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“Mai ‘na gioia” di Stefano Guerrera: se i quadri potessero parlare probabilmente è questo che direbbero

Creato il 15 gennaio 2016 da Alessiamocci

Ci sono momenti nella vita in cui si considera tutto secondo una personale visione, che forse ha a che fare coi propri desideri, anziché con quelli altrui. È vero che quando si regala qualcosa a qualcuno si tende sempre a prendere un oggetto che piacerebbe a noi stessi ricevere, così come è altrettanto vero che invece non si dovrebbe mai fare.

Tutta questa premessa per dirvi che, nelle da poco passate festività natalizie, avevo deciso di regalare libri, ma essi purtroppo non piacciono a tutti. Sapendo di rischiare l’acquisto di un romanzo che mai essere umano avrebbe anche solo aperto, ho trovato un giusto compromesso.

Regalare un libro-non libro, non da leggere ma da sfogliare, non per  riflettere ma per ridere.

E questa piccola “perla” l’ho trovata mentre navigavo in Internet, entrando in contatto con un successo esplosivo del web. Quella che dal principio era solo una semplice pagina Facebook si è trasformata, tramite il passaparola e il gradimento degli utenti, in un libro di successo.

“Mai ‘na gioia” è una raccolta di opere d’arte più o meno famose, alle quali il pugliese Stefano Guerrera ha aggiunto delle didascalie dissacranti, ma molto divertenti. Se i quadri potessero parlare, insomma, forse ringrazierebbero l’autore per avere “liberato” in loro quella frase che pare insita nell’espressione. Che giaceva incompresa a fior di labbra. Un messaggio trattenuto dalla fisiognomica, che voleva avere sfogo da chissà quanto tempo.

Inoltre, a Guerrera va il merito di diffondere l’arte in maniera leggera e spiritosa, visto che ogni quadro è accompagnato dall’effige originale, con tanto di nome del pittore, titolo, anno e luogo in cui attualmente si trova. Devo confessare che alcuni non li conoscevo, oppure non ne sapevo l’esatto titolo, e imparare ridendo è sempre un ottimo metodo per tenersi a mente le cose.

Il genio di Guerrera sta nel creare il giusto connubio fra quadro e frase, e dopo il successo sui social non poteva che arrivare il primo libro, il quale raccoglie le opere che l’autore ha postato sulla pagina facebook “Se i quadri potessero parlare”. Con, in aggiunta, qualche inedito.

“Mai ‘na gioia” è pubblicato da Rizzoli, e contiene 80 quadri con 80 frasi ad effetto. Potrei fare l’esempio della “Lezione di anatomia” di Rembrandt del 1632, dove medico e allievi sono tutti assiepati attorno al cadavere per imparare l’arte di eseguire autopsie, e, riferendosi al gioco amato da generazioni di bambini “L’allegro chirurgo”, l’autore aggiunge la didascalia: “In pratica, se si accende il naso, perdi”. Oppure – talvolta è anche un po’ irriverente – “Maria Maddalena assunta in cielo” del Domenichino del 1620, che sembra gridare “I believe I can fly!”.

Sono due mondi che s’incontrano: quadri realizzati in altri secoli, col gergo del popolo che vive sui social.

E a questo proposito illuminante è “Rinaldo e Armida”, l’opera di Annibale Carracci datata circa nel 1601, dove Guerrera immagina che i due siano in posa a scattarsi un ipotetico “selfie” ante litteram, e che lei dica a lui: “Daje amo’, scatta!”.

Il titolo del libro è tratto dall’opera di Carlo Dolci “Allegoria della pazienza” del 1677, dove una figura femminile, con lo sguardo rassegnato e rivolto verso l’alto, pare votata ad accettare la mancanza di soddisfazioni in questa vita terrena. “Mai ‘na gioia” diventa il suo ineluttabile pensiero.

Un’idea vincente, quella di mescolare cultura classica a cultura popolare. E il romanesco si presta a meraviglia, ad esprimere il pensiero di un autore nato in Puglia, ma che da sempre si professa “romano nel cuore”. Se poi indaghiamo meglio, Stefano Guerrera è stato premiato come “Miglior Rivelazione dell’anno”, agli oscar della rete 2014 Macchianera Award.

L’uomo che fa parlare i quadri, ha scatenato un vero e proprio fenomeno virale. E nessuno può rifiutare di fare quattro risate col suo libro.

Written by Cristina Biolcati


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