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Lockout NBA: chi ci perde di più?

Creato il 13 novembre 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

Lockout NBA: chi ci perde di più?4 mesi di inattività è un periodo lunghissimo per qualsiasi Lega o campionato. La mancanza delle partite porta per forza di cose a una perdita economica enorme, tanto più se si parla di un prodotto come quello della National Basketball Association dove il giro di dollari è veramente impossibile da quantificare. A perderci pecuniariamente sono i giocatori, che non percepiscono i soldi del contratto e nemmeno gli introiti portati da tutte le attività collaterali al gioco, ma ovviamente anche i proprietari delle franchigie che non percepiscono denaro dalle televisioni, dai palazzetti, dagli sponsor etc. Conviene così tanto, quindi, continuare questo braccio di ferro sul lockout? Se si guarda al lungo periodo assolutamente sì perchè si stanno ponendo le basi per un contratto che durerà un decennio, ma se andiamo a vedere nel breve periodo, ovvero a questa stagione, sarebbe bene mettersi d’accordo quanto prima e ripartire a giocare perchè a perderci sono veramente in tanti. Troppi forse.

1- Popolarità della NBA. Basta ricordare cos’è successo alla NHL (National Hockey League) che ha saltato un’intera stagione ed è stata cancellata da moltissimi palinsesti televisivi in giro per il Mondo, e ha perso i migliori giocatori andati a prendere soldi e a giocare nelle altre leghe mondiali. Ci sono voluti parecchi anni per tornare ad un buon livello di popolarità, ma non si è nemmeno vicini al punto precedente.
L’NBA può quindi permettersi di perdere spettatori e sponsor in favore delle altre due leghe principali degli Stati Uniti, NFL e MLB che già gli stanno davanti come appeal? Assolutamente no.

2- Personale delle squadre e della Lega. Giocatori e proprietari sono milioniari e miliardari e quindi non hanno grossi problemi a restare senza introiti per qualche mese o anche per l’intera stagione. Chi invece ha mutui, tasse, rate e bollette da pagare sono le persone comuni che lavorano all’interno di una franchigia, di un’Arena o della stessa NBA. Loro sono quelli che ci perdono di più e molti sono già stati licenziati a causa di questa inattività che dura dal 1 luglio.

3- Miami Heat e New York Knicks. I primi vogliono, anzi devono ritornare in campo il più presto possibile per cancellare la sconfitta nelle ultime Finals e prendersi quell’anello che LeBron James continua ad inseguire con tutte le sue forze. I Knicks invece sono la franchigia con la maggiore crescita economica (nonostante i risultati tardino ad arrivare) nell’ultima stagione; l’arrivo di Carmelo Anthony in città ha aumentato ancora l’eccitazione e il non poterlo vedere giocare vicino ad Amar’e Stoudemire sta letteralmente facendo impazzire i tifosi (oltre che il proprietario Dolan).

Lockout NBA: chi ci perde di più?
4- Bryant, Duncan, Garnett. E’ tutta una questione anagrafica. Bryant sa bene che questa pausa gli è servita per guarire dagli infortuni e tornare al 100% ma l’età avanza e perdere un’intera stagione a 33 anni significa perdere la chance di raggiungere Michael Jordan a quota 6 titoli. Stesso discorso lo si può fare per altri due grandi veterani della NBA, Tim Duncan e Kevin Garnett: entrambi sono alle ultime battute di una carriera incredibile visto i 35 anni, le loro squadre hanno un’età molto avanzata e la possibilità di infilarsi un altro anello al dito sembra abbastanza svanita. In caso di stagione intera cancellata, ritiro in vista?

5- Rookies. Dire addio al College per fare il grando salto tra i Pro e trovarsi fermi senza aver mai neanche potuto incontrare i propri compagni o lo staff della squadra che ti ha scelto deve essere veramente frustrante. Inoltre aggiungiamoci il fatto di non essere pagati e rischiare di restare ai box tutta una stagione. Irving, prima scelta assoluta all’ultimo draft, potrebbe essere un debuttante anche nel 2012/13 con tutte le conseguenze del caso. Cleveland, che sperava in una rinascita (dopo l’addio di LBJ nessuno sa più che esistono i Cavaliers) avendo due delle prime quattro scelte assolute si sta mangiando le mani.
Chissà se molti dei ragazzi si stanno pentendo della scelta che hanno fatto nel dichiararsi per il draft.

Infine una menzione d’onore va a noi tifosi che ogni anno aspettiamo con grande trepidazione l’inizio della regular season per poter vedere i migliori giocatori del Mondo darsi battaglia sul parquet. Anche per noi è frustrante non potersi sedere sul divano a gustarci una bella partita o mettersi davanti ad un computer a consultare le statistiche o gli highlites della notte. Non ci resta che continuare a sperare nella risoluzione delle controversie e intanto gustarci Eurolega e serie A.


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