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La Scozia di Lucia: l’abbraccio di Glencoe e l’incanto di Glen Orchy

Creato il 04 settembre 2013 da Auroradomeniconi

La Scozia di Lucia: l’abbraccio di Glencoe e l’incanto di Glen OrchyNella Valle di Glencoe il lato selvaggio e indomito della Scozia più pura è riuscito a mitigare le tensioni di Lucia e ha infuso il suo spirito di una nuova rivitalizzante energia. Nella raccolta “Scotland, my love” la ritroviamo, quindi, “carica” e pronta a riprendere un cammino che le regalerà altri piccoli e confortanti piaceri scozzesi.

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Le piante acquatiche mutavano disegno a ogni sospiro delle acque e incantavano i miei sensi. Ero totalmente rapita dalla meraviglia che si stendeva di fronte ai miei occhi. Speravo davvero, in effetti, di essere rapita da quello scorcio di Scozia e di essere portata a lei e da lei trattenuta. Ero quasi invidiosa dei sassi che dimoravano nel letto del laghetto poichè avevano la possibiltà di vivere l’eterna bellezza di quello specchio che rifletteva il velluto verde delle colline circostanti, ombreggiate o illuminate da raggi di sole fugaci, ma brillanti. Lo spettacolo dei raggi solari che riuscivano a penetrare nella valle formava una sublime sinestesia di forme e di pensieri e arricchiva il paesaggio di sfumature d’amore e di piacere. A poco a poco stavo riacquistando tranquillità. Mi stavo drenando e stavo espellendo le tossine che mi avevano devastata poco prima, ingiustamente e indebitamente.

Quel posto mi ha chiamata a sè, mi ha riconosciuta come una sua figlia, o forse come amante e mi ha voluta aiutare, dandomi la possibilità di rigenerare ogni singolo atomo del mio corpo attraverso quel viaggio quasi spirituale, innescato dalla forza dirompente della bellezza della sua Natura. Ogni suono, ogni odore, ogni particolare di quel quadro reale è entrato dentro di me e non solo ha eliminato ogni nota stonata causata dalla debolezza di chi non sa bussare alle porte della vita e non sa prendersi quello che desidera, incolpando gli altri delle proprie inabilità, ma mi ha anche dato nuova vita, nuova energia. E nuova energia significa nuovi sorrisi, nuove prospettive, nuove idee e uno stato d’animo completamente purificato e disposto a proseguire il cammino, non solo quello reale sulla A82 e quello dei giorni di vacanza in Scozia, ma anche di vita.

L’abbraccio vitalizzante di quel lembo di valle mi ha rasserenata e mi ha rimessa in sintonia con me stessa e con l’ambiente circostante, con la mia Scozia e con chi mi stava vicino.

La Scozia di Lucia: l’abbraccio di Glencoe e l’incanto di Glen Orchy
Le valli intorno a me, eredità dell’erosione glaciale, sembravano cullare il lago. La strada che si snodava nel mezzo s’incurvava dolcemente fino a perdersi tra i prati, alla base delle colline, attraverso un trionfo di verde irregolare, sfilettato da erbe giallastre che si sposavano perfettamente con le loro vicine di… valle. I raggi del sole dipingevano scorci ombreggiati d’incantevole bellezza e i due alberelli ai piedi del pendio scrivevano poesie e suscitavano emozioni, pensieri d’amore e di rispetto. Ai piedi della collina diametralmente opposta c’era un cottage bianco, un sogno di Scozia, d’emozioni sussurrate attraverso fili invisibili, di desideri di altri tempi, di vita semplice ed essenziale. Lo guardavo dall’altra parte del ponticino di legno e mi chiedevo chi avesse avuto la fortuna di abitarvici.

Ero completamente incantata ad ammirare quel paesaggio, a percorrere ogni millimetro della sua superficie coi miei occhi castano-chiaro, come le alghe sul fondo del lochan. Non sarei mai voluta partire, ma il tempo stava realmente incalzando ed era giunto il tempo di raccogliere le mie emozioni e le energie trasmesse dalla Madre Scozia e d’incamminarmi verso sud, verso Edimburgo.

La Scozia di Lucia: l’abbraccio di Glencoe e l’incanto di Glen Orchy
Abbiamo percorso la A82 e dopo un paio di tappe, di cui una sempre nella zona di Glencoe e una sulle Rannoch Moor, siamo poi giunti nella Glen Orchy; qui un altro spettacolo di bellezza quasi indecente, abbagliante, si è mostrato ai nostri occhi. Dovevo scendere di macchina e respirare quell’aria, ammirare in silenzio e vivere sul mio corpo il vento che soffiava su quel glen, farmi contaminare di piacere dal verde acceso di quelle colline e farmi entrare nelle narici il fresco dell’aria che ossigenava quel luogo. Era quasi un miraggio. Si trattava di un glen dai profili molto dolci, di aspetto non troppo selvaggio, alle cui estremità le valli si allungavano l’una davanti all’altra per ricordare insieme il tempo in cui ospitavano il ghiaccio tra le loro braccia.

La Scozia di Lucia: l’abbraccio di Glencoe e l’incanto di Glen Orchy
Ero presa da quella vista che ha incantato i miei sensi, incurante del fatto che Paolo mi stesse aspettando in macchina, quando un altro spettacolo inaspettato e assai emozionante si è aggiunto a quello già esistente: un’aquila reale ha richiamato la mia attenzione con le sue grida stridule, lassù in alto in quel cielo scozzese limpido e sereno. Mi sono sentita fortemente emozionata poichè stavo vedendo un’aquila reale nella sua magnifica e regale figura, in volo, su quella stupenda vallata scozzese. Avevo già visto un’aquila reale a Harris, sì, ma di sfuggita. Vederne una così nitidamente, allo stato brado, in volo sopra la mia testa, mi ha fatta sentire molto felice. Ho seguito col mio sguardo il profilo del suo volo, fin quando si è posata sui rami più alti di un albero sul pendio e non sono più riuscita a scorgere la sua figura. Si sentivano solo i suoi acuti stridii. Che meraviglia!

Ora ero pronta per affrontare la città, dopo un mese di Scozia selvaggia e poco antropizzata. Non ero però preparata ad affrontare ciò che ci avrebbe atteso nel capoluogo scozzese.

Continua…

Photo Credits: Lucia Tysserand

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