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La web radio dei detenuti

Creato il 21 luglio 2010 da Simone D'Angelo @SimonDangel


“Le voci dentro” incontrano il direttore del periodico Altrove

Una trasmissione web radiofonica per raccontare le vite e la realtà del carcere. Questo è il progetto realizzato dai detenuti del carcere San Michele di Alessandria, in collaborazione con la web radio Radio Gold, che settimanalmente mette a disposizione uno spazio nel palinsesto per raccontare le storie dei detenuti. Prima esperienza di questo genere in Piemonte e una delle prime in Italia.

La storia di questo progetto inizia nel 2003 quando il giornalista Giovanni Rizzo, grazie alla collaborazione con Rosaria Marino, direttrice del carcere di Alessandria, fonda Altrove, il trimestrale di informazione del carcere. Inizia così un interessante lavoro di racconto, con cui i detenuti non solo riportano le loro storie ma si interrogano sui tanti problemi che comporta la vita in carcere. Non solo: in uno degli ultimi numeri, infatti, si è parlato di un tema difficile come la morte. Non solo quella “anomala”, senza spiegazioni (sono tanti i  suicidi, cresciuti esponenzialmente proprio in questi ultimi mesi), ma anche la morte “normale”, che in carcere rimane comunque diversa e ancora più dolorosa.

Dal giornale il passo alla web radio diventa semplice e forse naturale, come spiegano i detenuti coinvolti nel progetto. Abdelaim, uno dei fondatori del giornale, racconta: «Prima di entrare a far parte di questo mondo, quando ancora ero in libertà, per me il carcere era come se non esistesse. Quando però mi hanno arrestato volevo che qualcuno si interessasse al mondo carcerario. Il nostro obiettivo è dare voce al carcere. Per noi la radio è un ottimo mezzo per comunicare, uno dei più semplici. Anche se l’esperienza è cominciata da poco spero che faccia conoscere la realtà carceraria. Cerchiamo di raccontare il passaggio dalla libertà alla detenzione. Ma non solo, approfondiamo la vita del carcere: cosa si fa e che persone ci sono e i loro percorsi rieducativi».

E di rieducazione parla anche Elchimmi, un altro detenuto del carcere di Alessandria, che lavora al progetto radiofonico: «È un’esperienza positiva che ti permette di tenere allenata la mente. Perchè scrivi e rifletti su argomenti che riguardano non solo il carcere ma anche la società. Gli articoli e la radio in qualche modo mettono il detenuto in contatto con l’esterno».

Un’esperienza innovativa con la quale il carcere non si racconta solo attraverso il giornale ma si fa sentire, dando corpo e sostanza a pensieri che, fino ad ora, erano solo scritti. Come racconta Daniele: «La radio è un modo per farci sentire fuori dalle mura del carcere. Cerchiamo di portare avanti questa esperienza nel modo migliore possibile. Di solito, quando in una città ci sono realtà come quella del carcere, spesso questa viene dimenticata, considerata un tabù. La radio ci permette di ricordare alla gente che il carcere esiste, fa parte delle città e che, quindi, non deve essere dimenticato».


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