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Marco Travaglio su Boldrini: epico

Creato il 07 febbraio 2014 da Cristiano Porqueddu @Cristiano195

Marco Travaglio Distrugge la Boldrini

Uno straordinario Marco Travaglio in pochi minuti descrive il comportamento scorretto e dittatoriale di una maggioranza alla frutta abituata ad avere all’opposizione degli zerbini.

Carta Canta – l’Espresso, 7 febbraio 2014

Le volgarità di alcuni 5Stelle e gli sciagurati post dello staff di Beppe Grillo su Laura Boldrinihanno impedito di discutere sulle vere pietre dello scandalo che hanno scatenato la bagarre: il decreto Imu-Bankitalia che, con la scusa di cancellare la seconda rata dell’Imu, regala almeno 4,5 miliardi alle banche; e l’uso della “tagliola” o “ghigliottina” da parte della presidente della Camere per strozzare l’ostruzionismo di M5S e Sel.

Il decreto era incostituzionale: sia perché la rivalutazione delle quote azionarie di Bankitalia non presentava alcun requisito di urgenza (essendo attesa da 80 anni), sia perché – come più volte affermato dalla Consulta e dal presidente Napolitano – i decreti legge non possono contenere norme fra loro “eterogenee”. E l’atto d’imperio della Boldrini per stoppare il filibustering, oltreché inedito e non previsto dal regolamento di Montecitorio, non era affatto obbligato. Anzitutto perché non c’è alcun dovere di convertire in legge i decreti: se il Parlamento non provvede entro 60 giorni, essi decadono. Come ogni tanto accade. Dopodiché il governo può rimediare a eventuali conseguenze letali con un nuovo decreto. “Se non intervenivo – s’è difesa la Boldrini – gli italiani avrebbero pagato l’Imu”. Bugia: bastava che avvertisse per tempo il governo che non avrebbe azionato la ghigliottina, dunque avrebbe lasciato proseguire l’ostruzionismo, così il governo avrebbe scorporato dalla materia urgente dell’Imu (condivisa da tutti) quella non urgente delle banche. Salvo assumersi la responsabilità del ritorno dell’Imu.

Nulla di tutto ciò è accaduto. I partiti della maggioranza, amorevolmente affratellati a Forza Italia, han difeso a spada tratta la ghigliottina. Roberto Speranza, capogruppo Pd, ha proclamato: “Dal nostro punto di vista è stato un atto ineccepibile a difesa della Costituzione e della sovranità del Parlamento”. Ma il suo partito la pensava all’opposto quando al governo c’era Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini annunciò la ghigliottina per stroncare l’ostruzionismo del Pd contro il decreto sullo “scudo fiscale” (se poi non ve ne fu bisogno è perché il Pd si arrese in extremis, garantendo financo il passaggio dello scudo con alcune assenze decisive). Basta consultare il sito del Pd al 1° ottobre 2009 per trovare la dichiarazione dell’allora capogruppo alla Camera, Antonello Soro. Titolo: “Fini, ripensaci, con tagliola è fine democrazia parlamentare”. Svolgimento: “Questo è un decreto mostruoso e come sempre si approva col voto di fiducia. Se ora si introduce – fatto senza precedenti – la tagliola del presidente della Camera, addirittura con due giorni di anticipo rispetto alla scadenza del 60° giorno, cosa resta delle garanzie costituzionali per il Parlamento e le opposizioni? … La ‘tagliola’, che è una facoltà, non un dovere per il presidente della Camera, su un decreto correttivo di un altro decreto, con l’apposizione del voto di fiducia, è la fine della democrazia parlamentare: l’unico a fare le leggi da adesso in poi sarà solo il governo. Il presidente della Camera è disposto ad assumersi questa responsabilità?… Sarebbe davvero imperdonabile se si applicasse la ghigliottina per la prima volta nella storia su un provvedimento vergognoso… Perciò auspichiamo che Fini non applichi la ghigliottina, consentendo all’opposizione di avvalersi di tutte le sue prerogative”.

E’ cambiato qualcosa? Il Parlamento è sempre esautorato: da tempo immemorabile non si vede una legge d’iniziativa parlamentare; solo decreti del governo, per di più convertiti col ricatto del voto di fìducia. L’unica differenza tra il 2009 e oggi è che allora il Pd era all’opposizione e chiedeva di “avvalersi di tutte le sue prerogative”: le stesse che oggi, essendo al governo, nega alle opposizioni. Allora l’eversore era Fini che, minacciando la ghigliottina, metteva “fine alla democrazia parlamentare”. Oggi i 5Stelle dicono la stessa cosa della Boldrini: ma, anziché lei, i killer della democrazia parlamentare sono loro. “Le leggi – diceva Giovanni Giolitti - per i nemici si applicano, per gli amici si interpretano”.


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