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La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi

Creato il 31 dicembre 2015 da Nasreen @SognandoLeggend

La ragazza nella nebbia

di Donato Carrisi


La ragazza nella nebbiaTitolo
: La ragazza nella nebbia
Autore: Donato Carrisi
Serie: //
Edito da: Longanesi (Collana: La Gaja Scienza)
Prezzo: cartaceo 18,60 € // 8,99 ebook
Genere: Thriller, Giallo
Pagine: 350 p.

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Trama:«La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro… E io le do quello che vuole.» La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l’auto dell’agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente.
Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l’agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte, lontano da Avechot.
Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico.
Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l’indagine grazie all’attenzione e alle pressioni del «pubblico a casa». Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera.
Questo è il suo gioco, e questa è la sua «firma». Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, sicuro dei propri metodi, per far sì che un crimine riceva ciò che realmente gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un’audience. Sono passati due mesi da tutto questo, e l’agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali.
Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell’incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti?

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Recensioneù

                       di Simog55

“La giustizia non fa ascolti.
La giustizia non interessa a nessuno.
La gente vuole un mostro… E io le do quello che vuole.”

Parole lapidarie e disturbanti. Parole agghiaccianti che, mano a mano che si procede con la lettura di questo thriller, entrano in “circolazione” dentro di noi e ne usciamo cambiati in modo irreversibile.

“La notte in cui tutto cambia per sempre…”, queste le parole che, giorno dopo giorno, si incideranno nelle nostre menti e nelle nostre coscienze, scavando fino in fondo dentro di noi. La lettura di questo libro, almeno per me, non è stata facile… troppi i paragoni con la dura realtà che regolarmente leggiamo nelle pagine di cronaca nera quasi ogni giorno! Se da una parte, perciò, le situazioni che vengono affrontate sono, purtroppo, lo specchio nel quale siamo tristemente riflessi, ecco che il punto di vista che ci offre l’autore è qualcosa di nuovo, di particolare.

Un pomeriggio nebbioso una bambina di 13 anni sparisce da un piccolo paesino delle Alpi. È una bambina come tante,paese nella nebbia non è particolarmente bella, non ci sono ricchezze da sfruttare… insomma un caso come tanti, se così si può dire.

Ecco però che nel paese arriva l’agente speciale Vogel, un uomo famoso per il suo acume e anche per la capacità di trasformare una semplice indagine in un “caso” mediatico.

Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l’indagine grazie all’attenzione e alle pressioni del «pubblico a casa». Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera.

Questo è il suo gioco, e questa è la sua «firma». Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, sicuro dei propri metodi, per far sì che un crimine riceva ciò che realmente gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un’audience.

In un crescendo di suspense, mentre i giorni scorrono veloci senza riuscire a capire che fine abbia fatto la piccola Anna Lou, vedremo come l’attenzione di tutti sia ormai concentrata su ben altro, e ci renderemo conto che, purtroppo, questa storia immaginata da Carrisi è la dura realtà sotto gli occhi di noi tutti.

Avevano già dimenticato Anna Lou.

L’eroina silenziosa della storia era ormai sullo sfondo della scena. E il suo tacere era un pretesto per le chiacchiere altrui, per poter dire qualunque cosa di lei e della sua breve esistenza. Lo facevano i media, ma lo faceva anche la gente comune – per strada, al supermercato o nei bar. Senza pudore. Vogel aveva pronosticato anche questo. Quando accadeva, s’innescava uno strano meccanismo. Era così che vicende reali diventavano una sorta di saga a puntate.

Avveniva un crimine ogni sette secondi.

Tuttavia, solo a un’infinitesima parte di essi venivano dedicati articoli di giornali, servizi nei notiziari, intere e seguitissime puntate di talk show. Per questa minoranza di casi sarebbero stati interpellati esperti criminologi e psichiatri, scomodati psicologi e perfino filosofi. Sarebbero stati versati fiumi d’inchiostro e riservate ore e ore dei palinsesti televisivi. Il tutto avrebbe potuto protrarsi per settimane, a volte per mesi. Se si era fortunati, per anni.

la ragazza nel buio1Ma, soprattutto, ciò che nessuno diceva era che un crimine poteva dar vita a un vero e proprio indotto.

Un delitto ben raccontato generava ottimi risultati in termini di audience e poteva fruttare a un network milioni in sponsor e pubblicità, il tutto con un impiego minimo di mezzi.

Un inviato, una telecamera e un cameraman.

Se un fatto criminale eclatante – come un omicidio efferato o una scomparsa inspiegabile – avveniva in una piccola comunità, nei mesi di sovraesposizione mediatica quella comunità avrebbe visto crescere la presenza di visitatori e, di conseguenza, la propria ricchezza.

Nessuno era in grado di spiegare perché un crimine diventava improvvisamente più popolare di altri. Ma erano tutti concordi che esistesse un elemento imponderabile.

Vogel aveva un intuito particolare per questo, una specie di fiuto, a cui doveva la propria fama.

È tristissimo rendersi conto che siamo completamente immersi in questa realtà, non nelle situazioni immaginate dallo scrittore, ma ogni giorno della nostra vita regolata dai mass media e dagli indici di gradimento di una trasmissione!

Completamente differente dai libri precedenti, dove avevamo dei thriller “classici”, “La ragazza nella nebbia” ha il merito di stigmatizzare un cambio di passo importante e coraggioso da parte di Carrisi, uno scrittore che ho imparato sempre troupe televisivapiù ad apprezzare seguendolo con attenzione fin dai suoi esordi.

Questa storia, infatti, pur avendo comunque una trama poliziesca che vi riserverà non poche sorprese, ha il grande pregio di raccontare il “dietro le quinte” di tante storie dell’orrore quotidiano, come ci ha insegnato il caso di Yara Gambirasio, dove la televisione in primis la fa da padrona e dove tutto diventa una scusa per fare audience.

Una lettura coinvolgente, amara, perfettamente scorrevole e lucida dove non mancherà anche un finale al cardiopalma, come nella migliore tradizione di Carrisi, dove nulla è come appare.

L’autore, con “La ragazza nella nebbia”, ci offre l’opportunità di fermarci a pensare –  ma questo se vogliamo è il comun denominatore di tutti i suoi libri – su cosa siano il bene e il male e di quanto sia labile il confine che li separa.

Siamo tutti invitati ad aprire gli occhi…

Voto

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