Titolo: La prova del miele
Autore: Salwa Al-Neimi
Editore: Feltrinelli
Anno: 2008
“Mi piacciono i segreti. Queste storie, che nessuno conosce all’infuori di me, sono il senso della mia vita. Una vita intera che appartiene solo a me, che non spartisco con nessun altro. Mi basta chiudere gli occhi per gustare il piccolo miele del piacere, per leccare il suo sapore sulle mie labbra. Mi basta chiudere gli occhi perché mi si disegni davanti un’immagine fatta di suoni, colori, odori, tatto e gusto. Mi basta”.
Ora non è più un segreto che una donna, araba, una bibliotecaria, una creatura linguistica che ama le parole abbiaconosciuto il Pensatore e dopo di lui, altri uomini.
Le parole per lei sono strumento d’amore tanto quanto il corpo.
Il Pensatore le ha insegnato a parlare di sesso, perché “L’amore fatto con le parole è totale e violento. Non manca nulla: dal respiro dell’eccitazione ai brividi sulla pelle; dai primi infradiciamenti ai battiti del cuore[…]. Il più grande piaceredopo l’amore è parlarne…”
La lingua giusta per farlo è l’arabo, perché, ci dice la scrittrice Salwa Al-Neimi, la cultura araba è una cultura di libertà. Per rendersene conto oggi basta leggere testi arabi antichi sull’erotismo e non solo, in cui non esistono pregiudizi o giudizi morali sul tema, ma solo il piacere di scrivere dell’atto sessuale e dei suoi benefici per il corpo, l’anima e lo spirito. I richiami a questi testi antichi affascinano il lettore ignaro e stupiscono per la loro semplicità disarmante.
“Se mia madre avesse letto sui baci le cose che ho letto io nei testi antichi, non avrebbe tirato in ballo gli angeli e, invece di darmi il permesso, mi avrebbe detto che - il bacio per primo stimola la passione e aumenta la potenza sessuale, provoca erezione ed eiaculazione. Il bacio fa issare le verghe e accende le vulve, soprattutto se l’uomo, tra due baci, si diletta a mordicchiare e pizzicare con tenerezza - Di madri così sagge da insegnare alle figlie l’arte della seduzione se ne incontrano solo nei testi erotici”.
Le pagine di questo libro sono colme d’amore, anche se la poetessa siriana ci tiene a sottolineare che non si tratta di un libro erotico, etichettato così dalla stampa internazionale. Il libro, uscito per la prima volta in Libano, censurato in moltiPaesi arabi, parla prima di tutto della cultura della libertà edell’importanza delle parole come veicolo di conoscenza in ogni campo e, certamente, anche nei rapporti tra uomo e donna.
L’immagine di una donna sottomessa, anche sessualmente, al dominio del maschio è fortemente radicata in molte culturedove la separazione tra corpo e anima è netta e dove la ricerca del piacere sessuale si riduce a pratica infima ed indegna. Tanto vale quindi non parlarne.
La protagonista di queste pagine non è di questa idea. Ed ecco quindi che le parole, che sgorgano lente e dolci dalla sua bocca, diventano esse stesse fonte di piacere sublime, lasciando i suoi lettori letteralmente incantati. Scrive il “suo” saggio sull’erotismo semplicemente dando voce ai suoi segreti e, tra essi, al Pensatore, espediente necessario per parlare d’amore e quindi di sesso.
Una cosa è certa, la prova del miele per la scrittrice doveva essere il miele e così è stato.
“Noi tutti abbiamo un Pensatore o una Pensatrice (forse più d’uno) che ci aspetta in qualche angolo di questo mondo per rivelarci come siamo, per farci scoprire le nostre capacità, per farci addentrare nel nostro labirinto interiore […] Potremmo perderlo con una parola, un’alzata di spalle, un viaggio rimandato, con una frase inopportuna, per un timore ancestrale, perché abbiamo accettato le regole di un gioco che ci umilia. C’è chi vive e muore senza incontrare questo suo essenziale altro sé, che gli aprirebbe porte chiuse sul mondo. C’è chi vive e muore senza mai tramutarsi nel tizzone che infiamma ogni cosa accanto, ogni persona accanto. C’è chi vive senza conoscere la via che porta al suo corpo e al corpo degli altri”.