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Libri: La principessa che credeva nelle favole

Creato il 19 giugno 2011 da Valepi
E' da un po' che vorrei scrivere di un po' di libri che ho letto negli ultimi mesi, ma il tempo è sempre pochissimo, i libri nel frattempo si sono accumulati (strano! considerando la pochezza di tempo che riesco a dedicare alla lettura) e allora ho deciso che devo darmi una mossa... anche perchè sto leggendo un libro a cui tengo e voglio scriverne appena lo finisco!
I libri di cui parlerò sono legati a Il cimitero di Praga, di cui ho parlato qualche tempo fa, per almeno due motivi: o li ho letti subito dopo, o li ho letti durante perchè Eco mi appesantiva troppo.
A allora iniziamo.
Il primo è La principessa che credeva nelle favole - Come liberarsi del proprio principe azzurro
La quarta di copertina recita “Una favola che va dritta al cuore. La storia di un viaggio dentro le emozioni, i sogni, i desideri, le paure, per ritrovare il segreto della vera felicità e del vero amore. Uno straordinario successo internazionale. Un libro che aiuta a guardare alla vita con occhi nuovi. E che il principe azzurro se la sbrighi da solo!”
Nella terza di copertina, invece, trovo qualche informazione sull’Autrice:
“Marcia Grad Powers. Vive in California. Specializzata in psicologia, tiene seminari presso scuole e università e insegna tecniche di crescita personale a gruppi di manager e professionisti. La principessa che credeva nelle favole è un bestseller internazionale che ha venduto milioni di copie nel mondo, ed è considerato da molte donne una lettura imprescindibile e illuminante”
Mhhhhh...
A parte che sono, di base, un po’ allergica ai libri che pretendono di insegnarti o aiutarti a fare qualcosa, soprattutto quando si tratta di “guardare alla vita con occhi nuovi”, e soprattutto quando il marketing o qualche amico te li presenta come l’ultima uscita della manualistica della vita felice (soprattutto quella di matrice americana), ero effettivamente un po’ prevenuta nei confronti di questo libro che mi è stato caldamente raccomandato e che, mi si assicura, porta tantissimi spunti sulla vita, sulle emozioni nonché sul percorso di specializzazione che sto facendo.
Ok. Ero prevenuta ma l’importante è esserne consapevole.
La lettura, in realtà, non ha modificato più di tanto la sensazione iniziale, continua a non piacermi il genere favola, a meno che non si tratti di favole per i bimbi, e infatti, per tutta la prima parte del libro ho sperato, invano, che la storia, all'improvviso si strasformasse in un racconto più reale, come se la favola iniziale fosse una sorta di introduzione...
e continua a venirmi un po' l'orticaria quando leggo qualcuno o qualcosa che vorrebbe esplicitamente insegnarmi a vivere, anche in forma di metafora...
Ma devo ammettere che tutto sommato il libricino ha un suo perchè e che probabilmente un giorno lo consiglierò a Princi, sperando di riuscire in qualche modo a trasmetterle nella vita di tutti i giorni gli insegnamenti che il libro vorrebbe regalarci.
Troppi, forse. A me a volte ha dato un po' l'effetto del manuale di vita da seguire e le cose da seguire mi sembravano troppe. Forse andrebbe letto più volte, per trovare ogni volta uno spunto diverso. O forse, andrebbe aperto a caso ogni tanto per trovare la risposta che non riusciamo a trovare dentro di noi.
Mi ha lasciato: na cosa mi è rimasta impressa tutt'ora... sarà il fatto di avere Princi piccola in giro per casa, sarà il fatto di essere cresciuta io stessa con la sindrome della PerfettinaBravaBimba, ma ho trovato alcuni punti della prima parte molto "violenti", di una violenza non fisica, ovviamente, ma psicologica e la consapevolezza che spesso facciamo le stesse cose con i nostri figli mi ha un po' spaventato... ci rifletto spesso ora ogni volta che dico a Princi che deve fare la bimba brava, anzi la Bimba Bella, come dice lei... alla fine un'insegnamento forse è passato!
Leggetelo: se da piccoli vi era simpatico il Grillo di Pinocchio ;)
Vi lascio un brano che a me ha fatto riflettere tanto su come spesso ce la raccontiamo sul fatto di volere o potere aiutare gli altri. E' inutile tanta presunzione: la maggior parte delle volte semplicemente non siamo in grado di aiutare gli altri. Nessuno si fa aiutare. Ognuno si aiuta solo se vuole veramente aiutarsi e se tante, tanti, di noi si liberassero dalla sindrome della crocerossina vivrebbero veramente molto meglio.
Ho pensato a tutte le volte che ho sentito il fortissimo bisogno di fare qualcosa. Un bisogno mio, alla fine, anche un po' egoistico forse.
Quante volte ci siamo sentiti in dovere di aiutare qualcuno che, magari, non ci ha nemmeno chiesto il suo aiuto??
Solo chi sente veramente un disagio può scegliere la sua soluzione. Solo chi deve scegliere può prendersi la responsabilità di fare o non fare. Ma deve essere lui a scegliere. Non noi che vorremmo aiutarlo. Non possiamo prenderci la responsabilità che l'altro dovrebbe prendersi per modificare la propria vita.
Io sono io. Tu sei tu.
Io faccio le mie scelte, tu, se vuoi, fai le tue.
Io posso accoglierti, ascoltarti, supportarti nella tua ricerca della tua scelta. Della tua responsabilità.
E non sarò meno "perfetta" se non riesco a risolvere il tuo problema. Perchè io non posso risolvere il tuo problema. Tu si.
"Se solo riuscissi a trovare il modo di eliminare il maleficio, sarei di nuvo felice e tornerei a cantare con gli uccellini, e a questo mondo andrebbe tutto bene. Devi aiutarmi, Doc. Io ho provato di tutto, ma non ha funzionato niente."

