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Leone d’Oro a “Sacro Gra” di Gianfranco Rosi

Creato il 09 settembre 2013 da Postscriptum

by Giuseppe Causarano

Leone d’Oro a “Sacro Gra” di Gianfranco Rosi, cinema italiano in festa a Venezia

Gianfranco Rosi

Dopo 15 anni il Leone d’Oro per il Miglior Film del Festival del Cinema di Venezia rimane in Italia: vince “Sacro Gra” di Gianfranco Rosi, un documentario che parla di storie e personaggi reali attorno al Grande Raccordo di Roma.
 
Quante vittorie sfiorate e delusioni negli ultimi anni per l’Italia a Venezia, ritenuta dai più troppo lusinghiera per il cinema d’autore straniero rispetto alla produzione italiana. Ultima vittoria datata 1998, con “Così ridevano” diretto da Gianni Amelio, anch’egli quest’anno in gara. La Giuria di quest’anno, guidata da Bernardo Bertolucci, ha però valutato attentamente e decretato nella categoria dei film in concorso il Leone d’Oro a “Sacro Gra” di Gianfranco Rosi, un documentario girato attorno al Grande Raccordo anulare di Roma, e che racconta storie mostrando personaggi di vario tipo che lo popolano nella loro vita di ogni giorno: da un nobile piemontese e sua figlia che vivono in un monolocale di un moderno condominio ai bordi del Raccordo, al botanico che cerca il rimedio per liberare le palme della sua oasi dalle larve divoratrici, fino a un principe che guarda dal tetto del suo castello i nuovi palazzi della periferia romana, e molte altre storie. Il commento emozionato del regista: «È già stato un meraviglioso risultato arrivare in concorso a Venezia con un documentario, voglio ringraziare la Giuria e soprattutto il presidente Alberto Barbera. È stato un atto di coraggio che rompe uno schema: quello che divide il documentario e le opere di finzione, pure il documentario è cinema», precisa.  «Ho iniziato ad amare Roma attraverso il Raccordo. Il premio lo dedico tutto ai personaggi del film che mi hanno lasciato entrare nella loro vita con generosità immensa. Volevo sicuramente spostare il film fuori da qualsiasi canone già raccontato. Non volevo che c’entrasse la politica, anche se so bene che ogni fotogramma è una scelta politica, ma volevo che il film si trasformasse in una storia che andasse oltre il quotidiano. Parliamo spesso di crisi ma io credo che la vera grossa crisi che stia attraversando questo paese sia d’identità. Le crisi economiche vanno e vengono, ma la cosa gravissima è la crisi d’identità del singolo uomo. Per questo per me è stato importante trovare personaggi che avessero una fortissima identità. Che raccontassero anche una storia molto piccola ma che riuscisse ad alzarsi da quanto di brutto ci circonda nel mondo attuale». Adesso non resta che sperare in una distribuzione adeguata, che spesso è uno dei problemi principali che deve affrontare il cinema italiano di più piccola produzione. E che questo Leone d’Oro serva come punto di partenza, anzi, di ripartenza per i giovani autori alla ricerca di un futuro nel cinema. Anche con pochi mezzi, ma molte idee, l’arte cinematografica italiana può far sognare.

La Coppa Volpi di Miglior Attore protagonista va a Themis Panou per “Miss Violence” diretto da Alexandros Avranas, che a sua volta vince il Leone d’Argento per la miglior regia tra i film in concorso. Film greco che racconta del suicidio di una bambina di 11 anni, Angeliki, proprio il giorno del suo compleanno. Dietro questo tragico episodio, si nasconde una violenza all’interno della famiglia della piccola che si cela ancora dietro l’apparenza dell’ambito borghese. Un film duro ma apprezzato da parte della critica e soprattutto dalla Giuria.

Themis Panou

Themis Panou

La Coppa Volpi di Miglior Attrice protagonista va invece a Elena Cotta per “Via Castellana Bandiera” diretto da Emma Dante, uno spaccato di vita in una “sfida” di sguardi e dolore chiusi in una strada stretta e calda. E il personaggio dell’82enne Cotta racconta più di ogni altro i sentimenti delle persone che Emma Dante porta quindi sullo schermo.

Elena Cotta

Elena Cotta

Premio per la Miglior Sceneggiatura va a Jeff Pope e Steve Coogan per “Philomena” diretto da Stephen Frears e interpretato da Judi Dench. Apprezzata la capacità di aver messo in scena in modo profondo una storia vera, raccontata al regista e agli sceneggiatori dalla vera Philomena Lee, che per anni ha cercato il figlio che le venne sottratto alla nascita per colpa di una mentalità più che mai arretrata nell’Irlanda del 1952.

Qui di seguito tutti i premi più importanti, per un’edizione del Festival al passo col tempo che stiamo vivendo in quanto ai contenuti delle opere, per lo più riflessive e poco ottimiste per il futuro. Ma è indubbio che, già a cominciare dal Leone d’Oro per il film “Sacro Gra”, il Festival dimostra di vivere anch’esso nel Mondo attuale e con l’intenzione di raccontarlo, non di evitarlo.

Alexandros Avranas

Alexandros Avranas

Venezia 70

Leone d’Oro per il Miglior Film:Sacro Gra” di Gianfranco Rosi (Italia, Francia)
Leone d’Argento per la Migliore Regia: Alexandros Avranas per “Miss Violence” (Grecia)
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Themis Panou per ”Miss Violence” di Alexandros Avranas (Grecia)
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Elena Cotta per “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante (Italia, Svizzera, Francia)
Premio Marcello Mastroianni al miglior attore emergente: Tye Sheridan per ”Joe” di David Gordon Green (USA)
Premio per la Miglior Sceneggiatura: Steve Coogan e Jeff Pope per “Philomena” di Stephen Frears (Regno Unito)
Gran Premio della Giuria: “Jiaoyou” di Tsai Ming-liang (Taipei cinese, Francia)
Premio Speciale della Giuria: “Die Frau Des Polizisten” di Philip Gröning (Germania)
Leone del Futuro, Premio Luigi De Laurentiis per un’Opera Prima: “White Shadow” di Noaz Deshe

Orizzonti
Premio Orizzontiper il Miglior Film:Eastern Boys” di Robin Campillo (Francia)
Premio Orizzonti per la Miglior Regia: Uberto Pasolini per “Still Life” (Regno Unito, Italia)
Premio Speciale della Giurua Orizzonti: Ruin” di Michael Cody e Amiel Courtin-Wilson (Australia)
Premio Speciale Orizzonti per il Contenuto innovativo: “Mahi Va Gorbeh” di Shahram Mokri (Iran)
Premio Orizzonti Miglior Cortometraggio: “Kush” di Shubhashish Bhutiani (India)

Venezia 70

Fonte http://www.labiennale.org/it/cinema/

Giuseppe Causarano
Twitter @Causarano88Ibla

 


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