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La scarsa trasparenza delle multinazionali del food

Creato il 14 febbraio 2013 da Scienziatodelcibo @scienziatodelci

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Se compri prodotti a base di carne, non sai se mangi mucca o cavallo.

Avrete certo sentito parlare dello scandalo partito dall’Inghilterra, dove la Findus commercializzava prodotti a base di carne di bovino (così dichiarata in etichetta), mentre in realtà si scoprono percentuali di carne di cavallo che vanno dal 60 al 100%. Dal Regno Unito le segnalazioni e i sequestri hanno coinvolto anche la  Francia e altri Paesi. Le grandi catene di supermercati segnalano la presenza di carne di cavallo, confermata dal DNA specifico, in preparati a base di manzo: hamburger, lasagne, spaghetti alla bolognese e varie pietanze contenenti carne macinata.

Quello che deve sorprendere  però, non è solo l’elusione delle norme di sicurezza alimentare della carne di dubbia provenienza. Ciò che deve far riflettere è la scarsa trasparenza delle informazioni di etichetta. Una serie di triangolazioni che fanno perdere le tracce di tutti i passaggi che gli ingredienti percorrono tra un paese e l’altro. Compriamo Findus perchè ci fidiamo del marchio e pensiamo che Findus produca quegli alimenti. Invece, la svedese Findus dichiara che i prodotti sono realizzati  in Francia, dall’azienda Comigel. A questo punto il governo francese ricostruisce il tortuoso percorso della carne venduta al di là della Manica. La Comigel dichiara infatti di aver comprato la carne da un’altra azienda franco-lussemburghese, la Poujol, che avrebbe a sua volta acquistato carne surgelata da un commerciante cipriota; questo avrebbe subappaltato l’ordine a un’azienda olandese rifornita da un macello romeno. Le autorità romene hanno identificano due possibili macelli responsabili della fornitura e ritengono che uno dei due abbia dato sufficienti garanzie, a differenza del secondo che al momento è sotto indagine (Fonte). Quando comprate un prodotto (soprattutto se realizzato da un marchio multinazionale), badate bene a leggere dietro l’etichetta lo stabilimento di produzione. Scoprirete che molto spesso gli stabilimenti sono diversi e solitamente non appartengono a chi mostra il marchio sulla confezione. Come vedete in questo esempio, c’è una serie tortuosa di passaggi, dalla Romania, a Cipro, all’Olanda, alla Francia. Da dove provengono questi prodotti, con quali materie prime sono realizzati? Conviene davvero fidarsi dei grandi marchi? O meglio affidarsi a piccole aziende che perlomeno, sappiamo dove stanno e cosa fanno?


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