Magazine Diario personale

Mammellozzi

Da Whitehat


Mammellozzi

Dalla finestra di un castello...

Quando ancora non esistevano i GPS per trovare le coordinate di un punto, c'era la BSA.
Ero uno degli Artiglieri Topografi della Batteria Specialisti Artiglieria (BSA) del 131° Reggimento Artiglieria Corazzata della Divisione Centauro, e ci avevano insegnato a maneggiare bussola e mappe, teodolite e tavola dei logaritmi per trovare latitudine, longitudine e altezza di un punto e riportarlo su una mappa.
Ovviamente in quel "punto" bisognava andarci, e ci stavamo appunto andando, in una mattina di febbraio dalle parti della Baraggia, nel vercellese.
Era la prima esercitazione pratica e sul camion telonato faceva un freddo boia, nonostante scarponi, doppi calzini, doppia maglia di lana, maglione militare, tuta mimetica e cappottone grigoverde.
Ci precedeva la camionetta del Capitano, un tipo che parlava poco e quando parlava lo faceva a bocca quasi chiusa, giusto per essere più sintetico.
Ad un certo punto il camion si fermò, e apparve il Capitano per indicare un paracarro con il suo bravo catarifrangente lungo la stradina a malapena asfaltata e dire "due giù, prendere questo paracarro e caricare, cinque minuti. Azione".
Perchè dovessimo sradicare e portar via i paracarri era un mistero.....
Lasciata l'ultima stradina, avanzammo ancora tra sterpaglie e saliscendi, inpantanandoci tra fango e neve e facendo ruggire il motore del vetusto Lancia, finchè si arrivò da qualche parte.
Rieccolo: "giù tutti, prendere il paracarro e tutto il resto, tre minuti in marcia. Azione"
Eravamo alla base di un monticciolo coperto da alberi, alberelli e sterpaglie varie, e marciare in salita non era facile: passi per la strumentazione, i viveri e il paracarro del mistero con la sua bella base di cemento, ma ci dovevamo portare addosso anche l'armamentario di guerra, il fucile Garand, l'elmetto, la baionetta, una mitragliatrice Fal e la cassetta delle munizioni.
In cima al monticciolo il Capitano parlò ancora: "posizionare gli strumenti, in bolla, e il tavolino, tra quindici minuti in riga per l'ispezione. Azione". Facemmo...
Il capo controllò, soprattutto la bolla, disse "mmmmm", prese il binocolo per scrutare intorno, poi ci guardò: "uno per volta, identificare sulla mappa quel mammellozzo lì e quel mammellozzo là, e trovare le coordinate di questo mammellozzo qui. Scrivere e non parlare, non copiare. Dieci minuti a testa per consegnare lo scritto.Azione".
Eravamo una ventina di topografi, quindi la cosa andò per le lunghe; da ultimo, il Capitano stesso misurò e segnò il punto sulla mappa.
Intascò i compiti (i risultati dei compiti sarebbero stati comunicati alla vigilia della libera uscita del sabato, e molti non sarebbero usciti...) e disse: "ritirare tutto, piantare il paracarro sotto il teodolite, tra quindici minuti in marcia.Azione".
Ecco a cosa servivano i paracarri: a testimoniare che quel punto era stato mappato, a beneficio delle  future esercitazioni dei carristi del reggimento !
Pensando a quanti paracarri saranno stati tolti dalle strade per ornare i mammellozzi della Baraggia, non si pensi ad appropiazioni indebite: i paracarri erano dell'Anas, che appartiene allo Stato, l'Esercito appartiene allo Stato, la Baraggia appartiene al demanio che appartiene allo Stato, dunque si trattava semplicemente di ... trasferimento di un bene, tra un bene e l'altro per il patrio bene !

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