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Le « Pastine dell’amore » alla maniera di Petronilla

Da Patiba @patiba1
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Sarah Katzenell

Sebbene si dica e si scriva che il Carnevale è ormai morto e seppellito; e sebbene se ne sia già cantato persino il “miserere”, pure è ben difficile che, ligi alle vecchie tradizioni familiari e… nazionali, non si voglia festeggiare il nostro italianissimo Carnevale almeno almeno con una di quelle festicciole casalinghe che fanno tanto felici i nostri ragazzi e i loro amici. Ebbene, se voleste fare all’economica un po’ di baldoria in casa, e presentare piatti di dolci, dolcissimi, pasticcini… eccomi a ricordarvi i cenci, le pastine frolle, i biscotti, ed i bignè, che vi ho già insegnato a fabbricare; e a dirvi come potreste anche preparare un bel piatto di quelle paste che si chiamano dell’amore, e alle quali, specialmente, corre sempre la mano allorché ci troviamo innanzi alla bacheca del pasticciere.
***
Naturalmente, perché gli amori casalinghi possano dare l’illusione di essere stati comperati, bisognerebbe acquistare dal cartolaio le adatte scodelline di carta bianca pieghettata, e dal droghiere le ostie lievemente abbrustolite, dolci, quadrate o rotonde, e che, abbinate, dovranno poi contenere la dolcissima pasta.
Qualora non si potessero avere né scodelline né ostie, si potrà o rinunciarvi, o fabbricar alla meglio quelle, e sostituire queste, con i coni da lattemiele che vendono i lattai, oppure con biscotti savoiardi (o pan di Spagna) ritagliati a quadrati. Provveduto tutto… si cucinino sodi 5 uova. In un’insalatiera, e con cucchiaio di legno, si schiaccino i torli. Si sbuccino gr.125 di mandorle dolci che si saranno messe, per pochi minuti, in acqua calda per toglierne facilmente la bruna pelle; e si asciughino sulla stufa o nel forno. Si pestino le mandorle nel mortaio con altrettanto zucchero, ma non più di un cucchiaio delle une è un cucchiaio dell’altro ad ogni pestata.

Si setaccino, di mano in mano, per setaccio fino, e di mano in mano si raccolga il passato sul piatto. Si ripesti ciò che sarà rimasto su setaccio; si risetacci; e si ripeta l’operazione una terza volta. Si uniscano ai torli, prima la dolcissima farina di mandorle setacciata, poi gr. 10 di cioccolata trita, infine un po’ di raschiatura di limone, mezzo etto di burro. Si mescoli e si impasti con quel goccio di liquore (rosolio, maraschino, cognac o anche… marsala) che sarà necessario.
Si spalmi con il dolcissimo impasto in alto strato un’ostia; se ne sovrapponga un’altra; con il coltello si livelli e lisci la pasta tutt’ingiro; e questa infine si cosparga dei pezzettini di mandorle trite rimasti sul setaccio.
***
Vi assicuro che, se poteste avere ostie e scodelline, nessuno potrebbe supporre che i vostri dolci dell’amore non siano stati fabbricati in una pasticceria; e che – se anche non poteste avere né queste né quelle – ognuno vedendo, ammirando, mangiando, gustando, dirà che quei coni… che quei biscotti… sono veramente tanti dolci amori!

Petronilla, chi era?

  • PETRONILLA: svolse un ruolo importante negli anni delle ristrettezze economiche dovute alla guerra. Di fronte alla drastica riduzione dei beni alimentari disponibili, proponeva i suoi suggerimenti «sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina e poco zucchero; spendendo pochetto ma….nutrendo bastevolmente»

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