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Manovra populista

Creato il 30 agosto 2011 da Fabio1983
Dirò una cosa che rasenta il populismo più becero, un concetto che ho espresso ieri sera su Twitter commentando a freddo gli esiti del vertice di Arcore e che qui cercherò di sviluppare meglio: le correzioni alla manovra – le ennesime e non è affatto detto che siano le ultime – serviranno a zittire i giornali e i commentatori vicini al centrodestra che in queste settimane hanno evocato il ritorno allo spirito liberale (Sallusti aveva anticipato il tema ieri). Scompare il contributo di solidarietà (tranne che per i parlamentari) e magari è anche un bene dal momento che non teneva conto di mille altri fattori, ma il peso dell’intera manovra viene dirottato sulla previdenza. Non è un caso, infatti, se i retroscena giornalistici riferiscono di un Berlusconi baldanzoso per la doppia vittoria. Via una sovrattassa che mai aveva digerito e, soprattutto, al bando l’intransigenza della Lega sulle pensioni (“Non si toccano”, avevano assicurato a voce spiegata Bossi e Calderoli). Però Bossi, che un minimo ci perde, è riuscito a colpire laddove il suo elettorato se ne accorgerà meno (come ha notato giustamente Marco D’Egidio su Twitter): il riscatto della laurea e del servizio militare prestato che ora non conteranno più ai fini del raggiungimento dell’età pensionabile, con buona pace di commercianti e artigiani. I costi della politica resteranno, stando così le misure, pressoché i medesimi. La soppressione delle province è stata scongiurata, se non per via costituzionale (campa cavallo…) e si accorperanno i servizi dei piccoli comuni, non questi ultimi (il bastone e la carota, insomma). I Grandi di Arcore hanno assicurato che i saldi saranno inalterati – anche se non si capisce come – mentre i tecnici del Tesoro hanno già fatto sapere che all’appello mancheranno quattro miliardi sui 45 circa necessari per l’anticipo del pareggio di bilancio. E infine: siccome che la manovra è stata stravolta rispetto a quella di Ferragosto – e qualche cambiamento lo subirà ancora senz’altro – non è che poi Bruxelles la prenderà un tantino male?

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