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Lei non ha alzato la sua voce per i nostri figli

Creato il 24 aprile 2011 da Villa Telesio
 

Lei non ha alzato la sua voce per i nostri figli

La strategia della “distensione” di Sodano (cardinale segretario del Vaticano) culminò nell`aprile 1987 quando, anche con l`aiuto di diversi membri dell`Opus Dei che ricoprivano posizioni importanti nel governo cileno (come Francisco Javier Cuadra, segretario generale del governo), organizzò il viaggio di Giovanni Paolo II in Cile: una “visita pastorale” che si concluse con l`apparizione – ripresa da tutte le televisioni e i giornali del mondo – di papa Wojtyla e del dittatore Pinochet che, insieme, affacciati al balcone della Moneda, salutano e benedicono la folla.

La calorosa legittimazione del regime pinochettista da parte del papa provocò dure reazioni, anche in una parte consistente del mondo cattolico, fortemente critico nei confronti della dittatura cilena e dell`alleanza militari-Chiesa (v. Adista nn. 29 e 30/87).

Subito dopo la partenza di Sodano – che si congedò dicendosi preoccupato per “l`attuale situazione del Paese, perché vedo che non vi è un profondo rispetto degli uni per gli altri” – nell`ottobre 1988 Pinochet fu sconfitto dal voto popolare nel referendum per conferire un nuovo mandato presidenziale al generale golpista. Le elezioni politiche si svolsero l`anno successivo e, l`11 marzo 1990, il generale lasciò la presidenza del Paese al suo successore Patricio Aylwin, conservando però sia la carica di Comandante in capo delle Forze armate sia quella di senatore a vita.

Benedizione apostolica

Perso il potere, tuttavia, il feeling fra l`ex dittatore e il Vaticano non si spezzò: il 18 febbraio 1993, giorno della sue “nozze d`oro”, Pinochet ricevette due affettuosi messaggi di auguri da parte del segretario di Stato vaticano Sodano, e di Giovanni Paolo II. “Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione delle loro nozze d`oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine – scriveva il papa – con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale”. Ancora più caloroso il messaggio di Sodano in cui scrive di aver ricevuto dal pontefice “il compito di far pervenire a Sua Eccellenza e alla sua distinta sposa l`autografo pontificio qui accluso, come espressione di particolare benevolenza”; “Sua Santità – aggiunge – conserva il commosso ricordo del suo incontro con i membri della sua famiglia in occasione della sua straordinaria visita pastorale in Cile”. E conclude confermando all`ex dittatore “l`espressione della mia più alta e distinta considerazione” (v. Adista n. 48/93).

La Chiesa difende i diritti umani

E la coppia Wojtyla-Sodano non abbandonò il generale nemmeno cinque anni dopo, quando Pinochet venne arrestato, mentre si trovava in Gran Bretagna per motivi di salute, su mandato del giudice spagnolo Baltasar Garzon, che lo accusava di violazioni di diritti umani nei confronti di diversi cittadini spagnoli durante gli anni della dittatura: prima fecero pressioni sulla Camera dei Lords perché non venisse concessa l`estradizione in Spagna di Pinochet (v. Adista nn. 3 e 17/99), poi rassicurarono il nuovo presidente cileno, Eduardo Frei – durante la visita papale in Cile nel febbraio 2000 –, che il Vaticano si sarebbe impegnato a fondo per la liberazione di Pinochet; “è nostro desiderio – puntualizzò Sodano – e facciamo voti che questa odissea abbia termine quanto prima”, perché l`ex dittatore “ha diritto di tornare nel suo Paese” (v. Adista n. 15/2000).

 Intanto in Cile, criticando il governo che si era costituito parte civile nel processo contro Pinochet avviato dal giudice Juan Guzman Tapia, i vescovi fecero un appello pubblico alla “riconciliazione e al perdono”, auspicando per il generale un rapido ritorno a casa che “gli renda più tollerabile il suo delicato stato di salute” (v. Adista n. 23/2000).

http://www.giornalettismo.com/archives/73612/vescovi-cileni-perdonate-dittatori/

Il 19 febbraio 1999, in attesa della sentenza della Camera dei Lords sul “caso Pinochet”, la Segreteria di Stato vaticana, tramite il Card. Sodano, interviene presso il Governo di Londra, invocando ragioni umanitarie per sostenere che l’ex-dittatore cileno non debba essere estradato in Spagna ma rinviato in Cile. Qualche giorno dopo le Madres de Plaza de Mayo scrivono indignate al papa. Riportiamo sotto l’originale e la sua traduzione del loro comunicato.

Buenos Aires, 23 de febrero de 1999   Buenos Aires 23 febbraio 1999

     

Señor Juan Pablo II°Varios días nos costó asimilar el pedido de perdón que Usted Señor Juan Pablo reclamó para el genocida Pinochet.Nos dirigimos a Usted como a un ciudadano común porque nos parece aberrante que desde su sillón de Papa en el vaticano, sin conocer ni haber sufrido en su cuerpo la Picana, las mutilaciones, la violación, se anime en nombre de Jesucristo a pedir clemencia para el asesino.

Jesus fué crucificado y sus carnes fueron laceradas por los judas que como Usted hoy defiende asesinos.

  Signor Giovanni Paolo II,Molti giorni abbiamo impiegato per assimilare la richiesta di perdono che Lei, Giovanni Paolo II, ha reclamato per il genocida Pinochet.Ci rivolgiamo a lei come ad un cittadino comune perché ci sembra aberrante che dalla sua poltrona di papa nel Vaticano, senza conoscere né aver sofferto in carne propria il pungolo elettrico (picana), le mutilazioni, lo stupro, si animi in nome di Gesù Cristo a chiedere clemenza per l’assassino.
Gesù fu crocifisso e le sue carni furono straziate dai giuda che come lei oggi difende un assassino.

