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Le Primarie del Centrosinistra

Creato il 08 dicembre 2012 da Pivo

Le Primarie del CentrosinistraChi mi conosce lo sa bene, non sono mai stato un elettore del PD, anzi, in parte l’ho sempre schifato, anche perché, essendo residente in Valle d’Aosta, il mio voto ha un peso diverso in campo nazionale (non sto a spiegarvi i motivi in quanto sarebbe un po’ lungo). Nonostante ciò, quest’anno mi sono trovato a partecipare alla votazione delle primarie (sarà l’aria della città che mi rende più borghese) e faccio subito outing… HO VOTATO MATTEO RENZI.
Queste sono state sicuramente le primarie più incerte nella storia del centrosinistra (per lo meno fino al primo turno). Sicuramente il merito di questa effervescenza politica va attribuita al Sindaco di Firenze che ha avuto il merito di smuovere un partito nato già vecchio, risvegliando, anche per paura, buona parte dell’elettorato ormai assopito e schifato.
Dalle urne di questo primarie escono 2 sconfitti certi. Ovviamente non parlerò di Tabacci e della Puppato (che peraltro ho apprezzato), che sono stati degli spettatori non paganti della competizione, ma di Nichi Vendola che, forse anche per colpa della situazione dell’Ilva, ha perso buona parte del suo elettorato e della sua base politica che lo aveva condotto alla trionfale elezione come Presidente della Regione Puglia ed ad aveva issato la bandiera arancione accanto alla Madonnina.
L’altro sconfitto è sicuramente il “Rottamatore” e i motivi della sua sconfitta sono chiari e molteplici.
Il primo motivo è di tipo socio-culturale, infatti, queste primarie hanno dimostrato che il popolo della sinistra italiana è molto conservatore e difficilmente propenso al cambiamento.
Ovviamente ci sono stati anche motivi politici, il più evidente dei quali è che il popolo della sinistra italiana non vuole un orientamento centrista ma preferisce una svolta a sinistra del proprio partito. A questo va aggiunto che molto è costato in termini di voti e di sostegno l’aver rescisso rapporti con giovani esponenti del PD, vedi Civati e Zedda, ed essersi circondato di persone che un elettore di sinistra difficilmente avrebbe visto di buon occhio, vedi Gori. Per il resto non credo ci siano stati grossi errori politici, poi si può essere d’accordo oppure no.
Sicuramente ci sono stati anche degli errori comunicativi, che ci vengono ben illustrati da Giovanna Cosenza insegnate di Semiotica dei Nuovi Media a Bologna:
"Non ho mai creduto alla vittoria di Matteo Renzi: bastava osservare con attenzione la macchina comunicativa che i suoi (Giorgio Gori in testa) gli hanno allestito per l'occasione. La comunicazione di Renzi era fuori target: troppo patinata, troppo smagliante, troppo televisiva, troppo copiata da quella americana, e perciò non adatta all'elettorato di centrosinistra italiano. Il frame della rottamazione era tanto potente quanto sbagliato. E perché mai, direbbe qualcuno, se è proprio grazie a quello, che Renzi è arrivato dove è arrivato? Perché la rottamazione era ed è rimasta fino alla fine un frame di contrapposizione e protesta, non di proposta”.
Ritengo però che le vere ragioni della sconfitta del sindaco di Firenze vadano ricercate in altri suoi comportamenti che hanno ben poco a che fare con la politica ma molto con l’immagine. Presentarsi ad un elettorato di centrosinistra frustrato da anni di berlusconismo, in un modo, seppur moderno, ma molto simile a quello del Cavaliere, ha fatto suonare gli allarmi di tutti, mettendo sotto la lente di ingrandimento ogni sua parola ed ogni sua azione. Per questo motivo una parte del suo passato ed alcuni suoi comportamenti non sono stati tollerati dell’elettore medio di centro sinistra.
Ecco che: la visita a Arcore, l’essere un ex democristiano, la difesa di Marchionne al tempo del referendum, l’aver chiesto il voto agli elettori delusi dal centrodestra, l’incontro con il mondo della finanza organizzata da un noto finanziere italiano residente alle Cayman, l’attacco alle regole delle primarie e l’aver velatamente millantato dei brogli ne hanno influenzato la possibile vittoria.
Detto questo, mi preme un piccolo ragionamento personale: secondo voi è lecito piegare la propria ideologia politica in modo da poter vincere e riuscire a fare almeno alcune cose di quelle in cui si crede? Mi spiego. Come ho detto ho votato Renzi, ma con più di una remora. Sicuramente la giovane età, la freschezza, l’innovazione e buona parte del suo programma mi ha attratto; ma un candidato premier di sinistra che non parla di redistribuzione del reddito, di abbattimento dei privilegi delle lobby e del clero e di tassazione dei patrimoni finanziari, mi ha lasciato con un po’ di amaro in bocca. Nonostante questo, ho fatto buon viso e cattivo gioco nella speranza che vincendo Renzi si scatenasse una rivoluzione politica con conseguente abbattimento della casta, sostegno ai giovani, ecc… Ecco, sicuramente ho fatto un scelta non proprio limpida, forse sbagliata, sicuramente opportunista, ma non saprei dire se sbagliata. Ovvio che non inserire nel Pantheon della sinistra Enrico Berlinguer è uno smacco ed una mancanza non di poco conto.
Chiuderò con due battute, una direttamente tratta da twitter:
“Finalmente Renzi ha fatto una cosa di sinistra…. ha perso”
Ed un'altra tratta da un mio conoscente:
“dopo aver sentito da chi sarebbe composto il Pantheon della sinistra ho capito che moriremo tutti democristiani”.

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