"Hai ragione, non funziona niente.""Ero sicura che tu avresti escogitato qualcosa che a me non era venuto in mente""E infatti so cosa occorre: il nulla"Victoria meditò sulle parole di Doc, arricciando il nasino, "Questo significa non fare niente?""Esatto, Il nulla è qualcosa che non hai ancora tentato. Devi smettere di fare qualunque cosa e cominciare a non fare e non dire nulla: niente spiegazioni o difese, non sistemare la situazione, non implorare, chiedere scusa, minacciare, preoccuparti o restare alzata di notte a pensare, programmare o elaborare. Hai capito?""Ma io non posso restare senza fare nulla!!!""E invece in questo modo farai davvero qualcosa e aiuterai il principe standogli alla larga""Questa non è una cosa molto bella da dirsi" ribattè lei indignata "Io sto solo cercando di aiutarlo.""Perdonami. Non volevo offenderti, ma il principe è troppo occupato a capire cosa non va in te per sforzarsi di vedere cosa non funziona in lui. Se tu non fai nulla è probabile che si accorga che lui sta facendo qualcosa.""Non posso fare a meno di cercare di aiutare il principe. Che ne sarà di lui?""Che ne è stato di lui con tutto quello che hai detto e fatto finora? E che ne è stato di te?""Mi ha chiesto di aiutarlo!""Il fatto che qualcuno ti chieda aiuto non è una ragione sufficiente per concederlo e spesso aiutando si finisce per fare del male"... ... ...... strillò Vicki. "Ci serve un elisir magico. Victoria però non riesce a scoprire dove si trovi, anche se di solito se la cava benissimo a trovare le soluzioni""Questo accade perchè l'unico che può compiere una magia che riguarda il principe è il principe stesso.""Allora è tutto inutile, lui non ce la farà mai, è troppo stanco" gemette Victoria."E invece può farcela" la corresse Doc "La tua felicità non dipende però dal fatto che lui ci riesca o meno."... ... ...
da La Principessa imperfetta, di Marcia Grad Powers



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