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Manuela Tesse in esclusiva: “Punteremo a battere l’Arsenal”

Creato il 19 dicembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Manuela Tesse, classe 1978, ex calciatrice ed attuale allenatrice della Torres. Nel suo palmares si possono contare 4 scudetti, 5 Coppe Italia e 1 Supercoppa italiana. Nel 2010 fece parte dello staff di Carolina Morace nella nazionale femminile del Canada. Tante le squadre per cui ha giocato, tra cui la Torres, la Lazio e il Milan. Dall’estate del 2012 allena la Torres, attuale capolista della serie A. Andiamo a sentire le parole che ha concesso in esclusiva per Olimpiazzurra.

Come giudica la stagione della sua Torres fin qui?

“Fino ad oggi non potrei che giudicare positivamente l’andamento della squadra.
Il primo obbiettivo è stato centrato, ovvero quello dei quarti di finale in Champions, ma anche quello di aver disputato 12 gare di campionato con 12 vittorie consecutive, adesso l’ultimo sforzo sarà quello di cercare di finire a punteggio pieno il girone d’andata, anche se sarà difficile. L’inserimento delle giovani si sta rilevando positivo, stanno acquistando minuti preziosi ed esperienza tra campionato, coppa e Champions”.

Quali sono le avversarie da temere maggiormente in vista della lotta per lo scudetto?

“E’  semplice stabilire quali siano le avversarie da temere: il Tavagnacco, il Bardolino, e il Brescia in primis, aggiungerei poi il Riviera di Romagna che andremmo ad incontrare proprio questo sabato. Attenzione al Napoli che piano piano con il rientro di alcune giocatrici nell’organico, sta risalendo la china”.

L’Italia, agli Europei di giugno, se la vedrà con Svezia, Finlandia e Danimarca. Come giudica il girone? Che possibilità ha la squadra di Cabrini?

“Gli Europei si disputeranno in casa di una delle nazioni più forti: la Svezia, che oltretutto ritroveremo nel nostro girone. Essendo stata due anni in Nazionale come assistente del precedente allenatore, Ghedin, posso dire che il cambio di guida con l’attuale Cabrini ha portato molto entusiasmo, il girone non è proibitivo soprattutto dal punto di vista tecnico, un po’ meno per quello fisico. Avendo disputato come giocatrice una finale degli Europei posso dire che l’Italia è capace di qualsiasi cosa, e io da questa manifestazione mi aspetto grandi risultati”.

Calcio femminile, uno sport poco seguito, che da sempre reclama più spazio: quali sono per lei i principali motivi per cui è bello seguire questa disciplina?

“Il calcio femminile è una disciplina pura, incontaminata, dove prevale la passione, il sacrificio, il senso del dovere, cosa purtroppo che da troppi anni non vediamo nel calcio maschile. Essendo un gioco meno veloce si possono apprezzare gesti tecnici di notevole fattura per lo più eseguiti da donne, questo dovrebbe portare i grandi scettici allo stadio così che possano cambiare idea”.

Gli obiettivi futuri di Manuela Tesse?

“Non ho obbiettivi futuri, ma imminenti, che scadono ogni qualvolta sabato dopo sabato scendiamo in campo, sono comuni a tutta la squadra, cercare di esprimerci al meglio in ogni partita e cercare di portare a casa la vittoria. Devo dimostrare tutto e per il cammino fin qui fatto vorrei ringraziare tutte le ragazze per il loro impegno e per avermi accolto senza pregiudizi, e un grazie alla società che ha avuto il coraggio di scommettere su di me, un tecnico giovane ed alla prima esperienza nel campionato di serie A”.

Come è messo il settore giovanile del calcio femminile? Chi potrebbe diventare l’erede delle varie Panico e Gabbiadini?

“Il settore giovanile nel calcio femminile è praticamente inesistente, sono abituata a vedere soprattutto all’estero, miriadi di ragazzine dai 9 anni in su, divise per categorie che praticano questo sport. In Italia pochissime sono quelle che iniziano con le squadre maschili e quando devono aggregarsi alle società femminili dai 12 anni in su, la maggior parte smette. Purtroppo manchiamo di organizzazione, non solo nel calcio femminile come si può ben vedere. Attualmente, sono sincera, non vedo nessuno che possa diventare l’erede di Panico e Gabbiadini. Io nel mio piccolo sto cercando di far crescere le giovani ma senza passare per presuntuosa, io a 17 anni ero in pianta stabile in Nazionale. Penso che per essere considerate delle giovani forti il cammino deve essere questo”.

Nei quarti di finale di Champions League, affronterete l’Arsenal, come preparerete l’incontro?

“A marzo riprenderà la Champions e andremo ad incontrare l’Arsenal, una delle
formazioni più forti. Io ci credo a questa competizione e credo che anche se le
londinesi siano le favorite dovranno lottare allo stremo per passare il turno, noi vogliamo essere la sorpresa. Il risultato che non ti aspetteresti mai, le motivazioni sono alla base di qualsiasi successo e noi siamo motivatissime, niente è impossibile soprattutto nel calcio,prepareremo al meglio la partita nei minimi particolari, certo che per vincere dovremmo giocare la partita perfetta”.

Ha un passato da calciatrice, con un palmares di tutto rispetto: che differenza c’è tra il calcio che praticava lei e quello che si pratica oggi?

“Io ho smesso a 28 anni, collezionando 87 presenze in Nazionale, 4 scudetti, 5 Coppe Italia, Supercoppe, Coppa Uefa, disputando una finale degli Europei, una fase finale dei mondiali e molto altro. Subendo ben 7 interventi chirurgici. Leggendo questi numeri posso solo dire che ho giocato poco ma ho vinto tanto, e non c’è nessuna differenza tra il calcio praticato da me e quello di oggi, la differenza la fanno le persone, in questo caso le giocatrici. I risultati si ottengono con il sacrificio, il duro lavoro, l’abnegazione, il sudore. Troppe giovani si sentono arrivate solo perchè giocano in serie A o solo per una chiamata in Nazionale. Il nostro campionato attuale ne è la dimostrazione con Panico, Gabbiadini, Tuttino, Tona e Zorri, ma ne potrei citare tantissime altre, tutte atlete che hanno giocato con me e che non sono più delle ragazzine. Bisogna aumentare il numero delle iscritte, ma bisogna che coloro che sono già in attività ai massimi livelli prima di ambire al modello professionista, devono diventare delle atlete sia mentalmente che fisicamente”.

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foto tratta da sportivamentesassari.it

N.B. L’intervista è stata realizzata il 12/12/2012

 

OA | Michele Pompilio

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