Magazine Cultura

La solita burocrazia e l'antilingua di Italo Calvino

Creato il 24 febbraio 2011 da Paciampi
L'altro giorno ho letto che si sta pensando a un manuale di lingua italiana per gli amministratori pubblici. L'obiettivo? Fare in modo che leggi, delibere, ordinanze, sentenze siano un po' più comprensibili ai diretti interessati, ai cittadini.
La solita burocrazia e l'antilingua di Italo CalvinoSarà sempre e comunque troppo tardi. Credo proprio che la nostra Repubblica non sia solo fondata sul lavoro - e magari lo fosse davvero - credo che sia nata e cresciuta anche sull'oscurità della lingua dei suoi politici, dei suoi funzionari. E scrivere in modo incomprensibile, per un'amministrazione pubblica, significa almeno una cosa, forse l'unica davvero evidente: che non si è al servizio dei cittadini, ma semplicemente al di sopra di essi.
Non disturbate il macchinista. Non provate a interloquire, a reclamare, a esigere, a dire comunque la vostra.
Ci sono molti modi di predicare bene e razzolare bene. Ci sono molti modi di svuotare la democrazia di cui tutti si proclamano fervidi sostenitori.
E uno dei più perfidi ed efficaci è proprio la lingua. Anzi quella che quasi mezzo secolo fa Italo Calvino bollava come antilingua. Fa bene andarselo a rileggere:
Chi parla l'antilingua ha sempre paura di mostrare familiarità e interesse per le cose di cui parla, crede di dover sottintendere: "io parlo di queste cose per caso, ma la funzione è ben più in alto delle cose che dico e che faccio, la mia funzione è più in alto di tutto, anche di me stesso". La motivazione psicologica dell'antilingua è la mancanza d'un vero rapporto con la vita, ossia in fondo l'odio per se stessi. La lingua invece vive solo d'un rapporto con la vita che diventa comunicazione, d'una pienezza esistenziale che diventa espressione
Ci vorrebbe ancora oggi, uno come Italo Calvino.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :