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Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato.

Da Sambruno
Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato.
Io non ho letto Lo Hobbit (e adesso mi sento moralmente obbligata a farlo, ovvio ^^), perciò non so niente delle lungaggini di cui il film è stato "accusato". Quello che so è che mi è piaciuto molto, che me lo sono goduto dall'inizio alla fine - nonostante alcune cose mi abbiano fatto cadere il latte alle ginocchia. E che, per la prima volta, sono riuscita a non stare male per colpa del 3D. Sarei quasi tentata di concedere una chance a questa mostruosità, ma... NO! Al diavolo il 3D.
Prima di andare al cinema avevo letto qualche opinione che aveva fatto vacillare la mia speranza di stare per vedere un bel film. Tre soprattutto erano i cavalli di battaglia di chi non ha gradito (in toto o in parte) Lo Hobbit: quelli che adesso vengono detti spiegoni (ex-infodump, o comunque parenti dello stesso ^^), i Nani bellocci - Thorin, Fili e Kili - e l'operazione smaccatamente commerciale di ricavare da un romanzo breve l'ennesima trilogia da due ore e passa per ogni film.
Gli spiegoni, che la fanno da padrone in almeno tre momenti, non mi hanno dato alcun fastidio - anche se, diciamolo, hanno l'effetto della zampata di un elefante, per quanto sono poco "eleganti". Però, come ho scritto, io non ho letto Lo Hobbit. E come me, chissà quanti altri brutti disgraziati. Piazzarli a mani basse è stata una scelta obbligata, per Peter Jackson.
In ogni caso, non mi hanno annoiata. Anche se la rompiscatole che è in me ha cominciato a darsi da fare fin dall'inzio del film, chiedendo: "sì, ma perché ce ne deve fregare qualcosa della città di Dale, visto che quello che conta è Erebor?"
Per dirla tutta, poi, non mi sono dispiaciuti affatto Richard Armitage e Aidan Turner nei panni, rispettivamente, di Thorin e Kili. E non solo perché sono due gran bei panorami. Ho preferito loro e Dean O'Gorman (Fili), Graham McTavish (Dwalin) e Ken Scott (Balin) - quest'ultimo proprio al limite: Nani di aspetto comune, rispetto agli altri, un po' troppo caricature. Bombur, per esempio, più lo guardavo e più mutava i lineamenti in quelli di Obelix. Quindi sì, avrei preferito o tutti Nani come Thorin, Kili e Fili; o tutti Nani come il resto della banda. La prima che ho detto, ovviamente, è inutile dire che mi avrebbe fatta più felice.
Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato.
Anche interpretazioni un filino meno macchiettistiche da parte di alcuni "Nani" non sarebbero state accolte male dalla qui presente. Per esempio: Adam Brown, nei panni di Ori, non lo si può vedere. Non lo si può neanche sentire, ma su questo ci tornerò tra pochissimo.
Un altro che non mi è piaciuto, questa volta tra gli stregoni, è stato Sylvester McCoy: Radagast il Bruno. "Un'antica, oscura magiiiiiaaaaH!" E via, su! Ma si può recitare così - attore e doppiatore? Sul personaggio non mi esprimo, non lo conosco.
Aggiungiamo a queste prestazioni poco brillanti un doppiaggio che mi ha fatto venire voglia di piantare le unghie in faccia ai doppiatori e tirare giù un bel po' di pelle a striscioline... et voilà! Il quadro di quello che mi ha fatto digrignare i denti è quasi completo. Butto nel pentolone anche la prima canzoncina cantata dai Nani, mentre riordinano la cucina di Bilbo: roba che davvero le canzoni della Disney se la mangiano a colazione.
No, comunque, sul serio: per il prossimo film, per favore, un po' più di impegno nel doppiaggio e nell'adattamento, grazie. Orin e le sue chiappette del drago... risparmiatemele. Sue malevolenze varie ed eventuali... anche. E per favore, scegliere voci che non suonino ridicole in bocca ai personaggi non sarebbe una cattiva idea. Il troll scemo era già sfigato di suo, porello; pure gli hanno affibbiato un doppiaggio vergognoso. Per non parlare del re dei goblin: una voce del tutto inadeguata. E il doppiatore di Saruman? Signori, seriamente: vengono recitati meglio persino i personaggi nei cartoni animati per bambini!
Gigi Proietti come voce di Gandalf, invece, non mi è dispiaciuto. Certo, Gianni Musy era LA voce dello stregone. Ma Proietti si è difeso bene - imho. Mi ha convinta.
Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato.
Al di là di questi aspetti... 170 minuti di film e non sentirli. Uscire dalla sala e volerci rientrare il giorno dopo. Mettere in lista il DVD, da comprare subitissimo, appena disponibile. E rosicare, alla faccia dell'operazione commerciale, perché il seguito non lo vedremo prima di un anno.
Sì, posso dire che Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato mi è proprio piaciuto :)
Non vedo l'ora di godermelo in lingua originale!

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