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Le Olimpiadi invernali dello zar

Creato il 07 febbraio 2014 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

showposterTgLa7 Cronache mette in evidenza che poche volte nella storia delle Olimpiadi c’era stata un’identificazione così netta con un capo dello Stato, come per i giochi che si aprono a Sochi.

L”impero russo di Vladimir Putin si presenta al mondo. Lui, in persona ha deciso la sede di queste Olimpiadi invernali,  e ha speso una cifra pazzesca. Ha controllato da vicino tutte le fasi dell’organizzazione per farle monumento di celebrazione della sua nuova Russia. Sono i Giochi del padrone del Cremlino che vorrebbe utilizzarli per ribadire il suo potere.

Alla celebrazione inaugurale non ci saranno i maggiori leader occidentali, contrari alla politica di discriminazione nei confronti degli omosessuali, ci sarà invece il nostro Presidente del Consiglio, Letta.

Da mesi è in piedi una guerra fredda tra Putin e il resto del mondo: riguarda la legge che vieta la propaganda gay. Chiare le parole del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: “tutti dovrebbero alzare la loro voce, contro gli attacchi ai gay, il mondo si sollevi in difesa del mondo gay“.

Ma Mosca va avanti.

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Putin non scenderà in gara solo perchè le regole olimpiche non glielo permettono, in ogni caso più che i Giochi di Sochi, meriterebbero il nome di Giochi di Putin. Lo zar non vuole figuracce dai suoi atleti, come quella di Vancouver 2010, quando lo squadrone russo tornò a casa con soli tre ori. La Russia vuole la supremazia.  Perentorio l’ordine : torniamo primi.

Queste olimpiadi invernali un primato l’hanno già raggiunto, sono le più contestate degli ultimi anni.

Capitò nel 1936 a Berlino ma allora in pista c’erano i poli opposti, Jesse Owens e Lutz Long, il nero e l”ariano.

1980 il bracere olimpico si accende, Leonid Breznev ha appena spedito le sue truppe ad invadere l’Afghanistan, in risposta gli Stati Uniti non partecipano alle gare e l’Italia lascia a casa gli atleti militari.

1984 Los Angeles, la Russia rende pan per focaccia insieme ad altri 16 paesi del blocco sovietico.

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Ora, 25 anni dopo la caduta del muro di Berlino, le prime olimpiadi post sovietiche, il clima sembra quasi da guerra fredda. Ci saranno ospiti importanti ma non  Barak Obama, François Hollande, Angela Merkel, David Cameron. Nessuno ha pronunciato la parola “boicottaggio”, ma le assenze non sono casuali. Vogliono marcare il loro distacco dalla politica del Cremlino verso la legge approvata nel 2013 che proibisce quello che definisce propaganda omosessaule nei confronti dei minori.  Putin: “Noi non proibiamo nulla, non rastrelliamo nessuno, non abbiamo nessuna pena per questo tipo di relazioni a differenza di molti altri paesi, ma per favore lasciate in pace i bambini”.

Italia presente con Enrico Letta, che ha spiegato di andare per promuovere la candidatura di Roma del 2024.

Il presidente russo Vladimir Putin ha approfittato dell’attenzione internazionale per presentarsi come un politico democratico e progressista. In realtà  i riflettori del mondo sono puntati sulle crescenti limitazioni alla libertà di espressione e riunione imposte in Russia e sulle ripetute violazioni dei diritti umani. Il presidente russo darà il via a quella che è forse la più ambiziosa operazione politica e mediatica della sua lunga stagione al Cremlino. Una dimostrazione di capacità organizzativa, grandeur e proiezione globale, che nel disegno di Putin deve restituire alla Russia il suo ran

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go di potenza mondiale e celebrarne in lui il leader.

Ma sui sogni di grandezza di Vladimir Vladimirovich, incombe anche l’esplicita minaccia del terrorismo islamico e indipendentista. Così Sochi è diventata una fortezza e gli  Stati Uniti hanno inviato nel Mar Nero due navi da guerra, pronte ad evacuare atleti e turisti americani, se necessario.

E per ultimo sul grandioso e impeccabile scenario del potere russo, anche i cani ne fanno le spese.   A Putin non stanno antipatici solo i gay e non teme solo i terroristi islamici, non vuole tra i piedi i cani randagi, considerati un danno all’immagine, quindi è stato ordinato di intensificare l’uccisione già in corso dei cani che vagano liberi in città. Non è stato però rivelato in che modo i cani randagi vengono uccisi né che fine facciano le carcasse.  Nessuno sa quanti siano gli animali ammazzati ogni giorno.  Quello certo è che in  occasione delle Olimpiadi di Sochi, la nuova “crociata” contro i randagi  sopprimerà gli animali nelle strade della città che ospiterà l’evento. L’avvio della soluzione finale olimpica può procedere.

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Tutto è pronto, il fascino dell’idea imperiale aleggia sulle nevi russe, l’impresa colossale è attivata, i protagonisti sono arrivati e i giochi possono cominciare, anche se sotto una cattiva stella.


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