Mi rifugio qui.
Ancora una volta, ancora di notte.
Il mondo fuori vive, vive la notte e le sue sfumature, le sue ombre e luci soffuse.
Posso quasi sentire uomini piangere, donne silenziose e amanti appassionati… Potrei sentirli, se le mie viscere non urlassero di dolore minacciando di liquefarsi come ghiaccio al sole.
Ti insinui in me come vino dal gusto dolce e penetrante ma troppo alcolico, decisamente troppo alcolico… bruci la gola, le parole diventano lascive e gli occhi acquosi, lo stomaco si arrende.
E mi arrendo io, anche io.
Mi lascio trascinare giù, sempre più giu, in un inferno di ricordi e di rimpianti.
E lì, solo io, senza più anima.
Senza più “me”.