” C’è, vicino alla città di Tangeri, una collina isolata che domina la baia coi suoi cento metri di altezza e che porta il nome di Charf. Charf, in arabo, significa collina. Tutte le altre colline della zona hanno un nome. Sono il Charf el – Akab o il Charf el – Medioura. Quella collina non ha altra qualifica che se stessa. E’ la collina, quella che non si deve confondere con nessun altra. ( … ) Le leggende raccontano che un tempo, sul Charf, esisteva il sepolcro del gigante Anteo, inumato nel luogo stesso in cui Ercole lo soffocò tra le sue braccia; e le leggende narrano anche che Anteo avesse fondato una città che portava il nome della moglie, Tingis, figlia di Atlantide. ( … ) Al tempo dei romani, Plinio aveva localizzato la zona del sepolcro di Anteo, a Lixus, davanti al mitico Giardino delle Esperidi. Egli precisava che il sepolcro del gigante era lungo sessanta cubiti, che dovevano corrispondere a circa diciassette metri… ”
Tratto dal capitolo primo del libro I GIGANTI E IL MISTERO DELLE ORIGINI di Louis Charpentier
Louis Charpentier, francese, giornalista, viaggiatore, scrittore, esperto di esoterismo e cultore della Tradizione iniziatica in una delle sue ultime pubblicazioni, precisamente nel libro I GIGANTI E IL MISTERO DELLE ORIGINI, affronta un tema un pò sconcertante e in un certo senso incredibile. Dopo una serie di studi in territorio francese e in varie località del pianeta, con prove alla mano, lo studioso è riuscito a dare un avallo scientifico alle sue teorie sostenute ormai da anni. Tutti i monumenti megalitici, quali i dolmen, i cromlech, i menhir, i vari circoli di pietre, sono i resti di un’ antichissima civiltà, che ha fatto da base a tutte le successive. Questa civiltà si colloca in un periodo precedente di molto l’ inizio della Storia comunemente datata e cioè tra il mesolitico e il neolitico, dunque in piena preistoria. Dalle scoperte più recenti, risulta essere stata una civiltà molto evoluta scopritrice dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame, della tessitura e della lavorazione della pietra; ma, cosa di gran lunga più sorprendente, era in possesso di conoscenze matematiche e astronomiche davvero superiori, che le hanno consentito di costruire le strutture mirabili che tutti conosciamo. Louis Charpentier ne I GIGANTI E IL MISTERO DELLE ORIGINI traccia una specie di ” mappa ” piuttosto dettagliata dei luoghi e dei monumenti dove tale civiltà ha operato e si è manifestata. Prima di tutto il suolo della Francia che contiene quasi ” una rete megalitica ” con siti di punta come Carnac, in Bretagna; la Gran Bretagna, la cui ” rete megalitica ” include, per importanza primaria, la famosa struttura di Stonehenge, e il circolo di pietre di Avebury; e l Irlanda, con la famosa struttura – tempio di Newgrange. Spostandosi poi in altre latitudini, la ” rete megalitica ” comprende il tempio di Baalbeck, in Libano, i templi dell’ isola di Malta; le strutture dolmeniche della Spagna e i templi a struttura portante colossale di tutto il Basso Medio Oriente e dell’Egitto, e forse anche i monumenti delle civiltà precolombiane delle Americhe. Una serie di simboli, incisi nella pietra, avvalora la tesi di unità e continuità riguardo l’ appartenenza a popolazioni simili o con una origine comune che li hanno realizzati. I simboli sono: la spirale, il rombo o losanga, i segni a coppella, il labirinto ( quest’ ultimo, peraltro, si riscontra anche sulla pavimentazione delle cattedrali gotiche, i cui costruttori ne hanno mutuato il valore e l’ importanza dalla civiltà megalitica ). Anche le tre piramidi d’ Egitto ( di Cheope, di Chefren, di Micerino ) hanno proporzioni, misure e allineamenti astronomici ( con pianeti del nostro sistema solare, con stelle fisse e costellazioni anche molto lontane ) quasi del tutto simili a quelle delle strutture megalitiche. In tutte le località dove si conservano ancora i resti dei complessi in pietra, il terreno possiede degli strani poteri in grado di influenzare la vita delle piante, degli animali e degli uomini come, ad esempio, la crescita rapida e abbondante dei vegetali; la fecondità accertata di uomini e animali; una sorta di benessere psico – fisico delle persone a contatto con la pietra. Però, la scoperta più sorprendente che Louis Charpentier riporta in questo libro riguarda strettamente il popolo creatore di una civiltà così avanzata e misteriosa. Esso era di grandi dimensioni fisiche: gli individui, maschi e femmine, raggiungevano tutti il metro e novanta, due metri e venti di altezza! Quindi realmente un popolo di giganti, il cui ricordo si è tramandato nelle fiabe, nelle leggende e nei miti di quasi tutti i popoli indoeuropei: ne sono un esempio lampante i ” giganti ” delle fiabe classiche e, come riportato nel brano tratto dal capitolo primo del libro di Louis Charpentier, il gigante Anteo del mito greco, che viene ucciso in combattimento da Ercole e la cui forza gli veniva dal contatto diretto col suolo della madre terra. Questo unico grande popolo di giganti proveniva dal continente scomparso di Atlantide.
Nei pressi del piccolo centro abitato di Nardodipace, sulle Serre calabresi, è stato scoperto di recente un sito megalitico molto misterioso e tutto da studiare. Nei boschi che circondano Nardodipace, la suggestiva ” Pietra dell’ Ammienzo ” si è rivelata essere una struttura megalitica antichissima con simboli incisi sulla pietra, quali spirali, rombi e segni a coppella molto frequenti. Ma c’ è di più. In diverse grotte della zona ( la più importante è ” la grotta dei cento re ” ) sono state rinvenute tombe all’ interno delle quali i resti mortali, ancora in buono stato nonostante la remota antichità, sono di dimensioni ragguardevoli: un metro e novanta, due metri e venti circa! Dei veri giganti! E risalenti, secondo le datazioni scientifiche, proprio al periodo in cui è sorta e si è sviluppata la civiltà che ha prodotto Stonehenge, Newgrange, Carnac e le altre strutture megalitiche menzionate in precedenza. Dunque, un’ altra ” maglia ” fondamentale si aggiunge alla ” rete megalitica ” scoperta dallo studioso francese Louis Charpentier.
Francesca Rita Rombolà