     

Señor Juan Pablo, ninguna madre del tercer mundo que dio a luz un hijo que amó, amantó y cuidó con amor y que después fué mutilado por la dictadura de Pinochet, Videla, Banzer, Stroesner van a aceptar resignadamente su pedido de clemencia.Nosotras lo entrevistamos a Usted en tres oportunidades, pero Usted no impidió la masacre, no alzó su voz por nuestros miles de hijos en aquellos años de horror.Ahora no nos queda dudas de que lado está Usted, pero sepa que aunque su poder sea inmenso no va a llegar hasta Dios, hasta Jesús.

Nuestros hijos, muchos de ellos se inspiraron en Jesucristo, en la entrega al pueblo.

  Signor Giovanni Paolo, nessuna madre del terzo mondo che ha dato alla luce un figlio che ha amato, coperto e curato con amore e che poi è stato mutilato e ucciso dalla dittatura di Pinochet, di Videla, di Banzer o di Stroessner accetterà rassegnatamente la sua richiesta di clemenza.Noi la incontrammo in tre occasioni, però lei non ha impedito il massacro, non ha alzato la sua voceper le nostre migliaia di figli in quegli anni di orrore.Adesso non ci rimangono dubbi da che parte lei stia, però sappia che sebbene il suo potere sia immenso non arriva fino a Dio, fino a Gesù.

Molti dei nostri figli si ispirarono a Gesù Cristo, nel donarsi al popolo.

     

 Nosotras, la Asociación Madres de Plaza de Mayo le rogamos, le pedimos a Dios en un rezo inmenso que se extendrá por el mundo, que no lo perdone a Usted Señor Juan Pablo, que denigra a la Iglesia del pueblo que sufre, y en nombre de millones de seres humanos que mueren y siguen muriendo hoy en el mundo en manos de los genocidas que Usted defiende y sostiene.Decimos: NO LO PERDONE SEÑOR A JUAN PABLO II°    
Noi, la Associazione “Madres de Plaza de Mayo” supplichiamo, chiediamo a Dio in una immensa preghiera che si estenderà per il mondo, che non perdoni lei signor Giovanni Paolo II, che denigra la Chiesa del popoloche soffre, ed in nome dei milioni di esseri umani che muoiono e continuano a morire oggi nel mondo nelle mani dei responsabili di genocidio che lei difende e sostiene.Diciamo: NO LO PERDONE SEÑOR A JUAN PABLO II°.

     

Asociación Madres de Plaza de Mayo   Associazione Madri di Plaza de Mayo

 http://www.madres.org/navegar/nav.php

Operazione Condor (Inglese: Operation Condor; Spagnolo: Operación Cóndor; Portoghese: Operação Condor) fu il nome dato dall’establishment dei servizi segreti U.S.A. ad una massiccia operazione di politica estera statunitense, che ebbe luogo negli anni settanta, volta a destabilizzare tutti quegli stati centro e sudamericani in cui si instaurarono o furono sul punto di instaurarsi governi di sinistra, o con una politica di equità sociale pericolosa per gli interessi economici delle multinazionali straniere ed in particolar modo americane.

Tale operazione coinvolse in primo luogo la C.I.A., il servizio segreto statunitense, oltre che apparati militari, organizzazioni di estrema destra, partiti politici e movimenti di guerriglia anticomunisti sudamericani. Tutte queste organizzazioni furono utilizzate come strumento, in svariati stati, per rovesciare governi anche eletti democraticamente come quello di Salvador Allende in Cile

  « Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli.  »

  Henry Kissinger a proposito dell’elezione di Salvador Allende in Cile

TESTIMONIANZA DI SERGIO BUSCHMANN SILVA, membro del Frente Patriótico Manuel Rodríguez.

La versione integrale la troverete su: http://xoomer.virgilio.it/giorgiocadoni/torture.htm

“Successivamente mi fanno passare alla stanza della tortura. Mi fanno passare in un primo locale, dove mi fanno sedere ed iniziano a colpirmi, un colpo a testa per tutti i presenti. Questa tortura consisteva nel girare attorno a me ed a turno qualcuno mi dava un colpo con la mano aperta al volto. Credo di aver perso una o due volte la conoscenza. Mi gettavano acqua e riprendevo i sensi. Da lì, poi, mi portano ad una stanza vicina, mi svestono e mi collocano nella cosiddetta “parrilla” (griglia), una specie di letto, dove mi legano e mi collocano elettrodi alle dita dei piedi. Successivamente alla sessione nelle dita dei piedi, mi aggiungono altri elettrodi alle ginocchia. Dopo aver fatto una, due o tre repliche di scariche elettriche anche alle ginocchia, mi pongono un elettrodo alla testa del pene e un altro ai testicoli e continuano ancora cinque o sei volte. Ad un tratto portano un compagno, Rafael Pascual, che obbligano ad assistere alla mia tortura e gli domandano alcune cosa davanti a me. Lo portano via e continuano con me”

“Al quarto giorno, qualcuno mi spiegava quì, qualcuno dei compagni, che sembra che mi passò vicino un topo o vidi o sentì un topo e mostrai una qualche reazione strana ai topi, quindi mi misero un topo nella bocca, mi misero topi all’interno della camicia, nella camicia che indossavo, fermandola in basso con i pantaloni e fermando i pantaloni con le calze che indossavo. Me lo fecero per tutto il giorno e ritornarono a farmelo al giorno seguente.”


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