Ecco una nuova carta vincente per la difesa di Parolisi, niente male, si segue una nuova pista, e probabilmente a quanto pare ci sono testimoni! Sarebbe infatti validissima la dichiarazione di uno dei militari sentiti ieri. Eppure un nostro lettore ce ne aveva già parlato, o meglio aveva già ipotizzato la possibile presenza di militari che avevano visto! Il testimone pare sia un sottufficiale in servizio al 123º reggimento di fanteria di Chieti che il 18 aprile scorso, il giorno dell’omicidio di Melania Rea, si trovava di vedetta nel bosco delle Casermette di Civitella in prossimità del chiosco accanto al quale la donna è stata massacrata a coltellate. Come abbiamo già scritto il soldato non era certamente l’unica sentinella nei paraggi, ma di certo era quella più vicina al luogo del delitto. “Intorno In particolare, dalla sua posizione intorno alle 14.30 avrebbe dovuto veder arrivare lungo la strada provinciale, e svoltare verso il chiosco, la Renault Scenic di Salvatore Parolisi. Il punto è che sostiene di non averla vista. Così come non ricordano di averla vista i suoi colleghi appostati lungo la strada”. Secondo l’ordinanza del gip Cirillo, la versione della vedetta non era molto utile all’inchiesta infatti si legge: “in realtà durante il suo servizio non aveva visto e non ricordava di avere visto tutte le auto transitate nella strada sottostante la sua posizione in quanto si è riscontrato il passaggio all’andata e al ritorno nel tardo pomeriggio del 18 aprile di una Golf nera, senza che lui si ricordasse nulla al riguardo”. Come fa giustamente notare il Centro gli avvocati della difesa ribattono : “«Ma la Golf nera è davvero passata quel giorno?», ribattono nella loro memoria difensiva gli avvocati di Parolisi. I quali citano le testimonianze di altre due vedette del reggimento teatino. Una ricordava il passaggio di quell’auto e ha detto che era stato un collega di vedetta ad avvisarlo dell’arrivo della vettura. Il suddetto collega ha confermato. Le altre due vedette piazzate nella zona, invece, non ricordano la Golf nera nonostante fossero collocate in modo da poterla (e doverla) vedere. Forse, ipotizzano i difensori, quell’auto è passata lì un altro giorno, in un altro turno di vedetta. Un piccolo rompicapo che, se non chiarito, potrebbe aiutare non poco Parolisi in sede processuale.”
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