Come secondo appuntamento con i materiali prodotti nell’ambito del 55.mo Premio Internazionale Ceppo di Pistoia, pubblico qui Mariangela Gualtieri, una dei vincitori del Premio Selezione Ceppo Poesia “
per la grande forza lirica con cui rappresenta la natura. L’intera natura. I suoi aspetti visibili ma anche la sua vita sepolta, i suoi movimenti
sotterranei, il suo segreto
” (dalla motivazione di Milo De Angelis), nella terna per l’assegnazione del Premio Ceppo 2011, con il libro “Bestia di gioia”, edito da Einaudi.
MARIANGELA GUALTIERI
Un mio me
Un mio me
soffre. Chi è? Chi scalcia sul fondo
di questo quieto piroscafo. Giù
nella stiva il passeggero più vivo
batte i suoi colpi.
Chi lo tiene sepolto? E che cosa vuole
questo bastardo bambino che scalcia?
Nel fondo di me, un me soffre –
la sua bandiera stropicciata
non ha nessun vento.
È murato. Il bambino più vivo
murato sul fondo.
Con la sua magra manina
mi stringe il cuore al mattino
un poco stringe e duole.
Che cosa prometto quest’oggi al mio
prigioniero? Con quali parole false
lo tengo zitto per un giorno intero?
(da Bestia di Gioia, Einaudi, 2010)
Come previsto dal programma (oggi, v. link) i finalisti nel corso di un recital proporranno anche la lettura di un testo di un poeta in cui si
riconoscono o del quale riconoscono un’influenza (*). Mariangela Gualtieri ha scelto di leggere:
AMELIA ROSSELLI
Se l'anima perde il suo dono allora perde terreno, se l'inferno
è una cosa certa, allora l'Abissinia della mia anima rinasce.
Se l'alba decide di morire, allora il fiume delle nostre
lacrime si allarga, e la voce di Dio rimane contemplata.
Se l'anima è la ritrosia dei sensi, allora l'amore è una
scienza che cade al primo venuto. Se l'anima vende il suo
bagaglio allora l'inchiostro è un paradiso. Se l'anima
scende dal suo gradino, la terra muore.
Io contemplo gli uccelli che cantano ma la mia anima è
triste come il soldato in guerra.
(da Variazioni belliche, Garzanti, 1964)
Mariangela Gualtieri nasce a Cesena, in Romagna. Dopo la laurea in Architettura allo IUAV di Venezia, fonda nel 1983 a Cesena, insieme a Cesare Ronconi, la compagnia Teatro Valdoca, di cui è drammaturga. Fin dall’inizio cura la consegna orale della poesia, dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo.
Ha scritto tutti i testi degli spettacoli messi in scena dalla Compagnia.
Fra i testi pubblicati: Antenata (Crocetti, 1992), Sue Dimore (Palazzo dell’Esposizioni di Roma, 1996), Nei Leoni e nei Lupi (I
Quaderni del Battello Ebbro, 1996), Parsifal (Teatro Valdoca, 2000), Chioma (Teatro Valdoca, 2000), Fuoco Centrale (Einaudi, 2003),Donna che non impara (Galleria Emilio Mazzoli, 2003), Senza polvere senza peso (Einaudi, 2006), Sermone ai cuccioli della mia specie (L’arboreto Editore, 2006), Paesaggio con fratello rotto
(libro e dvd, Luca Sossella Editore, 2007), Bestia di gioia (Einaudi, 2010), Caino (Einaudi, 2011).
Per altri testi di Mariangela Gualtieri rimando volentieri a quanto uscito sui siti Nazione Indiana (v. qui, con nota critica di Viola Amarelli) e
Via delle belle donne (v. qui
)
(*) Quella della Gualtieri è una poesia volta alla continua ricerca interiore, dove i presupposti di un approccio formale al testo vengono sfibrati e allentati per supportare la sensibile logica di una esasperata profondità dell’essere.
In quest’azione viscerale, che sfocia, poi, nella composizione del testo poetico, la Gualtieri è profondamente vicina ad Amelia Rosselli, poetessa dell’anima in fiamme e del cuore in
sangue. Infatti, scrive la poetessa di Cesena: « Per devozione, per troppa passione, ho rubato qualcosa ad Amelia Rosselli, me la sono tenuta in braccio, a volte, mentre scrivevo». (da una nota
critica di Rossano Astremo. Fonte:Poiein)