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Manovre

Creato il 13 agosto 2011 da Dagored
Manovre
Mi tocca andare, come spesso mi accade, in controtendenza anche in questo caso, perchè a me la manovra finanziaria presentata ieri dal governo non dispiace per niente.
Sarà che mi aspettavo molto peggio, ma mi pare di poter dire che l'impianto alla base del progetto che il governo presenterà alle camere è ampiamente condivisibile, anche se come tutte le cose umane è perfettibile.
Anche le reazioni alla bozza di manovra presentata dal governo fanno capire che c'è poco da criticare: tutti sono chiamati a dare il proprio obolo alla Patria, come è giusto che sia, e tutti possono lamentarsi, ma senza nemmeno agitarsi troppo.
A lamentarsi di più pare essere proprio il cosiddetto "giornale di famiglia". Il quotidiano fondato da Indro Montanelli ci va infatti giù pesante sull'aumento della pressione fiscale sui redditi oltre i 90mila euro. Una posizione anche legittima, ma che sembra più difesa dei propri privilegi (i giornalisti rientrano proprio in quella fascia di reddito) che una critica ragionele ed obiettiva ad un provvedimento che certamente non andrà ad intaccare lo stile di vita della cosiddetta "classe media" e non si può portare a giustificazione delle proprie lagnanze il fatto che quanti invece posseggono ingeni ricchezze nascoste al fisco, magari all'estero, continueranno a non versare nulla.
Quella della lotta all'evasione fiscale e all'esportazione di capitalì è una operazione che non si può attuare con decreto e ha bisogno invece di una totale revisione della politica fiscale del paese, oltrre che della messa in opera di controlli effettivi e più efficaci.
Molto di più può e deve essere fatto sui tagli agli sprechi della spesa pubblica: l'accorpamento delle provincie e dei comuni più piccoli è un piccolo passo avanti, ma molto deve ancora essere fatto. Intanto nel provvedimento ci si è dimenticati delle comunità montane, che nel programma elettorale del Pdl erano invece indicate da sopprimere insieme alle provincie.
Molto bene i tagli alla spesa delle regioni e l'eliminazione di 54mila poltrone destinati a nominati della politica, ma pure qui si è solo all'inizio dell'opera di riportare ad un livello accettabile la spesa di quelli che oggi sono forse il centro più importante dello spreco di denaro pubblico.
Magari servirebbe inserire il principio dell'obbligo del pareggio di bilancio anche nello statuto delle regioni, oltre che nella Costituzione.
Quello che non mi è invece piaciuta è stata la dichiarazione di Silvio Berlusconi che, giustificando l'operato del suo governo che ha dovuto rompere la promessa di non mettere le mani nelle tasche degli italiani, ha affermato che i tagli ai costi della politica fatti sono addirittura più incisivi di quanto fosse necessario e fatti solo per rispondere alla pressione dell'opinione pubblica.
Ebbene, caro Presidente del Consiglio, anche questi tagli devono essere invece presi come solo l'inizio di una riforma totale dell'assetto istituzionale della Repubblica, che vada a dimezzare l'intero numero di quanti vivono esclusivamente di politica e ne riduca sensibilmente il reddito, a cominciare dal Parlamento e dalle più alte cariche istituzionali.
L'attenzione dell'opinione pubblica sull'argomento è tuttora fortissima e non si attenuerà, grazie anche al passaparola sulla rete, nella quale ogni giorno vengono rivelati i piccoli grandi privilegi della "casta".
ManovreDifficile dire quanto bisognerà ora attendere per conoscere le reazioni dei partiti d'opposizione e soprattutto per sapere se sapranno andare oltre lo scontata rischiesta di dimissioni del governo, l'unica cosa che Pierluigi Bersani, il leader, o presunto tale, del PD è riuscita a pronunciare nelle ultime settimane.
Per ora , insieme a Casini dell'Udc, si è limitato a valutare come "inadeguata" la manovra presentata dal governo, facendo piuttosto intendere che deve ancora  farsi dire cosa contiene veramente, confermando che di quanto sta accadendo nl mondo certi nostri politici hanno compreso poco, essendo rimasti ancorati alle certezze degli anni 70 della loro giovinezza spensierata.
Più collaborativo invece Antonio Di Pietro, che come al solito annusa l'aria che tira  meglio di tutti, nel mare di personalità di scarsissimo rilievo che popolano il parlamento italiano.
Ma non mancherà molto tempo che i nostri politici si troveranno a dover leggere di come anche in paesi come Francia e Germania dovranno essere presi provvedimenti molto simili, per fronteggiare una crisi economica e finanziaria che ha eroso fortemente il debito pubblico di tutti gli Stati, anche di quelli più solidi, a causa di una folle corsa al deficit fatto per finanziare non solo gli sprechi del ceto politico, ma anche politiche sociali assurde, antieconomiche e fuori da ogni logica, tanto da dover oggi prendere provvedimenti urgenti per cercare di attenuarne gli effetti negativi, come in Francia e in Spagna hanno fatto reintroducendo le limitazioni all'accoglienza dei lavoratori stranieri.
Quello che molti politici italiani non riescono proprio a capire è che in questi anni il mondo è cambiato e sta ancora cambiando davanti ai loro occhi con una incredibile velocità e chi non riuscirà a prevedere gli effetti del cambiamento e provvedere a dargli delle risposte efficaci sarà destinato ad essere spazzato via dalla scena, siano essi stati o singoli individui.
Ripeto il mio consiglio a molti deputati e senatori di cominciare a trovrsi un lavoro vero, che per molti sarà difficile riconfermare l'attuale.

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