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“Margherita Porete – Un libro che conduce al rogo” di Tommasina Soraci

Creato il 06 ottobre 2013 da Vivianap @vpicchiarelli

Margheritaporete“Tre donne intorno al cor mi son venute…”. Con questo saggio su Margherita Porete, Tommasina Soraci completa un trittico tutto al femminile: dopo Imperia la cortigiana, dopo Christine de Pizan, scrittrice e manager di se stessa, ecco la filosofa-teologa, bruciata sul rogo dall’Inquisizione per aver scritto e diffuso un libro che sconvolgeva dalle fondamenta le regole della Chiesa-istituzione, scritto per di più da una donna che coltivava il pensiero filosofico.

Come per le altre “consorelle”, una donna che, da un passato remoto, rende testimonianza di un pensiero di genere che, in un continuum circolare, accomuna le donne oggi come ieri, nella concretezza del vivere, nella progettualità del futuro, nella capacità di partorire non solo e non tanto figli ma idee e visioni del mondo, per metterle a disposizione di tutti in uno sforzo educativo che fa scaturire dalla conoscenza, la consapevolezza di sé e dunque la libertà. Ancora più attuale la sua figura qualora si pensi al dibattito sempre aperto se alle donne possa essere riconosciuto lo status di scienziate o filosofe.

Da noidonne.org:

“Fu un’ingenua o un’impavida”, si domanda Tommasina Soraci scrivendo con efficace sintesi la storia di Margherita Porete, beghina colta e coraggiosa che sfidò l’Inquisizione, non ritrattò le sue tesi e finì sul rogo (1310). È stata dimenticata la donna per secoli, ma il suo libro, Lo specchio delle anime semplici annichilate, ha continuato a circolare per l’Europa fino a quando, nel 1946, la studiosa Romana Guarnieri ne ha scoperto una versione latina anonima – ironia della sorte – nella Biblioteca Vaticana. È stato possibile così rendere giustizia ad una donna che ebbe l’ardire di disobbedire al potere costituito predicando nelle piazze la sua interpretazione non ortodossa della religione. Non era tollerato soprattutto che le donne – anzi pseudomulieres – affermassero, attraverso la religione, autonomia e indipendenza. Con questo saggio Soraci completa il suo trittico tutto al femminile, avendo scritto in precedenza di Christin de Pizan e della Cortigiana Imperia, con lo scopo non di “contribuire a livello accademico” ma di suscitare “curiosità e dibattito” su figure femminili che sono state “oltre il loro tempo concettualmente e nella pratica di vita”. Obiettivo conseguito!

Mai come in questo momento storico è necessario riportare alla luce figure femminili che, nella lotta per l’emancipazione di sé e per la conoscenza, possano rappresentare, in qualche modo, strumento di riflessione per capire che è necessario un profondo cambiamento culturale per stroncare sul nascere ogni possibile distorsione valoriale che possa generare pericolose prese di posizione di genere.

Il libro di Tommasina Soraci va proprio in questa direzione e getta le basi per un’analisi a tutto tondo sull’impatto che le donne, nonostante secoli di oblio forzato, hanno avuto nel ridefinire, e talvolta scardinare, ordini precostituiti minandone le fondamenta e mettendo in crisi sistemi di credenze ingessate su se stesse.

Sono queste le donne da prendere quale esempio di riscatto e di affrancamento, donne che hanno raggiunto la piena consapevolezza di sé e che non hanno esitato a comunicarlo al mondo, nonostante il mondo non fosse pronte ad ascoltarle e, anzi, abbia fatto di tutto per metterle a tacere. Allora come oggi. Quando non si ha voglia di ascoltarle, le donne, si fa in modo di ridurle al silenzio, di annichilirle, di annientarle.

Ma sta proprio a noi fare in modo che questo non accada più, rispettandoci e rifiutando ogni forma di omologazione, cercando il confronto e costruendo ponti di comunicazione sia con gli uomini, ma soprattutto con le altre donne.


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