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Mafia Capitale: “Gli immigrati che rendevano più della droga” e la paura per l’ascesa del M5S

Creato il 17 dicembre 2014 da Giornalesiracusa

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News: L’ultima notizia che, in questi giorni, ci regala ancor più fama e buona reputazione, riguarda il giro di affari che vedeva protagonisti gli immigrati, i centri sociali ed i rom. Un’ipotesi generalmente condivisa, ma mai confermata, pena l’accusa di razzismo (ecco spiegata la visibilità data a Casapound).

”Gli immigrati rendono più della droga”, trapela dalle informazioni. Gli utili venivano registrati non dagli scafisti che trasportavano i clandestini, bensì dalla mafia, dalla politica italiana, dalla casta destra-sinistra, che attraverso Coop ed Acli si occupavano dell’accoglienza dei profughi.

Tutto il gioco, per funzionare correttamente, doveva contare su uomini del mestiere messi ai posti ”giusti”: Er nero, Spezzapollici, Diabolik, Marione. Ex capi ultras, capi di gabinetto, manager di stato, ex terroristi fascisti, ‘ndranghetisti, cosa nostra e criminalità organizzata locale. Tutti ”uomini di Carminati”.

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Il sistema è iniziato a sfaldarsi nell’aprile del 2013, a seguito delle elezioni di febbraio. Salvatore Buzzi, capo delle coopertive rosse, che si aggiudicavano gli appalti, così commenta, in una telefonata intercettata dalle forze dell’ordine: ” Il problema è che non ci stiamo più noi… una cosa incredibile… Grillo è riuscito a distruggere il PD”. Lo sfogo, rivolto al boss di ”Mafia Capitale”, il ”cecato” Massimo Carmirati, rivela un problema che avanza e che affligge l’organizzazione criminali: l’ascesa del Movimento 5 stelle, che alle elezioni di febbraio aveva ottenuto il 25,5%, eludendo il bipolarimo destra-sinistra.

”La poltica, adesso, che progetti c’avete? Teneteci presenti per i progetti che c’avete. Che te serve? Che cosa posso fare? Come posso guadagnare? Che te serve il movimento di terra? Che ti attacco i manifesti? Che ti pulisco il culo? Ecco, te lo faccio io.”

Secondo gli inquirenti, il PD è stato fondamentale per il sistema criminoso, tanto più se si viene a sapere che Salvatore Buzzi, alla cena di finanziamento organizzata da Matteo Renzi, ha investito 10 mila euro per un tavolo, presente, tra l’altro, insieme al capo rom di Roma, all’ex fascista Massimo Carminati, all’ex capo dell’Arma Franco Panzironi, all’attuale assessore alla Casa Daniele Ozzimo, al portavoce dell’ex sindaco Sveva Belviso, all’influente parlamentare del PD Umberto Marroni e a Giuliano Poletti, attuale ministro del lavoro, allora gran capo della Coop.

Le collusioni del PD con la cupola romana non si fermano qui.

Come racconta Repubblica, vi era, al tempo, un vero e proprio racket dietro le fila di rom che assediavano, in periodo di primarie, le sedi del PD. Già Cristiana Alicata, nel 2003, scrisse su facebook‘Le solite incredibili file di rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica”, tacciata, per tali affermazioni(guarda caso) di razzismo. È da notare che il campo rom era vicino al seggio di cui parlava Alicata, il quale compare nelle carte di Mafia Capitale.

Un anno e mezzo fa, anche l’attuale ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia denunciò: ”Nel PD a livello locale e parlo di Roma facendo le primarie dei parlamentari ho visto, non ho paura di dirlo, delle vere e proprie associazioni a delinquere sul territorio.”

Stando a quanto scrive il Fatto Quotidiano:

”In quell’accampamento, nel 2013, la cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi ha ottenuto una commessa da 86mila euro per la bonifica dell’impianto fognario. Non c’è nessuna prova che colleghi i rom in fila ai presunti tentativi della cupola di inquinare le primarie. Rimangono però le anomalie denunciate alla commissione di garanzia del Pd in diversi seggi, poi cadute nel nulla.”

Il capo del governo, nonché capo del PD, così commenta l’accaduto ”Non lasceremo la Capitale in mano ai ladri(…) prendere tangenti è la cosa peggiore che un politico possa fare – e aggiunge – non consentiremo a nessuno nel PD di mettere in discussione ciò che siamo e quanto abbiamo fatto per l’Expo, per il Mose e le nuove regole dell’autoriciclaggio.”

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Parole vuote per Beppe Grillo e per l’esponente pentastellato Di Battista, che accusano Renzi di tuonare solo slogan e affermazioni senza senso, al posto di pubblicare la lista dei partecipanti alla cena di finanziamento, in perfetto stile Patto del Nazareno. Tanto più, ricorda Di Battista, se lo stesso Renzi, col decreto 66 (quello degli 80 euro), anticipò liquidità ad Eur S.p.a. per 100 milioni di euro, società indagata in ”Mafia Capitale”, prelevandoli dal fondo per il pagamento dei debiti della P.A. verso le imprese.

Il capo di Stato, al riguardo, ha rilasciato le sue dichiarazioni, suscitando l’ira del popolo web, del Movimento 5 Stelle e del mondo della Chiesa, ponendo l’accento non sulla dilagante corruzione presente nella capitale, ma attaccando Lega e M5s, tacciandoli di sovversività: “La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura e capacità di distinguere è degenerata in anti-politica, cioè in patologia eversiva”. Queste le parole di Giorgio Napolitano, il quale non risparmia un cenno di solidarietà nei confronti di Renzi, al termine del suo intervento all’accademia dei Lincei, invitandolo a tenersi lontano dai ”senza speranza” e dai ”banditori di false speranze” (M5s).

La risposta dei Vescovi e del mondo della chiesa, simbolo della città eterna, non si è fatta attendere:  “Corruzione e antipolitica, alla fine, sono il medesimo risultato triste di un fenomeno di mancanza di etica all’interno della politica – ha spiegato monsignor Bregantini – dobbiamo creare un’economia dove le decisioni non siano prese da pochi in stanze oscure, ma che siano trasparenti. Ci devono essere organi di controllo, la partecipazione della base. E’ il buio che crea la corruzione o l’antipolitica”. Alla domanda se sia più eversivo un politico corrotto o un antipolitico onesto, il capo-commissione Cei risponde senza titubanze: “Un politico corrotto“.

Bregantini si dice preoccupato per la situazione politico-sociale ed economica dell’Italia, “però – aggiunge – c’è anche una fortissima reazione morale che c’è stata, ad esempio, dopo la questione di Roma: ha dimostrato che c’è una società sana, che non si rassegna“.

Anche i pentastellati, flagello dei mafiosi, oggetto di critiche da parte di “Re Giorgio”, si sono fatti sentire, rievocando le contradditorietà di cui si è reso protagonista il presidente della Repubblica nel corso della sua lunga carriera poltica.

Alla luce di quanto emerso, una situazione incredibile si delinea all’orizzonte. Un presidente della Repubblica che critica l’opposizione, offrendo una spalla al capo del Governo e del partito indagato, il quale firmò, al tempo, senza battere ciglio tutte le cosiddette ”leggi porcate” dichiarate incostituzionali (Lodo Alfano e Legittimo impedimento) avallate dal Pdl, socio d’affari del Pd.

Mai come ora le parole dell’intellettuale Pier Paolo Pasolini acquistano senso: ”Prevedo la spoliticizzazione completa dell’Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso… Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.”

 


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