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Limitless

Creato il 01 febbraio 2015 da Jeanjacques
Limitless
Nella mia vita ci sono state diverse particolarità che mi hanno rovinato. C'è stato il non fare mai sport (che sto sopperendo adesso cercando di fare palestra in maniera continua), cosa che mi ha impedito per un lungo periodo di sfogarmi in maniera fisica, necessità da non sottovalutare, creandomi dei momenti di pura frustrazione. C'è stato l'aderire in maniera troppo convinta alla mondo della musica metal, rendendomi per certi versi alla pari di un truzzo (anche lì codificato in un preciso canone, cambiava solo la musica che si ascoltava) e decisamente inappetente per un gran numero di ragazze - anch'esse metallare, però, quindi la cosa non me la spiego. Ma il colpo di grazia è arrivato nel frequentare l'Accademia di Comics di Torino, dove dei maestri davvero in gamba e bravissimi mi hanno insegnato a scovare gli errori non solo in quello che facevo (anche qui, non sono loro a non aver insegnato bene, sono io ad essermi dimostrato un pessimo allievo) ma anche in quello che guardavo. E se da una parte la cosa mi ha reso uno spettatore davvero attento, dall'altra mi ha reso un completo rompicoglioni. Almeno, più di quanto lo ero prima. Perché se da sempre ho avuto una vena critica, la medesima che mi ha portato ad aprire questo blog, il frequentare quella scuola mi ha peggiorato ulteriormente, cosa che nel relazionarsi con le persone non aiuta. Persino la mia ragazza mi dice che ogni tanto esagero, quindi figuratevi un poco. Ma certe volte non mi capacito di come la gente non si accorga di certe minchiate - a tal proposito, la mia recensione di V for vendetta ha cancellato più di un'amicizia - e, in casi come quelli di questo Limitless, come faccia ad osannare delle pellicole che contengono degli errori facilmente intuibili anche da chi ha le pretese meno grosse.

Eddie Morra è uno scrittore che non riesce a terminare il romanzo che gli è stato commissionato e, a forse del suo continuo compatirsi, viene lasciato dalla ragazza. Un giorno per caso incontra il fratello della donna con cui è stato sposato, che gli offre uno speciale farmaco, l'NZT-48, una pillola in grado di far aumentare in maniera decisamente esponenziale le capacità neuronali del fruitore. Ma in giro c'è troppa gente interessata a quelle pillole e le cose per Eddie iniziano a mettersi male...

Rendiamoci conto, il novanta per cento delle storie realizzate e scritte contiene degli errori più o meno grossi. Per certi versi è inevitabile, perché noi umani siamo creature imperfette e facendo così andiamo solo incontro a quella che è la nostra natura. L'assenza di questa peculiarità credo sia da riservare ai capolavori, che corrispondono a un cinque per cento (se non anche meno, ma voglio essere ottimista) dell'intera produzione mondiale. E spesso non è neppure da considerarsi un vero e proprio difetto, perché si sa che non conta quasi mai quello che racconti, quanto come lo racconti. Un discorso che non ripeterò mai abbastanza, mi sa. The dark knight rises, Pacific rim e The Avengers sono tre film scritti coi piedi, ma ci sono dei fattori (la regia superba dei primi due e l'ironia intelligente del terzo) che riescono a sopperirli, a creare un interesse che fa andare oltre - ma la seriosità di Nolan a mio modesto avviso crea sempre un ostacolo maggiore. Il peggio di Limitless non è solo quello di avere una sceneggiatura scritta da una che di quelle pasticche dovrebbe prenderne a vagonate, ma anche di non riuscire a sopperire in alcun modo a questi difetti, ottenendo solo due idee di regia vagamente interessanti (lo zoom continuo dei titoli di testa e la sequenza in cui il protagonista riordina casa, poi il vuoto totale) e una storia che continua a incespicare. Perché qui non ci sono solo degli errori molto grossi, ma è un continuo zoppicare sui propri stessi passi, robe che manco nei primi venti minuti di Biancaneve e il cacciatore. Infatti tutto inizia con quel povero sprovveduto del protagonista, così povero e sprovveduto da avere i capelli lunghi per 'sembrare' uno scrittore, che da bravo e povero sprovveduto però riesce a trovare un nascondiglio che manco dei sicari armati, gli stessi che gli hanno ammazzato il cognato, sono riusciti a scovare. Senza contare che, fra l'altro, le pasticche erano state nascoste sotto il lavandino. Minchia, che difficoltà, serviva proprio una fiaschetta di NZT-48 per trovarle. Ma fino a quel punto ti dici di no, che come cosa è passabile e che comunque è un film leggero. Ci sta, Il povero e sprovveduto romanziere così inizia a impasticcarsi e, di botto, conclude in tre giorni il romanzo. E poi? Poi di quel romanzo non ne sappiamo più nulla. Nada. Zero. Niet. Lui si butta nella finanza e di quello che doveva essere un libro stupendo, perché creato da un povero sprovveduto che aveva fatto pieno di farmaci, non viene citato manco il titolo. E dire che sarebbe bastato poco, tipo far dire al grande Bob DeNiro (anche lui, poraccio, ormai deve accontentarsi dei ruoli che gli danno) nella scena in cui si incontrano "Tu sei quello che ha scritto quel romanzetto, vero?" Una frase, piccola, che avrebbe occupato una manciata di secondi, ma che avrebbe dato una credibilità già maggiore al film. Che invece prosegue, con lui che si da ai bagordi, fino a che non scopre degli effetti collaterali. E a quel punto il film, che prima poteva essere anche accettabile se preso come ciaciaronata, diventa insostenibile. E abbiamo così questo povero e sprovveduto intelligentone che si fa fregare come un povero e sprovveduto minchione da un mafiosetto idiota, che con solo una pillola riesce a tenerlo in scacco [e non dirmi che con tutta la scorta che avevi non riuscivi a formulare un piano per prevenire tutto] dimostrando quindi tutta l'inattendibilità del film. Perché Limitless è un film che vuole parlare di intelligenza, dimostrando però che questo è il primo ingrediente che manca nelle mani della sceneggiatrice, forse magari alle prese con un progetto ben lontano magari da quelle che sono le sue corde abituali, ma che non sa sfruttare i momenti migliori e ne lascia insoluti altri - a me verrebbe voglia di sapere cos'altro può succedere a un certo personaggio facente parte della vecchia vita del protagonista, ad esempio, che lasciarlo lì così nel proprio brodo mi è sembrato un poco di cattivo gusto. E i senza limiti del titolo però sono ovviati da un regista che, tolti i due punti già citati, di limiti non valicabili che ha davvero parecchi. Così come, di conseguenza, anche il suo film. Che magari non è pessimo come dico, ma sicuramente pecca di una scrittura che non rasenta manco di striscio la sufficienza e che, soprattutto, non sa compensare adeguatamente.

C'è speranza quindi per Neil Burger, da me soprannominato Ham Burger? Beh, dopo questo ha fatto Divergent, quindi giudicate voi. Magari coi limiti necessari per non diventare volgari.Voto: ★ ½
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