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La Tobin tax si potrebbe rivelare una "BEFFA" per la Gran Bretagna

Da Roxioni

La Tobin tax “indiretta” e la possibile beffa per la Gran Bretagna
Una Tobin tax applicata nei soli Paesi di Eurolandia potrebbe costare a Londra fino a 22 miliardi di euro. Cerchiamo di capire perché.
David Cameron continua a ribadire il suo “no” alla Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che diversi Stati europei, a partire dalla Francia di Sarkozy, vorrebbero introdurre il prima possibile. La Gran Bretagna ne resterà sicuramente fuori, ma la notizia è che una Tobin tax applicata nella sola zona euro potrebbe comunque costarle fino a 22 miliardi di
euro. A diffondere tale dato è Ernst &Young, società di revisione contabile tra le più rinomate al mondo. Come ricorda il Fatto quotidiano, la Tobin tax allo studio della Commissione europea dovrebbe introdurre un'aliquota dello 0,1 per cento sugli scambi di azioni e obbligazioni e dello 0,01 per cento sulle operazioni in derivati.
UNA TOBIN TAX “INDIRETTA”- Ernst &Young spiega che l'impatto sulla Gran Bretagna dipenderà dal funzionamento della tassa. Qualora l'UE decidesse di sottoporre a tassazione tutte le operazioni di titoli denominati in euro (la cui principale concentrazione è proprio a Londra), ecco che la Tobin tax risulterebbe applicata indirettamente anche al Paese britannico. Se l'applicazione della tassa, poi, venisse estesa alle transazioni valutarie, ecco Londra dovrebbe tirar fuori ben 22 miliardi di euro sui 35 complessivamente generati dall'imposta in tutto il Vecchio continente. Senza scambi valutari, per Londra la cifra scende a 13 miliardi sui 22 complessivi.
ARRIVA LA BEFFA- Lo studio di Ernst &Young dimostra non solo che la Tobin tax può produrre effetti sul mercato londinese, ma anche che tale imposta, se applicata solo nella Zona euro, può rivelarsi una vera beffa per Londra, costretta comunque a sborsare quattrini, senza però incamerare nulla dai proventi dell'imposta, che rimarrebbero solo nelle casse dei governi di Eurolandia. Inoltre un'imposta applicata solamente sulle transazioni in euro determinerebbe una perdita di 4.500 posti di lavoro nell'industria finanziaria britannica (che impiega circa 200mila persone). Chissà se Londra ripenserà all'applicazione della tassa. Nella capitale britannica si scambia il 30% delle azioni quotate in Europa, percentuale che sale all'84 % per i bond e all'81%  per gli scambi valutari: un suo “sì” all'imposta sulle transazioni farebbe salire i ricavi a 53 miliardi di euro (37 senza operazioni valutarie), 41 dei quali provenienti proprio dalla City (27 senza operazioni valutarie). fonte

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