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La seconda natura

Creato il 18 settembre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

La seconda natura


Anno: 2012

Durata: 58′

Genere: Documentario

Nazionalità: Italia

Regia: Marcello Sannino

..chissà se a volte Un uomo vale quanto o più di una manciata di vite tutt’uguali. silenziose o azzittite. umili o umiliate. tiepide.

Sottovoce questo pensiero mi è scivolato nell’orecchio, confusamente si è fatto strada accompagnato dalle immagini, dalle voci, dai fatti ripresi da Marcello Sannino, e infine inalberato e sicuro di sé si è auto-proclamato Certezza attraverso il grido dell’orazione finale di Gerardo Marotta: un uomo appassionato, padre di numerose lotte, avvocato – storico – filosofo – politico – oratore.

…ma facciamo un passo indietro..

Il 26 Aprile 1927 nasce a Napoli Gerardo Marotta.

Laureatosi con il massimo dei voti alla Facoltà di Giurisprudenza con una tesi di filosofia del diritto sulla “Concezione dello Stato nella filosofia classica tedesca e nella sinistra hegeliana”, coltiva contemporaneamente i suoi interessi per la filosofia, la storia e la letteratura: inizialmente frequentando l’Istituto Italiano per gli Studi Storici, fondato da Benedetto Croce, e poi istituendo egli stesso l’associazione Cultura Nuova.

Presidente di Cultura Nuova e Segretario del Gruppo Gramsci, Marotta partecipa attivamente alle ondate di agitazione e ai tentativi di riorganizzazione – culturale, politica, sociale, economica – del dopoguerra.

Finché, nel maggio 1975, su esplicito incoraggiamento del presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Enrico Cerulli e di Elena Croce, figlia dell’illustre filosofo, Gerardo abbandona la professione di avvocato e fonda a Napoli l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, del quale è tuttora Presidente.

 ”Gerardo, tu devi mettere in essere la continuazione di quella che è stata la tua esperienza giovanile..devi lasciare la tua carriera di avvocato. E non c’è un minuto da perdere, l’Europa è in declino“: così, quest’uomo mingherlino dalla voce tonante, ricorda l’inizio di quella meravigliosa avventura, da sempre crocevia di intellettuali importanti a livello internazionale. Tuttora l’Istituto funziona da vero e proprio laboratorio di filosofia con convegni, seminari e corsi tenuti dalle più illustri personalità del mondo. Basti pensare che a presiedere le lezioni, tra gli altri, furono anche Hans-Georg Gadamer e Paul Ricoeur.

Attraverso l’Istituto, che con orgoglio di Marotta ha sede nel Palazzo Serra di Cassano, simbolo della Rivoluzione Giacobina del 1799, quest’uomo instancabilmente ha portato e porta avanti le sue lotte.

Prima fra tutte, certamente, quella di restituire valore e autorità alla filosofia e alla cultura umanistica in generale e insieme di riconsegnare l’imparagonabile eredità del pensiero europeo ai giovani.

Seconda, quella di rifare di Napoli un centro culturale dotato di una spinta propulsiva, come in passato, e ottenere in questo modo la definitiva riscossa della Campania e del Mezzogiorno.

Insignito di ben 5 Lauree Honoris Causa (in Filosofia: dalla Sorbona di Parigi, dalla seconda Università di Napoli, dall’Università di Bielefeld, dall’Università Erasmo di Rotterdam e in Pedagogia dall’Università degli Studi di Urbino) e di molti altri riconoscimenti da parte di altrettanto celebri centri di ricerca, Gerardo Marotta è stato definitito non a caso il “Miracolo Napoletano”: ma questo, sebbene corredato di immagini, attuali e non solo, e interviste si apprende attraverso il documentario in maniera frammentaria e confusa.

Vincitore del primo premio della giuria al Contest 2013, “La seconda natura” di Marcello Sannino, a mio avviso, non convince del tutto. Giustamente affascinato dalla poliedrica e eccentrica personalità di Marotta, Sannino ha voluto omaggiarlo senza però riuscirci.

Così, non saprei dire se a vincere è stato il filosofo o il regista.

Non senza imbarazzo, ammetto che prima della visione del documentario avevo una cognizione vaga (quindi ingiusta) di Gerardo Marotta. Ora possiedo una visione più completa: dell’uomo, del filosofo, dell’oratore, delle sue eterne battaglie.

Ma non è stato certo Sannino, con il suo ritratto disarticolato a fornirmela. Certamente ha funzionato per me come input alla ricerca. Ma niente più.

In conclusione, un omaggio affettuoso, ma retorico e disordinato, ad un grande uomo.

Dalila Lensi


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