose. E' un fatto. Punto. Un piccolo appunto, giusto a dimostrare che le cose, potrebbero non essere così. Ci sono Paesi in cui ai mezzi d'informazione viene LEGALMENTE VIETATA l'eventualità di rendere nota la nazionalità di chi ha commesso un crimine. Non dovrebbe essere una cosa opinabile, ma UNIVERSALMENTE ritenuta giusta e sensata. Perchè strumentalizzare la nazionalità di qualcuno per fomentare dissapori razziali, per quanto ne so io, è meschino e ingiusto, è roba da stupidi, ignoranti, roba da regime totalitario. Dopo un mese in Italia, hai l'impressione di poter dire che, statisticamente, il solo fatto di essere rumeno aumenta le tue possibilità di diventare uno stupratore da 0,1% a 80%. E questa cosa, a me, fa una tristezza inaudita.
Meglio che mi fermi qui, che sennò poi rischio di diventare riottosa. Ho ancora un'infinità di piselli sotto al mio materasso. Magari, piano piano, li tiro fuori tutti.

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